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Perché Papa Francesco cambia il capo ufficio delle Cerimonie pontificie

Altro colpo di spugna di Bergoglio: via monsignor Marini, legato alla tradizione preconciliare, dentro il più "moderno" monsignor Ravelli

In Vaticano starebbe per cadere un'altra importante “testa” per mano di papa Francesco. E non a causa di un ennesimo scandalo finanziario o per trafugamenti di documenti riservati della Santa Sede finiti puntualmente sulle pagine dei giornali come accaduto nel recente passato. Questa volta il motivo del cambio è tutto di natura liturgica perchè si tratterebbe dell'improvvisa sostituzione del capo ufficio delle Cerimonie Pontificie, monsignor Guido Marini maestro dei riti pontifici con papa Francesco e Benedetto XVI, che lo nominò nel 2006, prelevandolo dalla Curia di Genova, su indicazione dell'allora cardinale Segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio Bertone.

Stando a voci circolate nei giorni scorsi dentro le Sacre Mura, papa Jorge Mario Bergoglio avrebbe deciso di affidare il delicato compito di responsabile dell'organizzazione delle sacre celebrazioni presiedute dal Pontefice dentro e fuori il Vaticano ad un nuovo prelato. Nella diocesi genovese, monsignor Marini aveva ricoperto lo stesso incarico di cerimoniere liturgico proprio durante gli anni in cui era arcivescovo Bertone, facendosi apprezzare per il suo rigore e il suo attaccamento alla tradizione liturgica e al rispetto dei canoni celebrativi per molti versi ritenuti preconciliari, specialmente nell'uso dei sacri paramenti, dei canti e delle scenografie liturgiche.

Uno stile che ha continuato a proporre anche in Vaticano facendo storcere il naso a non pochi ecclesiastici meno legati alle forme del passato. Ma ora papa Francesco avrebbe deciso di cambiare, puntando ad un cerimoniere più sobrio e meno sensibile agli aspetti estetici della tradizione.

I motivi del cambio

La nomina del nuovo Cerimoniere pontificio, stando a quanto filtra in Vaticano, dovrebbe essere annunciata ufficialmente giovedì 7 dicembre, alla vigilia della solennità dell'Immacolata Concezione, in modo tale da permettere al nuovo Cerimoniere – si apprende dall'entourage papale - di iniziare il suo servizio curando le celebrazioni natalizie e di fine d'anno partendo proprio dall'appuntamento che di fatto dà il via all'impegnativo ciclo di celebrazioni liturgiche legate alla natività, la festa dell'Immacolata.

Il nome del nuovo Maestro dovrebbe essere quello di monsignor Diego Ravelli, attuale capo ufficio della Elemosineria Apostolica. La sua nomina, a quanto si apprende, sembra che sia stata sponsorizzata da monsignor Piero Marini, già maestro delle cerimonie sotto Giovanni Paolo II ed attuale presidente del Comitato pontificio per i congressi eucaristici internazionali, figura comunque sempre molto ascoltata Oltretevere in materia di celebrazioni e riti.

Di stampo chiaramente post conciliare, e quindi più moderno, sia nello stile che nella impostazione liturgica, monsignor Piero Marini aveva maturato la sua preparazione come segretario accanto a monsignor Annibale Bugnini, il principale responsabile della riforma liturgica varata dal Concilio Vaticano II (dalla Messa non più in latino ma nelle lingue nazionali, l'uso di paramenti sacri più semplici...). Uno stile – apprezzatissimo da Giovanni Paolo II ma meno Benedetto XVI - che ora papa Francesco intende rilanciare con la nomina di un cerimoniere meno legato ai riti tradizionali.

Ma le novità in materia di cambi e sostituzioni non dovrebbero finire qui. Qualche giorno fa il sito Stilum Curiae diretto dal vaticanista Marco Tosatti ha parlato anche di un'altra imminente sostituzione eccellente in un altro importante ufficio della Curia, la Prefettura della Casa Pontificia, retta da 5 anni dal vescovo prefetto Georg Gaenswein, storico segretario di Benedetto XVI. Se questa eventualità dovesse essere confermata, si ridurrebbe ulteriormente la pattuglia di alti prelati rimasti in Curia dai tempi di papa Ratzinger e del suo segretario di Stato, il cardinale Bertone.

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Orazio La Rocca