La flotta iraniana nelle acque americane
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La flotta iraniana nelle acque americane

Le navi di Teheran navigheranno lungo le coste americane ma solo con l’aiuto del Venezuela

Meglio precisarlo subito: la minaccia non è di quelle che toglieranno il sonno ai vertici del Pentagono e l’ultima provocazione di Teheran potrà essere annoverata tra le numerose "sparate" alle quali il regime degli ayatollah ci ha abituato negli ultimi decenni. Nei giorni scorsi, il comandante della Marina iraniana, il contrammiraglio Habibollah Sayyari, ha ribadito l’intenzione di inviare nei prossimi anni navi da guerra davanti alle coste degli Stati Uniti quale reazione alla presenza della Quinta flotta americana nel Golfo Persico.

La notizia, riportata dall'agenzia iraniana Fars, non è nuova poiché il progetto di inviare navi da guerra lungo le coste del Grande Satana (così gli ayatollah chiamano gli Stati Uniti) era stato annunciato almeno altre due volte dai vertici militari di Teheran. Un primo annuncio in proposito risale al luglio dell'anno scorso e un anno or sono Sayyari aveva reso nota l’esistenza di piani per dislocare navi “vicino ai confini marittimi degli Stati Uniti” dato che questa e altre “potenze arroganti sono presenti vicino ai nostri confini marittimi”.

Parlando alle celebrazioni dell’anniversario dell'inizio della guerra Iran-Iraq, il contrammiraglio non ha fornito altri dettagli sulla futura operazione ma è evidente che le forze navali iraniane possono a mala pena permettersi di uscire dal Golfo Persico o di inviare per pochi giorni una fregata e un rifornitore nel Mediterraneo, come fecero nel febbraio 2011.

La flotta iraniana è composta per lo più da motovedette e naviglio leggero, adatto a combattere nelle acque ristrette del Golfo Persico, mentre per le operazioni d’altura sono disponibili tre vecchissime fregate di costruzione britannica e due nuove unità realizzare nei cantieri nazionali oltre a tre sottomarini di costruzione russa tipo Kilo. Negli ultimi due anni, l'Iran ha impiegato queste navi per pattugliare le vicine acque somale in funzione anti-pirateria ma inviare e mantenere un gruppo navale anche limitato a due o tre unità nei pressi della costa statunitense è una mission impossible per la marina di Teheran.

A meno che non ci sia in ballo un accordo con il Venezuela di Hugo Chavez, grande amico di Mahmoud Ahmadinejad, che potrebbe offrire alla flotta iraniana una base logistica nel Mar dei Caraibi nella quale basare alcune navi e sottomarini. Anche in questi caso, l’operazione iraniana non avrebbe alcun valore militare ma solo propagandistico e simbolico. Una risposta orgogliosa alla massiccia presenza della marina statunitense nelle acque del Golfo dove la Quinta Flotta dell’US Navy ha il suo comando a Manama, in Bahrain, a poche miglia dalle coste iraniane.

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Gianandrea Gaiani