Missili Stinger per i ribelli siriani
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Missili Stinger per i ribelli siriani

Come i mujhaiddin afghani anche i miliziani anti-Assad ricevono i missili antiaerei

Il missile antiaereo portatile Stinger rischia di passare alla storia come l’arma dei combattenti per la libertà, i “freedom fighter” di reaganiana memoria che negli anni ottanta ricevettero l’aiuto militare di Washington per combattere i regimi comunisti e i sovietici in Afghanistan e in Angola. Nelle mami dei mujhaiddin afghani e dei guerriglieri angolani dell’Unita gli Stinger si rivelarono armi risolutive per determinare il ritiro sovietico da Kabul e i negoziati di pace a Luanda mentre le forze del Ciad li utilizzarono per respingere l’invasione libica nel 1987.

Almeno 300 elicotteri ed aerei di Mosca vennero abbattuti tra il 1986 e il 1989 dal missile fornito dalla CIA ai miliziani afghani in un numero di esemplari stimato tra i mille e i 2mila. La presenza dell’arma, efficace fino a quasi 4 mila metri di quota e fino a 5 chilometri di distanza dal punto di lancio, impose l’adozione di nuove tattiche agli aerei d’attacco rendendone meno precisi i raids. Oggi gli Stinger sono arrivati nelle mani dell'Esercito siriano libero (Esl) determinando un salto di qualità nel supporto militare che occidentali e arabi offrono agli insorti.

La loro presenza potrebbero compromettere la supremazia dell’aeronautica di Bashar Assad che finora ha impiegato indisturbata aerei ed elicotteri registrando perdite limitate a mezza dozzina di velivoli colpiti da cannoni antiaerei o caduti per guasti tecnici.Prodotto dalla statunitense Raytheon e su licenza in alcuni Paesi stranieri inclusa la Turchia, lo Stinger è lungo un metro e mezzo, pesa 16 chili, e vola a oltre 2 mila chilometri orari seguendo l fonte di calore generato dai motori dei velivoli. Secondo la televisione al-Arabya sono 14 i lanciamissili forniti dalla Turchia all’Esl ma già a inizio agosto il sito israeliano Debka aveva rivelato forniture per una trentina di esemplari avviate con il via libera di Washington e destinati a proteggere il corridoio logistico che dal confine turco porta rifornimenti ai miliziani ad Aleppo.

La Casa Bianca si è impegnata a fornire aiuti “non letali” ai ribelli siriani per 25 milioni di dollari ma è noto che da tempo la Cia opera lungo il confine turco-siriano mentre, a differenza di quanto fece Ronald Reagan, Obama preferisce lasciare gli alleati il compito di “sporcarsi le mani”. Gli analisti israeliani valutano che i ribelli siriani abbiano bisogno di almeno 300 o 400 Stinger ma la diffusione capillare di quest’arma rischia di presentare gli stessi problemi che pose in Afghanistan dove, dopo il ritiro sovietico, Washington spese 55 milioni di dollari per ricomprare gli Stinger dai mujhaiddin temendo che le armi potessero finire in mano a terroristi pronti ad usarli contro aerei civili.

Gli americani riuscirono a recuperarne solo 300 esemplari pagandoli a peso d’oro ma altri vennero acquistati  ormai in pessime condizioni di manutenzione dopo l’invasione  dell’Afghanistan dei talebani. Il problema potrebbe porsi di nuovo in modo anche più grave poiché è difficile controllare a chi finiranno gli Stinger forniti ai ribelli siriani tra i quali le milizie di al-Qaeda e altri gruppi jihadisti stanno assumendo un peso numerico e bellico crescente.

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Gianandrea Gaiani