Harry e Meghan, fidanzati e felici
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Perché Meghan Markle sarà una principessa dall'alto valore simbolico

La vecchia Inghilterra colonialista e schiavista è pronta (davvero) a cedere il passo a un nuovo Paese cosmopolita e multietnico?

Passeggiando per le strade di Londra o Manchester ormai si incontra un melting pot etnico e razziale fatto dei mille colori di un'Inghilterra sempre più cosmopolita

Le due facce dell'Inghilterra

Il 35% degli inglesi è sposato con una persona di razza e etnia differente e una nuova generazione di bambini che sta crescendo all'ombra del Big Ben è birazziale. Un inglese su dieci vive con una persona straniera e sia a scuola sia sul posto di lavoro colleghi e compagni possono proveniere da ogni angolo del globo.

L'Inghilterra della Brexit, però, è anche un Paese profondamente razzista e classista, che diffida del diverso, culturalmente colonialista e schiavista che ritiene il "diverso" inferiore, da stigmatizzare o al massimo da osservare da distanza con noncuranza. 

Meghan, la pricipessa "diversa"

Una doppia identità con cui Meghan Markle, principessa in-fieri alla corte di Sua Maestà, dovrà fare i conti. Meghan può rappresentare la nuova Inghilterra che avanza, ma nello stesso tempo rischia di finire schiacciata da vecchi stereotipi difficili da superare.

Lei, 36 anni, divorziata, americana, mulatta, ma soprattutto figlia dell'afroamericana Doria che, addirittura, nell'albero genealogico avrebbe parenti che sono stati schiavi nelle piantagioni di cotone.

Meghan ha sempre rivendicato con orgoglio le sue origini e, all'indomani del fidanzamento con Harry, aveva definito "deprimenti" gli insulti razziali ricevuti non solo via social network, ma persino da parte dalla stampa inglese.

Il suo ingresso all'interno della royal family ha un valore simbolico altissimo, ma per comprenderne il potenziale bisogna analizzarlo da tutti i punti di vista possibili.

L'entusiasmo dei sudditi 

A sentire quello che mormora la gente a poche settimane dal matrimonio che si celebrerà il 19 maggio, la Markle piace all'Inghilterra multietnica, agli studenti birazziali, ai ragazzi che frequentano il college e che intravedono in Meghan la possibilità di avere a corte una una persona in grado di svecchiare l'immagine aristocratica e conservatrice della Corona.

Del resto, però, solo nella storia più recente della famiglia Windsor, non sono mancati gli episodi di razzismo e le gaffe più o meno volontarie dei vari membri della royal family.

L'umorismo "british" dei Windsor

Carlo, ad esempio. Qualche anno fa ha chiesto a una giornalista dalla pelle scura da dove venisse e quando lei gli ha risposto: "Da Manchester" il Principe ha chiosato con un: "Non sembrerebbe".

Il Duca di Edimburgo era famoso per le sue battutacce razziste e lo stesso Harry, nel 2005, si era recato a una festa in maschera vestito da nazista mettendo in imbarazzo la Corona. Quando Lady Diana, per ben due volte, si era fidanzata con un islamico, la Regina aveva sudato freddo e, nel tempo, ogni elemento "ibrido" entrato all'interno della famiglia Windsor era stato, in qualche modo, allontanato.

Si dice poi che non tutti coloro che hanno votato per la Brexit siano razzisti, ma che tutti i razzisti hanno votato per la Brexit e anche con questo spirito da incastellamento medievale dovrà fare i conti Meghan.

Principessa rivoluzionaria o triste?

La Markle, in queste sue prime prove pubbliche da principessa, si sta dimostrando intelligente e libera. Veste in maniera moderna e cerca di rimanere fuori dalle logiche di palazzo. Per il matrimonio Harry e Meghan hanno chiesto beneficenza e non regali e hanno invitato 1.200 sudditi alla festa per condividere con loro un momento tanto speciale.

Se, una volta sposati, Meghan riuscirà (o le permetteranno) a mantenere la sua integrità potrebbe davvero diventare l'erede morale di Diana con il suo carico di umanità e di anticonformismo.

Ma l'Inghilterra non è l'America e diffidenza e snobbismo, passato l'entusiasmo iniziale, potrebbero schiacciarla e trasformarla nell'ennesima principessa triste alla corte di Sua Maestà.

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Barbara Massaro