Baby bulli
Getty Images/20 marzo 2017
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Il bullismo degli adulti

Siamo sicuri che il vero problema siano gli atteggiamenti dei figli e non dei genitori?

Quando il bullo si fa adulto.

Ci siamo da tempo abituati, con un certo grado disgusto, alla narrazione pressoché quotidiana di episodi di "intolleranza" infantile ed adolescenziale che per convenzione annoveriamo in un fenomeno millenial chiamato bullismo e che trova la sua miglior rappresentazione antropologica nelle gesta del "branco". Siamo stati ammorbati da profluvi di dissertazioni sociologiche e vagonate di analisi psico pedagogiche che, per il mondo adulto, costituiscono il miglior viatico per l'autoassoluzione da ogni responsabilità. Sarà, invece, che i veri ispiratori di questo noir brufoloso risiedano proprio tra la popolazione che l'età della ragione dovrebbe averla traguardata da un pezzo? Con mia moglie passiamo gran parte del nostro tempo ad orientare positivamente nostro figlio nella giungla delle relazioni sociali che, a nove anni, dovrebbero consumarsi tra compagni scuola, teatro e sport nonché animate da dinamiche proprie dell'età: giocare, litigare, fare pace, tenersi il muso e poi sorridersi ancora. I bambini sono i campioni del camaleontismo innocuo ed i migliori giudici delle loro controversie. Hanno un loro personalissimo tribunale dei balocchi dove, alla fine, vanno tutti assolti. Èd è questo il bello della loro innocente astrazione dal mefitico ed avariato mondo degli adulti. Mondo che, però, non può tollerare alcuna extraterritorialità e che di questa innocenza deve fare strazio al più presto. Ed ecco così che un giorno scopri che attorno a tuo figlio "menti raffinatissime" hanno costruito sapientemente una ragnatela di distinguo e malcelata ostilità. Vuoi perché è caratterialmente frizzante o perché magari ha il torto di avere due genitori che riescono a non fargli mancare nulla (l'invidia è il mantra dei mediocri). Sta di fatto che inizia una puntuale strategia di emarginazione che mette in campo tutte le armi migliori, compresa l'artiglieria pesante. È così le Von Molke in pantacollant e zeppa d'ordinanza emanano l'Editto bulgaro che esclude tuo figlio da tutte le feste di compleanno, si danno il cambio a negargli una richiesta di potersi unire ai suoi compagni a casa dell'uno o dell'altro, si rifiutano di caricarlo in macchina per una gita e si danno di gomito fuori dalla scuola vedendolo arrivare perché "anche questa volta ci siamo riuscite". Di fronte a tanta miseria umana, cerchiamo comunque di tenere la barra dritta. Ha senso confrontarsi con un tale sottobosco di ignoranza frammista a cattiveria? No non ha alcun senso. E continueremo, perciò, ad educarlo alla tolleranza, al rispetto dei propri compagni e delle proprie compagne, al rispetto di ogni diversità, alla solidarietà con chi è meno fortunato. Ma per quei suoi occhi umidi mentre abbraccia sua madre chiedendo "perché?" No per quelli una risposta non l'abbiamo. Perché non puoi spiegare ad un bambino di nove anni che gli adulti hanno deciso in luogo dei propri figli che lui proprio non ha diritto di cittadinanza in mezzo a loro. Non puoi spiegargli che lui non ha alcuna colpa per tutto ciò. Non puoi spiegargli che nei bassifondi dell'animo umano esistono scorie tossiche che nessuna discarica sarà mai in grado di ospitare. Non puoi convincerlo che il mondo non è questo e che esistono sensibilità ed intelletti che un giorno sapranno accoglierlo ed includerlo in modo diverso. Proteggerlo dal bullismo adulto è una sfida che non avevamo messo in conto. La vinceremo.



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