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Il concession speech di Hillary Clinton a Manhattan

Che cosa ha detto, dopo ore di silenzio, l'ex segretario di Stato dopo la clamorosa vittoria di Donald Trump

Cala il sipario sull'altra grande dinastia americana, dopo i Bush, che ha governato l'America nell'ultimo quarto di secolo. È stata una cerimonia carica di amarezza e rimpianti, commozione ed inviti ai supporter a «mantenere una mente aperta» di fronte al nuovo presidente americano, quella che è andata in scena al Centro Congressi di Manhattan Jacob Javits. Hillary Clinton , il marito pallido e impietrito al suo fianco, ha concluso il suo discorso d'addio con un appello alle donne presenti in sala, esortandole a non abbandonare il campo ora che è accaduto l'impensabile, che Donald Trump  - l'uomo con cui, pure, negli anni 90 Bill era solito giocare a golf - è diventato il quaratacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Il sogno di un presidente donna, ha detto Hillary, è ancora intatto. 

Ricordatevi che avete il diritto di seguire e di realizzare i vostri sogni e non dovete mai smettere mai di credere



È stato un discorso anche elegante, quello pronunciato a Manhattan, durante il quale però la signora non ha rinunciato a rimarcare le differenze, i valori in cui - ha detto - ha continuato a credere per una vita. «Il sogno americano è abbastanza grande per tutti, per le persone di ogni religione e razza, per gli immigrati, per le donne e gli uomini, per le persone in salute e per quelle disabili».


È stata l'unica nota polemica di un discorso dove Hillary, ex segretario di Stato, ex candidato (sconfitto) alle primarie democratiche del 2008, ex First Lady, ha invitato i democratici a dare a Trump l'opportunità di guidare il Paese, augurandogli anche - come cittadina americana - di avere successo. Non è andato giù, ai ringalluzziti repubblicani, quel «siete la parte migliore dell'America» rivolto a chi era presente per ascoltarla. C'era sì, nel discorso della sconfitta, la consapevolezza che «l'America è più divisa di quanto pensassimo», il rifiuto a rinunciare «ai valori in cui crediamo», il sogno che un giorno una donna possa siedere allo Studio Ovale. C'era sì l'ammissione di una «sconfitta dolorosa che ci rimarrà dentro per molto tempo» ma c'era anche il segno istituzionale di un pacifico passaggio di poteri, unita alla orgogliosa rivendicazione di una diversità.

La nostra democrazia costituzionale onora e preserva il pacifico passaggio di poteri. Onora lo Stato di diritto: il principio che siamo tutti uguali quanto a dignità e diritti, libertà di culto ed espressione

Ora che, con Bill, si sta preparando a uscire definitivamente di scena, sono molti gli elettori e i simpatizzanti del Partito democratico, ma anche i commentatori liberal di area, che si chiedono come mai lei - così sicura, competente, intellegente - si sia ostinata non voler capire già nel 2008, quando fu sconfitta alle primarie da Barack Obama, che era giunto per i Billary di abbandonare il palcoscenico.

Sono molti coloro che le hanno fatto sapere che, persino con un candidato radicale come Bernie Sanders, probabilmente i democratici non starebbero ora versando lacrime amare. E sono altrettanti quelli che si chiedono perché questa donna, descritta come glaciale e irrimediabilmente antipatica, non sia mai riuscita a mostrare al popolo americano la sua debolezza, la sua umanità, persino quel dolore composto che invece ha mostrato a Manhattan, nel discorso della sconfitta. Di certo la parola «scusatemi» non fa parte del suo vocabolario. Ed è possibile che sia anche questa la ragione della sua sconfitta, tanto inattesa quanto dolorosa. Non solo per lei, ma anche per un grosso pezzo, ora disorientato, del popolo americano.

 


IL DISCORSO INTEGRALE DI HILLARY

Grazie. Grazie a tutti. Grazie. Grazie a tutti voi. Grazie. Grazie a tutti, molto. Grazie mille.

Un gruppo molto chiassoso! Grazie a voi, miei amici. Grazie. Grazie. Grazie mille per essere qui. Vi amo tutti, troppo. Ieri sera mi sono congratulata con Donald Trump e offerta di lavorare con lui a nome del nostro paese. Spero che sarà un  Presidente di successo per tutti gli americani. Questo non è il risultato che volevamo per il quale abbiamo lavorato così duramente, e mi dispiace che non abbiamo vinto queste elezioni per i valori che condividiamo e la visione che abbiamo per il nostro paese.

Ma mi sento orgogliosa e grata per questa meravigliosa campagna che abbiamo costruito insieme. Questa campagna grande, varia, creativa, indisciplinata, eccitante. Abbiamo rappresentato il meglio dell'America, ed essere il vostro candidato è stato uno dei più grandi onori della mia vita. So che siete delusi, lo sono anche io. E così, come voi, come me, lo sono decine di milioni di americani che hanno investito le loro speranze e sogni in questo sforzo. Questo è doloroso, e lo sarà per lungo tempo. Ma voglio che ricordiate questo momento. La nostra campagna non è mai stato su una persona, o anche una sola elezione. Era una campagna per il paese che amiamo e per costruire un'America piena  di speranze, inclusiva e con un grande cuore.

