Mussolini: 'Meloni l'anti-apparato Pdl? Ma de ché!'
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Mussolini: 'Meloni l'anti-apparato Pdl? Ma de ché!'

La deputata Pdl si ritira dalle primarie e avverte: 'Ma quali 20 candidature! C'è un regolamento che parla chiaro'

Stiamo facendo il gioco dell'oca o per queste primarie ci sono delle regole da rispettare?

Mentre, nonostante l'esplicito scetticismo del presidente Silvio Berlusconi, continuano a fioccare le autocandidature per le primarie del Pdl – oggi si parla addirittura di una ventina, come dell'annullamento - Alessandra Mussolini, che fu tra le prime ad annunciare la sua, è anche la prima a ritirarsi dalla corsa e a sollevare più di un dubbio sulla regolarità di quello che per il partito rischia, a suo avviso, di rappresentare più che un bagno di democrazia, “un'atrocità politica”.

Una decisione, quella della Mussolini, dettata dalla volontà, da una parte, di sottrarsi a “una bieca resa dei conti interna”, dall'altra, ai giochetti di qualcuno – leggi Giorgia Meloni – che tira fuori “le unghiette” contro il governo Monti solo ora, dopo che ne ha sempre dato l'appoggio durante il suo mandato.

Intanto entro domani il partito deciderà sul da farsi, e non è escluso che si arrivi ad annullare del tutto le consultazioni alle quali, a scanso di equivoci, mai e poi mai potranno davvero partecipare – come scrivono oggi diversi quotidiani - addirittura venti persone.

Perché? Semplice: non solo molto difficilmente riusciranno tutti a presentare le 10 mila firme richieste entro domenica, ma prima di questa scadenza sarebbe stato comunque necessario consegnare entro le 12 dello scorso 19 novembre un modulo di pre-disponibilità a candidarsi e, a quanto risulta a Panorama.it da fonti interne al Pdl, a farlo in tempi utili sarebbero stati al massimo in 11, due dei quali (Mussolini e Marra) si sono già fatti indietro.

Pertanto, anche ammesso che tutti quelli che si stanno facendo avanti in queste ore riuscissero a raccogliere le firme, qualora non avessero consegnato il modulo scaricabile dal sito del Pdl entro lunedì scorso, verrebbero comunque esclusi dalla competizione. Quindi, alla fine, non si conteranno più di 4-5 nomi.

On. Mussolini, perché ce l'ha tanto con Giorgia Meloni e le sue “unghiette”?

Perché non sopporto che gente come lei attacchi il partito, l'apparato, come se appartenesse a un altro mondo, come se non fosse stata lei per prima nell'ufficio di Presidenza, nel governo, come se non avesse ricevuto incarichi, non avesse anche lei fatto parte di quella corte dei miracoli raccolta intorno ad Alfano e al presidente Berlusconi. Queste primarie avrebbero potuto avere forse un senso se fossero state primarie di coalizione, se Alfano si fosse confrontato con Casini, con Maroni e non con questa gente qua.

Però tra “questa gente qua”, che anche dall'interno del Pdl sfida il segretario, fino a ieri c'era anche lei, Alessandra Mussolini. Perché allora se la prende proprio con la Meloni?

Perché lei vuole trasformare queste primarie in una lotta di correnti e in una lavanderia politica proprio a ridosso di una campagna elettorale che per noi è sicuramente difficile. Noi dobbiamo recuperare terreno, non fare una gara al massacro.

Ma non è che Meloni fa paura ad Alfano, al cosiddetto "apparato", a lei, perché è forte quanto Renzi è forte nei confronti di Bersani?

Il paragone Meloni-Renzi è del tutto infondato.

Perché?

Perché Renzi non è mai stato classe dirigente: è sindaco ma non è mai stato nell'ufficio di Presidenza, non è mai stato ministro. Lei, invece, è classe dirigente. Quindi mi chiedo: non poteva parlare prima con quella sua vocetta?

Non c'è speranza che le primarie facciano bene al Pdl quanto ne hanno fatto al Pd che nelle ultime settimane è passato dal 24% al 30%?

Potevano far bene al Pdl se anche noi avessimo iniziato prima. Nel Pd è da molto tempo ormai che si parla di programmi, di visioni dell'economia, di tematiche varie. Le primarie non possono ora far bene al Pdl, anzi penso che siano molto pericolose perché rischiano di trasformarsi in un boomerang atroce, uno strumento masochistico.

Ma Alfano le vuole fare a tutti i costi...

E Alfano così rischia grosso. Lui le vuole per essere legittimato, ma con quanto? Con 4 milioni di voti o con 30 mila?

Allora ha ragione Berlusconi ad essere molto più che scettico?

Ma certo! Se votiamo il 10 marzo, primarie così frettolose sono un'atrocità politica.

Come se ne esce allora?

Non facendole proprio. Ma se invece bisogna farle per forza, l'unica cosa che può risollevare le sorti è che Alfano prenda davvero oltre il 50% e che ci sia una partecipazione importante.

E lei ci crede?

No. Però ci spero. Altrimenti è la fine e quello che resterà sarà solo una sciacquata di panni interna.

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Claudia Daconto