Conchita Wurst: Il mio sogno proibito è Putin
Getty
Musica

Conchita Wurst: Il mio sogno proibito è Putin

A due mesi dal trionfo all’Eurovision, è diventata una star planetaria. Ma la regina del Gay pride di Londra che ha sfilato a Parigi per Jean Paul Gaultier vuole vincere un Grammy Award e convincere il presidente russo che sui gay si sbaglia

di Kathryn Bromwich

Sul suo volto non traspare alcun segno per la lunga giornata di traffico e ritardi; è preoccupata perché i suoi fan hanno dovuto attendere una mezz’ora in più. Deve ancora riprendersi dall’emozione per l’incontro con Ian McKellen, che l’ha accolta sul palco in una Trafalgar Square gremita ("Non sono mai stata presentata da un vero supereroe"). L’accoglienza dei fan l’ha profondamente commossa. "Non intendo affermare che i Pride organizzati in altre città siano meno belli, ma per Londra ho avuto un colpo di fulmine, quindi è stato un giorno molto speciale per me. Tutte le drag queen avevano un aspetto stupendo".

Il successo di Conchita sembra arrivato da un giorno all’altro, in realtà non è così: è da anni infatti che l’artista è attiva nel settore musicale. Nel 2007 Thomas Neuwirth, esuberante diciottenne dai lineamenti delicati, si piazzò secondo al talent televisivo austriaco Starmania. Entrò poi a far parte della boyband Jetzt Anders! (Ora diverso), ma ci restò poco. "Fu un fallimento ma è stata un’esperienza positiva, mi ha insegnato che ci si deve sempre rialzare in piedi". In quegli anni stava già lavorando alla creazione del suo personaggio: Conchita Wurst.

Cresciuto con la passione per l’Eurovision ("Lo adoravo e lo guardavo con mia madre. A quel tempo calcare un palcoscenico era solo un grande sogno"), Neuwirth era troppo giovane per comprendere l’importanza di Dana International, cantante transgender israeliana che vinse il concorso canoro nel 1998. Nel 2011 Tom assunse lo pseudonimo di Conchita e tentò per la prima volta la strada dell’Eurofestival. Alle selezioni nazionali la sua canzone arrivò seconda preceduta da Woki mit deim popo ("Agita il tuo culo"), brano trash del duo hip-hop Trackshittaz.

Quando Rise like a Phoenix è stata proclamata vincitrice della gara, Wurst era sotto choc. "Tutti saltavano intorno a me, le paillettes dorate cadevano ovunque, e io ho urlato al mio manager: “René, ho vinto?”. Quando ha annuito, ho pensato: “Oh mio Dio!”. Non riuscivo a crederci". Quando sono ritornati in Austria ad attenderli all’aeroporto hanno trovato orde di fan in delirio. La notizia della vittoria di Conchita è rimbalzata anche in tutta la comunità Lgbt mondiale, che l’ha eletta a icona e portavoce. "Ora ogni essere umano gay mi conosce: è sconvolgente".

È onorata di essere considerata dalla gente come un modello, ma teme di non riuscire a far fronte alle responsabilità che tale posizione comporta. "Non sono perfetta, faccio solo quello che ritengo giusto. Quindi se non riesco a soddisfare le aspettative della gente, mi dispiace, ma non è colpa mia. Non ho mai detto che avrei cambiato il mondo, ma ci provo, lo sa?". Ma non c’è solo consenso e ammirazione per Conchita. Alcuni austriaci hanno creato gruppi anti Conchita su Facebook, i russi si sono rasati la barba in segno di protesta, mentre capi della Chiesa e politici l’hanno infamata, arrivando a etichettarla come "pericolosa" e imputandole addirittura la responsabilità delle devastanti alluvioni nei Balcani.

"Buffo che la gente mi ritenga così potente. Mi feriscono solo le cattiverie pronunciate dalla gente che amo. Ci sono persone che vorrebbero uccidermi, ma io rispondo: “Mettiti in fila, tesoro”". "In Russia sono successi fatti orribili, vogliono catturare tutti gli omosessuali, mandarli via. Ma i gay hanno il diritto di vivere nel loro paese in pace e armonia". Ha qualche consiglio di moda per Putin? "No, ma devo ammettere: è un uomo affascinante. Riesco a separare gli ambiti, vede?".