Abbiamo visto che la nostra nazione è più lacerata di quello che pensavamo. Ma credo ancora nell'America, la amerò sempre. E se l'amate anche voi, allora dobbiamo accettare questo risultato e  guardare al futuro. Donald Trump sta per essere il nostro Presidente. Gli dobbiamo una mente aperta e la possibilità di condurre il paese. La nostra democrazia costituzionale sancisce il trasferimento pacifico del potere. Ma sancisce anche lo stato di diritto; il principio siamo tutti uguali in diritti e dignità; libertà di culto e di espressione.

Rispettiamo e amiamo questi valori, troppo, e dobbiamo difenderli. Mi permetto di aggiungere: la nostra democrazia costituzionale esige la nostra partecipazione, non solo ogni quattro anni, ma tutto il tempo. Faremo tutto il possibile per mantenere avanzando le cause e i valori a cui teniamo. Faremo quello che dobbiamo fare per l'economia, non solo per quelli nella parte superiore, cercheremo di proteggere il nostro paese e il nostro pianeta. E, come ieri, cercheremo di abbattere tutte le barriere che imediscono ancora oggi a qualsiasi americano di realizzare i propri sogni.

Abbiamo passato un anno e mezzo per dire con una sola voce che il sogno americano sia abbastanza grande per tutti. Per persone di tutte le razze e religioni, per uomini e donne, per gli immigrati, per le persone LGBT e le persone con disabilità. Per tutti. Sono molto grata n tutti voi. Voglio ringraziare Tim Kaine e Anne Holton. Conoscerli meglio è stata una gioia e mi dà grande speranza e conforto sapere che Tim rimarrà in prima linea a rappresentare la Virginia in Senato.

Verso Barack e Michelle Obama  il nostro paese abbiamo tutti un enorme debito di gratitudine. Vi ringraziamo per la vostra leadership gentile e determinata che ha significato così tanto per così tanti americani e persone in tutto il mondo. E a Bill e Chelsea, Mark, Charlotte, Aidan, i nostri fratelli e tutta la nostra famiglia, va tutto l'amore che fatico ancora oggi a esprimere. Sarò sempre grata al talento profuso dagli uomini e dalle donne presso la nostra sede a Brooklyn e in tutto il nostro paese. Avete versato il vostro cuore in questa campagna. Per alcuni di voi che sono veterani, è stata una campagna come tante altre che avete fatto in passato. Per alcuni di voi  era la  prima campagna. Voglio che ognuno di voi sappia che avete fatto la migliore campagna potessimo desiderare.

E grazie anche ai milioni di volontari, ai leader della Comunità, agli attivisti e ai sindacalisti che hanno bussato alle porte, hanno parlato ai loro vicini, postato su Facebook — anche in siti privati segreti di Facebook. A tutti coloro che hanno inviato contributi, anche piccoli contributi come cinque dollari, grazie. Per tutti noi e per i giovani in particolare, spero che capiate questo — ho, come ha detto Tim, trascorso tutta la mia vita a lottare per ciò in cui credo.

Ho avuto successi e insuccessi, spesso dolorosi. Molti di voi sono all'inizio della carriera professionale, pubblica e politica — avrete successi e battute d'arresto. Questa perdita fa male, ma per favore non smettere mai di credere che vale sempre la pena lottare per ciò che è giusto. Ne è valsa la pena. Ne abbiamo bisogno — abbiamo bisogno di continuare a lottare ora e per il resto della nostra vita.

Mi rivolgo a tutte le donne e soprattutto tutte le giovani donne, a coloro che hanno messo la loro fede in questa campagna e in me: voglio che sappiate che niente mi ha reso più orgogliosa nella vita di essere stata il vostro campione.  So che non abbiamo ancora rotto quel soffitto di vetro più alto e più difficile, ma un giorno accadrà — e speriamo che accadrà prima di quanto potremmo immaginare.

Mi rivolgo  a tutte le bambine che ci stanno guardando: non dubitate mai che siete preziose, potenti e meritevoli di ricevere tutte le opportunità al mondo per raggiungere i vostri sogni.

Infine, infine, sono molto grata al nostro paese per tutto quello che mi ha dato. Credo ancora, così profondamente come mai, che se staremo insieme e lavoreremo insieme nel rispetto delle nostre differenze, rafforzando le nostre convinzioni e l'amore per questa nazione, i nostri giorni migliori saranno ancora davanti a noi. Perché, sapete, credo che siamo più forti insieme e insieme possiamo andare avanti. Non stanchiamoci mai di fare bene, per i frutti che nella buona stagione  potremo raccogliere. Ai nostri amici dico: continuiamo a nutrire fiducia, noi stanchiamoci, non perdiamoci d'animo, ci sono altre stagioniin arrivo e il lavoro che ci aspetta in futuro è molto. Sono incredibilmente onoratadi avere avuto questa possibilità di rappresentare tutti voi. Dio vi benedica e Dio benedica gli Stati Uniti d'America.

Justin Sullivan/Getty Images
Un momento del dopo concession speech di Hillary Clinton a Manhattan

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