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La lettera di Ratzinger a Bergoglio, spiegata bene

La missiva ha un significato: mettere fine a quanti portano avanti la campagna di pregiudizi sulla contrapposizione tra i due Papi

Ma perchè il papa emerito Benedetto XVI è sceso apertamente in campo con una lettera scritta in difesa di papa Francesco? La domanda sta circolando da ieri dentro le mura vaticane appena la presa di posizione di Ratzinger pro Bergoglio è stata resa di pubblico dominio dal prefetto della Segreteria della Comunicazione, monsignor Dario Viganò, destinatario del testo-bomba nel quale Benedetto scrive, tra l'altro, che “è solo frutto di stolto pregiudizio pensare che Francesco non sia in continuità col mio pontificato”.

Mai Joseph Ratzinger – sia da cardinale che da papa – si era espresso con parole tanto severe, puntuali e chiare. Frase, per di più, scritta in difesa di Jorge Mario Bergoglio, il primo pontefice argentino che 5 anni fa, il 13 marzo 2013, fu eletto al Soglio di Pietro col nome di Francesco.

Una mossa inedita, dalla valenza storica che “ha portato una ventata di chiarezza all'interno della Chiesa e un servizio a tutto il popolo di Dio”, commenta il cardinale Elio Sgreccia, fine biomoralista, presidente emerito dell'Accademia della Vita, stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco. “Una presa di posizione – ragiona il porporato - assunta dal papa emerito per mettere definitivamente la parola fine a quanti, anche all'interno delle istituzioni ecclesiastiche, da troppo tempo ormai stanno portando avanti una campagna fatta di pregiudizi, pressapochismi, false verità su papa Francesco, presentato, a torto, in contrapposizione a papa Ratzinger”.

"È un atto di verità squisita, maturato da tempo – aggiunge il cardinale moralista – ma che significativamente Benedetto XVI ha reso pubblico nel quinto anniversario della sua rinunzia al papato e della elezione di papa Francesco”. Va anche detto, ragiona il porporato, che “è stata una iniziativa libera, spontanea, di grande servizio al bene della Chiesa all'insegna di stima e fraternità nei confronti di Francesco, verso il quale Ratzinger ha sempre nutrito sentimenti di obbedienza e di totale fiducia, vedendo nella sua opera riformatrice una perfetta continuità con i suoi otto anni di pontificato".

Se Benedetto XVI ha deciso di esternare, ancora una volta la sua filiale stima e la sua totale obbedienza a papa Bergoglio evidentemente "si era reso conto che per il bene della Chiesa non poteva più tacere e che doveva smentire tutte quelle voci distorte e fuorvianti che hanno tentato di falsare il suo rapporto con Francesco”.

Il rapporto tra i due Papi

In realtà, i rapporti di Bergoglio e Ratzinger sono stati sempre sinceri, lineari e costruttivi fin dalla sera dell'elezione di Francesco, quando, prima di affacciarsi per la prima volta dalla Loggia delle Benedizioni della basilica di S.Pietro, telefonò al papa emerito, che subito gli manifestò “obbedienza totale”. Parole che il papa neo eletto ricambiò ringraziando e chiedendo però a papa Ratzinger “di pregare per me”. E così è stato.

Ma con qualche “cosa” di più, perchè mai un papa in carica finora era stato pubblicamente difeso e appoggiato dal suo predecessore ancora vivente. La tragica fine di Celestino V, il papa che oltre 8 secoli fa si dimise, lo dimostra ampiamente. Come pure le vicende altrettanto tragiche a cui andarono incontro gli altri pochi pontefici che nei primi secoli di vita del cristianesimo furono costretti ad abbandonare la Navicella di Pietro.

Con Ratzinger è stato tutto diverso e tutto si è svolto in perfetta armonia, anche se, onestamente, non tutti ancora dentro e fuori il Vaticano sono pienamente consapevoli del “perché” l'11 febbraio 2013 annunciò ai cardinali riuniti in Concistoro che il 28 febbraio successivo avrebbe rinunziato al papato, dichiarando subito “pieno, convinta e fraterna obbedienza” al  futuro pontefice.

Nessuna divisione

In seguito, in più occasioni Bergoglio – che più volte lo ha visitato nell'ex monastero chiedendogli anche consigli – ha parlato del papa emerito come di “un nonno sapiente sempre disposto ad ascoltare e a dare suggerimenti” per il bene e la gloria della Chiesa.

Sentimenti emersi anche nella lettera che Ratzinger ha scritto al prefetto Viganò nella quale tuona, in particolare, contro “lo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi".

Al contrario, per il papa emerito “Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica” e “c'è continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento". Dopo queste parole si placheranno gli animi di chi punta a mettere l'uno contro l'altro i due pontefici?

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Orazio La Rocca