Borrell ed il complotto sui migranti è solo l'inizio della campagna (di fango) elettorale per le europee
Lo stop al memorandum con la Tunisia ha una semplice spiegazione. E la maggioranza può trarne dei vantaggi in vista del voto dell'anno prossimo
Da giorni c’è chi parla di «complotto» dell’Europa contro l’Italia per quanto riguarda il caso migranti. Al centro dell’attenzione Josep Borrell, alto Rappresentate della Ue per gli affari esteri (di fatto il ministro degli esteri di Bruxelles) che ha bloccato e attaccato il memorandum sottoscritto tra Ursula Von der Leyen e la Tunisia. Sintesi molto estrema: Bruxelles versa 150 mln a Tunisi per bloccare le partenze dei migranti. Secondo Borrell, catalano di origine, sinistrorso nell’animo politico, la Von der Leyen non ha rispettato le procedure europee siglando un accordo unilaterale. Insomma, questioni procedurali e burocratiche. Non rispettare le regole non è mai giusto, sia chiaro, ma non si capisce però il silenzio ei Borrell quanto la stessa Von der Leyen versava 4 mld a Erdogan per chiudere la rotta balcanica ai migranti. Insomma, dare 4 moda alla Turchia andava bene, darne 150 mln alla Tunisia invece no.
Inutile dire che dietro a tanta incoerenza c’è una sola spiegazione: elezioni europee 2024. Sissignori, siamo in campagna elettorale e Borrell fa l’unica cosa che può fare: cercare di creare problemi all’avversario. E, bisogna ammetterlo, ci sta riuscendo in pieno.
C’è però una cosa da dire dietro questo richiamo continuo alla «lunga» campagna elettorale che ci aspetta. Siamo infatti davvero certi che sia un male? Onestamente penso l’esatto contrario, soprattutto per il centrodestra e la maggioranza di governo. Gli italiani guardano, osservano e scelgono di conseguenza, al di là degli slogan. Se il governo Meloni avrà fatto bene nel suo primo anno e mezzo di governo saranno le urne a dirlo, senza inganno, senza trucco. Così come senza inganno e senza trucco hanno deciso di affidare la guida del paese un anno fa a Giorgia Meloni.
Una campagna elettorale chiara, semplice di sicuro arricchita da qualche slogan (immancabile) ma dove ci dev’essere tanto di concreto; servono azioni sulla questione dei migranti, sull’inflazione, sul Pnrr, sulle tasse il tutto ben sapendo che i soldi a disposizione sono pochi e che nessuno potrà fare dei miracoli.
I sondaggi per il momento premiano la serietà della Meloni su cui un anno fa c’erano grosse preoccupazioni anche create ad arte; il fascismo non è tornato, l’Italia è ancora nella Nato ed in Europa in maniera più convinta e significativa. Ma le sfide che attendono il paese nell’autunno ormai alle porte ed il prossimo inverno sono forse ancora più difficili. Anche perché i nemici che proveranno a gettare ostacoli e fango sull’Italia non saranno solo interni (l’opposizione non è mai stata così debole) ma soprattutto internazionali. Borrell, Darmanin, Scholz, Bruxelles, Francia, Germania avranno un occhio puntato su Roma pronti a cogliere ogni occasione per attaccarci. Ecco, fornirgli meno appigli possibili sarebbe già un’ottima cosa ricordando che più lo faranno e più significa che hanno paura di perdere.