Isis: storia di Valbona, da casalinga a militante della jihad
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Isis: storia di Valbona, da casalinga a militante della jihad

La donna, albanese residente in provincia di Lecco, è scappata in Siria con il figlio di 6 anni. Ora è ricercata per terrorismo internazionale

Da casalinga con tre figli fino a soldato del'Isis. È la parabola descritta oggi in conferenza stampa da Alberto Nobili, capo dell'antiterrorismo milanese, parlando di Valbona Berisha, la donna che il 17 dicembre 2014 è fuggita in Siria, portando con sé il terzogenito, un bimbo di soli sei anni, e che ora è destinataria di un provvedimento di arresto per terrorismo internazionale.

Nobili ha raccontato che la famiglia, di fede musulmana moderata, della donna è in Italia dal 2000 e vive a Barzago, in provincia di Lecco. Il marito è muratore e ha 13 anni più di lei. La coppia ha tre figli: al momento della fuga di lei le due femmine avevano 11 e 10 anni e il più piccolo 6 anni. Improvvisamente, in un contesto familiare non certo sereno, in quanto tra marito e moglie ci sarebbero stati dei contrasti, Valbona Berisha comincia a "intraprendere un percorso di radicalizzazione" e dopo una vita in un certo qual modo "laica" inizia a studiare in "modo esasperato" il Corano e viene indottrinata, via internet, da diversi imam e persone estremiste.

Da lì la sua decisione di partire per contribuire alla causa dell'Isis e farsi "soldato" e diventare una combattente, anche se in genere l'Isis non riserva questo compito alle donne. La 32enne albanese voleva diventasse combattente anche il figlioletto: il suo obiettivo era che l'unico figlio maschio fosse un "futuro martire". A denunciarne la scomparsa è stato il 18 dicembre di due anni fa il marito, il giorno dopo la scomparsa della moglie e del bambino.

Valbona Berisha era entrata in contatto, tramite internet, con le "alte sfere dell'Isis" e con persone capaci di influenzare rapidamente la sua radicalizzazione. Tra loro, è stato spiegato stamattina nel corso della conferenza stampa sull'inchiesta coordinata dall'antiterrorismo milanese, un "conclamato foreign fighter" di origine serba, di nome Selimoviq Mendush. L'uomo (morto nel febbraio 2015 combattendo nei territori dello stato islamico) avrebbe acquistato, pagandoli in contanti in un'agenzia kosovara, il biglietto aereo per la donna e il figlioletto di sei anni, partiti il 17 dicembre 2014 da Orio al Serio per Istanbul. La donna "è riuscita a penetrare in un tessuto di estremismo al punto da riuscire ad entrare in contatto diretto con un foreign fighter, un terrorista conclamato". Nobili ha poi aggiunto che la 32enne "aveva bisogno di un forte credo" prima di decidere definitivamente di abbandonare la sua vita "occidentale", e avrebbe cercato, prendendo spunto da piu' fonti su Internet, di "indottrinare se stessa al martirio e a un'interpretazione estrema dell'Islam e del Corano.

Come è stato riferito, sui computer lasciati in Italia dalla Berisha sono stati trovati filmati significativi, in alcuni dei quali si vedono bambini che si addestrano coi kalashnikov. Il cellulare che le aveva regalato il cognato e sul quale era installato un gps, ha consentito agli investigatori di "seguirla" nel suo viaggio in Siria. Nei confronti della donna a Lecco è aperto un fascicolo per sottrazione di minore.

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Redazione