Sostiene apertamente i matrimoni gay e le adozioni da parte delle persone dello stesso sesso ma non crede che il suo lavoro abbia una dimensione politica. "Il tema è l’uguaglianza, capisco che sia collegato alla politica, ma non dovrebbe. Assistiamo a episodi di bullismo e discriminazione per il colore della pelle, per la religione. Ma tutto questo deve finire. Il cambiamento" afferma "deve avvenire a livello personale. Nella maggior parte dei casi, sono modi per sfogare le proprie insicurezze sugli altri".

In Austria il rapporto con l’omofobia è cambiato negli anni. "Per un ragazzo che andava a scuola indossando abiti da donna, crescere in un paesino di campagna austriaco è sempre stato molto difficile. Essere gay non è la norma, non è consentito". Da adolescente, Tom si nascondeva spesso in soffitta dove si travestiva, realizzava vestiti e cantava. "Era il mio piccolo castello personale. Conchita era chiusa nell’armadio e non aveva il permesso di uscire". A 17 anni dichiarò la propria omosessualità. "Dissi: Ebbene sì, sono gay. E a chi mi lanciava insulti rispondevo: È proprio così!". L’atteggiamento dei suoi familiari fu di grande aiuto anche se "c’è voluto un po’ di tempo". Tom cominciò a travestirsi all’età di 14 anni e Conchita iniziò a prendere forma. La sua icona è Victoria Beckham ("Chic come nessun’altra") ma il look di Conchita si è evoluto negli anni. "È come crescere: ho provato ogni tipo di tinta e taglio di capelli. Ma ho sempre desiderato creare un personaggio di scena pieno di stile". Il divertimento è parte di questo processo. "Ti trucchi il viso, cambi look. Qualunque ragazza dovrebbe avere per migliore amica una drag queen. Indossando abiti femminili ho imparato che non esistono regole, l’importante è sentirsi a proprio agio".

Barba a parte, l’unico indizio sul sesso di Neuwirth sono le braccia ben definite, mentre le mani sono fresche di manicure e sfoggiano unghie dipinte di smalto trasparente. Le due identità coesistono come "due cuori che battono nello stesso petto. Hanno un passato diverso: Neuwirth è nato a Gmunden, Conchita viene dai monti della Colombia e ha un marito fittizio, l’artista di burlesque Jacques Patriaque ("Una favola, in realtà è un mio caro amico").

La creazione di un alter ego, come Ziggy Stardust o Slim Shady, è stato un modo per gestire le pressioni legate a fama e ansia da prestazione. "Riesco a esprimermi meglio sul palco. Come Beyoncé con il suo alias Sasha Fierce, forse, o Lady Gaga con i suoi costumi di scena". Conchita è anche un modo per proteggere la vita privata di Tom. "Non mi lascio fotografare senza trucco, la maggior parte delle persone sono gentili e rispettose, ma non sopporto quando scattano dei selfie con me sullo sfondo. È un comportamento maleducato, lo dovrebbero almeno chiedere". Conchita è un’artista drag, non un transgender e tornare a essere di nuovo Tom a fine giornata può essere un sollievo. "Come tutti, sono felice di rientrare a casa, togliermi gli abiti indossati al lavoro e rilassarmi. È un livello di relax e di stress completamente diverso. Amo essere un ragazzo quando mi tolgo la parrucca, non mi sognerei mai di cambiare la mia situazione".

Sono circolate numerose indiscrezioni circa la futura carriera di Conchita: secondo alcuni gossip sarebbe in procinto di aprire i concerti di Lady Gaga ("Vorrei che fosse vero"), mentre altre voci la vedono nel cast della prossima edizione del reality Celebrity Big Brother ("No! Assolutamente no, è un puro pettegolezzo"). In realtà, ritornerà nello studio di registrazione per lavorare a un album che comprenderà ballate ispirate da Shirley Bassey, Tina Turner e Cher e pezzi più veloci. Non è un segreto che l’ambizione di Conchita sia vincere un Grammy: "Mi piace avere obiettivi importanti". E la barba? La accompagnerà sempre nella sua carriera professionale? "Mai dire mai. Ma se penso a Conchita, lei non può essere altro che una donna barbuta".

Leggi Panorama Online

I più letti

avatar-icon

Panorama