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Perché l'Italia bombarderà l'Isis in Iraq

Molta cautela nel governo sull'eventuale impiego dei tornado in raid contro il Califfato: necessario comunque l'ok del Parlamento

Continua a essere molto cauto il governo italiano in merito alla partecipazione ai bombardamenti della coalizione anti Isis in Iraq.

L'anticipazione del Corriere della Sera di ieri ha messo in imbarazzo il ministero della difesa e quello degli esteri che si sono affrettati, prima Gentiloni in verità e poi Pinotti, in serata, a esprimere dubbi, dinstinguo, cautela, anche se non ci sono state smentite.

"È scontato - dice il ministro della Difera Roberta Pinotti davanti alle commissioni esteri e difesa di Camera e Senato - che il governo riferirà al Parlamento" qualora l'ipotesi diventasse realtà.

ITALIA, TORNADO ANSA/CENTIMETRI, clic per ingrandire


"Prima passeremo dal Parlamento"
"Stiamo valutando possibili, ulteriori ruoli per l'utilizzo dei velivoli in teatro - prosegue il titolare della Difesa - ma non c'e' nulla di deciso". "Una cosa è certa - aggiunge il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - l'Italia non ha preso nuove decisioni sull'utilizzo dei nostri aerei e, se dovesse prenderle, il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgerebbe, come è ovvio e doveroso, il Parlamento.

Polemica politica
Nonostante le rassicurazioni della Difesa, scoppia la polemica politica, con Beppe Grillo in prima linea: "è - sostiene - un'azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento". Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, sottolinea che contro la minaccia del terrorismo fondamentalista "è necessaria la collaborazione di tutti. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema".

Che caccia italiani bombardino nell'ambito di missioni internazionali non sarebbe una novità.
È già accaduto negli anni scorsi in Libia, in Afghanistan, in Kosovo, nel Golfo Persico.

Modifiche agli aerei
Dopo l'ok del Parlamento ci vorrà del tempo per riconfigurare e dotare degli armamenti adeguati i 4 Tornado attualmente dispiegati in versione Ids (per la ricognizione e la sorveglianza, dunque senza bombe) nella base del Kuwait nell'ambito dell'operazione 'Inherent resolve' contro l'Isis.

Da tempo Washington pressa gli alleati per ottenere un maggiore impegno operativo nella coalizione che sta contrastando il Califfato in Siria ed i Iraq, senza tuttavia ottenere i risultati sperati.

Cosa fanno gli italiani
L'Italia impiega 530 militari, 2 aerei senza pilota Predator e un velivolo da rifornimento in volo KC 767, oltre ai 4 Tornado. Ad Erbil (nel Kurdistan) e a Baghdad, inoltre, gli italiani stanno addestrando le forze di sicurezza curde (peshmerga).

I bombardamenti sarebbero un passaggio importante: i raid dei caccia italiani contro obiettivi mirati servirebbero supportare in maniera più decisa la resistenza dei peshmerga.

Un primo scambio di idee tra il segretario alla Difesa Usa Ash Carter ed il ministro della difesa Pinotti c'è stato ieri a Sigonella e oggi a Roma ci sarà il bilaterale vero e proprio focalizzato sulla coalizione anti-Isis.

Solo pochi giorni fa a New York il premer Matteo Renzi aveva assicurato al presidente Usa Barack Obama un "sostegno risoluto sul fronte dell'azione antiterrorismo". L'ipotesi in campo ha, come accade sempre in questi casi, scatenato la polemica politica. 

Ma perché l'Italia dovrebbe bombardare l'Isis in Iraq
Come spiega Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa,

"In termini politici Roma potrebbe oggi avere interesse ad autorizzare l’impiego bellico dei Tornado (e forse anche aumentarne il numero schierando in Kuwait una o due coppie di nuovi velivoli dalla base di Ghedi del 6° Stormo) barattandolo con il supporto degli Stati Uniti nel sostenere la leadership italiana in un’ipotetica missione dell’Onu in Libia.

Obiettivo che sembra essere una priorità per il governo Renzi benché quella missione abbia attualmente poche speranze di vedere la luce anche perché nessuna fazione libica è disposta ad accettare la presenza militare straniera sul terreno ma solo in termini di supporto awereo (come accadde nella guerra del 2011 contro Muammar Gheddafi)."

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6 ottobre 2015

Aerei italiani per bombardare l'Isis in Iraq?
Sì, forse.
L'anticipazione del Corriere della Sera di questa mattina ha portato il ministero della Difesa ha dire che si tratta solo di "ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento".

"Come è noto l'Italia è parte di una coalizione internazionale ed è già impegnata con un'azione non attiva in termini di bombardamento".  Sottolinea invece al Gr3 il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre.

"Ci è stata fatta una richiesta in tal senso - precisa Latorre - e naturalmente il Governo dovrà valutare questi aspetti e soprattutto preventivamente informare il Parlamento. Allo stato non c'è nessuna decisione di questo tipo. Inoltre le regole di ingaggio non sono cambiate".

Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, gli aerei italiani avranno nelle prossime ore il compito di bombardare zone dell'Iraq controllate dallo Stato Islamico.

I tornado della nostra areonautica verranno configurati come cacciabombardieri e non più come velivoli da ricognizione
L'Italia partecipa alla coalizione da un anno con quattro Tornado del Sesto stormo di Ghedi, un aereo Cisterna KC767 e alcuni droni Predator privi di armamento. 

La notizia si è diffusa poche ore dopo la visita nella base di Sigonella e poi a Roma del Segretario alla Difesa Statunitense Ashton Carter.

Niente Siria invece per i nostri aerei.

Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, è stato il governo iracheno a chiedere all'Italia di intervenire cosa che non ha fatto Damasco che si è invece rivolto soltanto alla Russia.

La guerra all'Isis

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HAIDAR MOHAMMED ALI/AFP/Getty Images
Militari di una unità di mobilitazione popolare contro l'Isis nei pressi di Fallujah, Iraq, 10 settembre 2015

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