Il viceré di Grillo: "Così ci prenderemo la Sicilia"
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Il viceré di Grillo: "Così ci prenderemo la Sicilia"

Si chiama Giancarlo Cancelleri ed è il prossimo candidato governatore del M5S. "Lo Statuto speciale ce lo teniamo ma i forestali li ridurremo"

La Sicilia sarà un altro catastrofico trionfo? «E se invece si rivelasse la più straordinaria prova di governo del M5S?» A Roma siete stati eletti ma non governate. «Per camminare abbiamo bisogno di inciampare». A Palermo, alle scorse elezioni comunali, avete presentato liste con firme false e pasticciate. Le “Iene” vi hanno smascherato e la magistratura vi sta indagando. «Sono il primo a volere chiarezza. Chi ha sbagliato deve essere espulso. Un partito che si candida a governare non può commettere questi errori».

Non è che dopo Roma rischiate di inabissare la Sicilia? «È una terra che galleggia. Con noi può volare». In Sicilia a volare è solo il debito. 8 miliardi di euro. Davvero credete di dirigerla? «Di sicuro è difficile continuare a sfasciarla».

Nell’isola, dove le elezioni regionali è meglio perderle, il M5S è candidato a vincere. Alle prossime elezioni del 2017, Giancarlo Cancelleri, un ex magazziniere, può essere eletto viceré. A Palermo, durante il raduno “Italia a Cinque stelle”, Beppe Grillo lo ha infatti investito con l’abbraccio e la stretta che nel Movimento indicano il grado e la gerarchia. Cancelleri gareggia a presidente dopo essere stato capogruppo all’Assemblea Regionale e candidato governatore nel 2012, «ma solo perché non c’era nessuno che volesse farlo. Sono stato scelto con i voti dei delegati». Quanti? «40. Erano gli inizi. Non sapevamo neppure presiedere una riunione».

Oggi, in Sicilia, il M5S è nomenklatura. In consiglio regionale 14 sono i consiglieri mentre 8 sono i comuni amministrati di cui uno già perduto, Gela. Il sindaco è infatti stato espulso da Grillo con i soliti modi spicci che tutti conoscono: un post come addio, l’insulto come augurio.

Ebbene, non crede che Grillo possa cacciare pure lei? «Ma io non sono stato neppure designato, sarà il web a stabilirlo. Credo che possa espellermi, ma soltanto se litigassi con Elena che poi è la mia compagna». Attivista? «Si. È più brava di me ed è amata da Beppe». Beppe preferisce Elena? «La più lunga campagna elettorale che Grillo abbia mai fatto è stata quella in Sicilia del 2012. Per 20 giorni abbiamo vissuto fianco a fianco». Una specie di Erasmus del “Vaffanculo”? «Ci siamo conosciuti ridendo ma ci siamo compresi tacendo». Grillo capace di silenzi è inverosimile. «Non è vero. Sa parlare sottovoce. Ed è un gentiluomo. A tavola versa prima l’acqua alle donne».

La verità è che Grillo ha imbruttito il paese. Ai giornalisti promette calci e scaracchi. Proprio a Palermo, mentre proteggevate Virginia Raggi, Giulia Zaccariello, una giornalista de ‘Il Fatto quotidiano’, veniva schiaffeggiata. «Chi l’ha fatto è un imbecille. E riconosco senza infingimenti che ci sono state frasi sbagliate. Ma è pure vero che senza le provocazioni di Grillo la stampa ci avrebbe dimenticato».

Voluto da Grillo ma confermato dal web, che ha il compito di bollinatura, Cancelleri è stato nominato membro del comitato d’appello, il tribunalino che all’interno del M5S promulga la scomunica, determina la messa al bando degli apostati.

Qui a Palermo dicono che dopo Rosario Crocetta solo Cancelleri possa essere governatore. «Per la Sicilia siamo l’ultima possibilità. Ci colpiranno». Torniamo al complotto? Anche qui ce n’è uno per farvi vincere, come diceva Paola Taverna a Roma? .

Nato a Caltanissetta, Cancelleri ha 41 anni. È un geometra: «Ma l’azienda ha chiuso. Oggi sono disoccupato». Nel movimento, sbandati e disoccupati hanno trovato casa, rifugio e forse anche un mestiere. Tra questi c’è anche lei? «Ed è qui che vi sbagliate. Per chi fa parte del M5S la politica rimane una parentesi».

A Palazzo d’Orleans, sede dell’Ars, al M5S sono state assegnate quattro stanze di fronte alla Cappella Palatina adornata di oro e mosaici. Entrando negli uffici contiamo tutti i “no” che riempiono le pareti: “No triv”, “No ponte”, “No nucleare”, “No Muos”, oltre al no al referendum costituzionale che si sa è sottointeso e quello alle olimpiadi che è stato ratificato. «Vi fermate ai ‘no’ ma non contate i ‘sì’. Non siamo solo di protesta ma sappiamo essere di proposta».

Cominciamo. Abolireste lo statuto speciale? «Questo è un altro ‘no’ ma solo perché lo Statuto è una carta interessante per operare scelte coraggiose».

In realtà è stato il salvacondotto per praticare rapine, conservare benefici. «È stato lo scudo della peggiore politica ma può essere la via per essere isolani e non isolati». Non sono le stesse frasi di tutti gli autonomisti? «Voglio conservare lo statuto perché la Sicilia ha problemi diversi rispetto alla Lombardia, ma voglio stracciare quella legge che equipara la nostra assemblea regionale al Senato, quello sì, un privilegio feudale, un ritardo democratico».

