La Sicilia e il museo dello spreco italiano
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La Sicilia e il museo dello spreco italiano

La Corte dei Conti ha iniziato a condannare i consiglieri regionali protagonisti delle "spese pazze" e precursori del Satyricon delle Regioni

Non meritano una condanna ma bensì un riconoscimento. Sotto il giudizio severo della Corte dei Conti, che ha iniziato a castigare e punire, stanno per essere “perseguitati” ben 7 ex capigruppo dell’Assemblea Regionale Siciliana, sette campioni del «si era fatto sempre così».

Accusati di aver commesso un catalogo di bizzarrie: dalla messa a suffragio del defunto a carico della Regione al leasing per l’autoblù, i sette deputati regionali avrebbero provocato un danno erariale di due milioni di euro, denaro destinato all’uso più spericolato con giustificazioni ancora più acrobatiche.

Dal 2008 al 2012, ed è la Corte a dirlo, la politica siciliana ha infatti speso di tutto, anzi tutto, a riprova che è la sfrenatezza a infiammare la fantasia. Il regime democratico si è quindi trasformato in demofagia. La Corte contesta 62 mila euro per pranzi e cene a Titti Bufardeci; 72 mila euro di cibo consumato alla buvette che l’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, avrebbe autorizzato. E poi ci sono: 40 agende per Cateno De Luca (4 mila euro la spesa); 1000 euro per saldare l’Ici di un sindaco, 31 mila euro di spese per Cataldo Fiorenza che comprendono anche i balocchi perché la politica anche da adulti rimane sempre un gioco ludico. E allora: 188,90 euro per lavare la propria auto sono minchionaggine o peculato? Ancora, 31 mila euro di spese al supermercato sono diaria o malversazione? Per la Corte dei Conti che ha il compito di incasellare nel diritto gli abusi e di sanzionare con le pene la leggerezza, quelle comunemente chiamate spese pazze sono invece reati concreti.

Eppure chi ama il paradosso e il pensiero irregolare, non può non riconoscere che i sette ex capigruppo hanno fatto bene a un intero paese. Arrampicandosi e pasticciando sulle note spese, è grazie a loro che l’Italia ha guardato per la prima volta l’abisso di tutti i consigli regionali. Ed è stato per eguagliare i privilegi della Sicilia se la Regione Lazio è stata scoperchiata e oggi ha iniziato a fare pulizia così come in Veneto, Sardegna, Lombardia …

Che si faccia quindi a Palazzo dei Normanni, sede del consiglio regionale siciliano, il primo museo dello spreco italiano, un museo unico nel suo genere, che siamo sicuri piacerebbe a Matteo Renzi. Solo lì chiunque potrebbe ammirare come documento storico lo scontrino malandrino e il rimborso furbetto, reperti e testimonianze dello scialo di un’epoca. Per tenere aperto il museo non ci sarebbe neppure bisogno di assumere altri custodi che la Sicilia sempre lamenta nonostante sia la Regione che più ne disponga. Chi meglio di quei sette pionieri ed esploratori che hanno scritto il Satyricon di Regione potrebbe presidiare i corridoi del nuovo museo? Sono sette e perfino ex deputati…

 

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Carmelo Caruso