Matteo Renzi però vi ha preceduto abolendo il Senato. »Ma noi possiamo fare meglio. Dimezzare il consiglio regionale da 90 a 50 consiglieri. E bisogna estirpare i vitalizi. In Sicilia il vitalizio è per sempre. Oggi spendiamo 17 milioni di euro ogni anno per sostenere figli, nipoti di ex onorevoli». Il taglio agli stipendi è una frase logora più del ponte che Renzi promette sullo Stretto. «In Sicilia si deve ancora tagliare. Oggi un consigliere regionale di altri partiti guadagna 7100 euro netti. Noi 4100 euro».

Abbassare lo stipendio di 70 deputati è certamente più semplice che tagliare 28 mila forestali. Pensate davvero di salvare la Sicilia così? «È arrivato il momento di incentivare l’esodo». Dunque li licenzierete. «Bisogna pensare a una dieta. Rimarranno quelli necessari. La Sicilia ha 5 milioni di abitanti. 28 mila forestali non la fermeranno. Non possiamo più distribuire sussidi ma possiamo distribuire sussidiari per chi vuole fare piccola e media impresa».

Come in parlamento anche in Sicilia il M5S promette l’estensione del reddito di cittadinanza. Quanti soldi servirebbero? «700 milioni di euro. Anche lo Svimez ha studiato la nostra proposta».

Gli accademici studiano le stramberie per cercare di curare gli strambi. «Il reddito di cittadinanza sarà la prima cosa che realizzeremo se dovessimo prendere il potere». Ma non si sa dove prenderete il denaro. «Taglieremo le società partecipate, chiederemo allo Stato centrale di compartecipare. Disboscheremo gli enti che qui in Sicilia sono ancora una terra ignota». Il vostro reddito di cittadinanza è alla fine il solito sussidio «È un investimento e non una rendita. Lo riceverà solo chi accetterà di reinventarsi, chi si sottoporrà a veri corsi di formazione».

Dal volto rotondo, Cancelleri ha le guance avvampate e la barba saturnina, ma dice di praticare la calma. Con i giornalisti ha litigato pure lui ma, a differenza di Grillo, rivela che dopo ha fatto amicizia. Nomi? «Uno di questi è Gianni Riotta. Ci criticava aspramente ma adesso ci incoraggia e ci cerca. Con Pietrangelo Buttafuoco abbiamo invece aperto un dialogo. Ci guarda con interesse e da noi viene riguardato».

Vi ha consigliato di dichiarare il default della Sicilia. «È tecnicamente impossibile ma possiamo fare un’operazione interessante su debito e bilancio». Quale? «Possiamo chiedere a 5000 abitanti, sorteggiati, di esprimersi sul bilancio regionale. Possiamo chiuderli in un albergo per due giorni e così dargli la possibilità di valutarlo».

Sembra un incrocio tra il ‘Grande Fratello’ e un seminario mondiale di mattoidi. «E invece lo fanno negli Usa, a San Francisco, con ottimi risultati». Allargate la democrazia ma non riuscite a esercitare il comando. «In Sicilia stiamo già stilando la lista e ragionando sui nomi. Saranno consiglieri che hanno dimostrato talenti e specificità. Uomini di fiducia e non sconosciuti». Era a conoscenza di quanto è accaduto alle scorse elezioni di Palermo del 2012? «Grillo lo ha definito, in un post, il dramma dell’ignoranza. Non sapevo nulla ma di sicuro so che se gli inquirenti dimostreranno responsabilità non esiteremo ad allontanare i responsabili». Non è responsabile pure lei di queste liste pataccate? «No, nella maniera più assoluta. Nel 2012 ero responsabile del meet up di Caltanissetta e non di Palermo. Ogni meet up si gestisce in autonomia».

L’unico autonomo del M5S, Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, lo avete costretto ad andare via. «Sono tra chi pensa che Pizzarotti abbia amministrato bene».

Nel M5S non si contano gli incroci tra parenti. Anche la sorella di Cancelleri, Azzurra, è deputata in parlamento. Nel M5S si stanno costituendo clan e si respira l’aria chiusa delle famiglie fatta di paura e sottomissione. «Ci vede impauriti? Nessuno sorride quanto noi. E per quanto riguarda mia sorella non mi imbarazza la sua elezione. Azzurra ha una sua storia che prescinde da me».

Qual è la sua storia politica? «Ho votato Rifondazione Comunista per molti anni. Dopo mi sono riparato nel non voto». In Sicilia, oltre alla sinistra senza casa, al M5S stanno guardando anche i reduci di Totò Cuffarò, autentici cani da tartufo che annusano i successi. «È un’invenzione, ma è invece vero che esponenti del Pd sono diventati assessori del M5S. Maria Maggiore, ex segretaria del Pd a Bagheria, oggi è assessore del M5S. Un uomo del Fli di Gianfranco Fini lo è a Favara in provincia di Agrigento. Io i bravi non li caccio ma cerco di sedurli».

La seduce di più Alessandro Di Battista o Luigi Di Maio? «Ho lavorato più con Di Maio e non nascondo che mi piacerebbe fosse il candidato premier». Dopo la politica tornerà disoccupato? «Tornerò a suonare la chitarra nel mio gruppo». Come si chiama? «’30 denari’». Lo vede? Siete tormentati dall’idea del tradimento. «Dice che dovrei cambiare il nome del gruppo?».


 

 

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Carmelo Caruso