Idea per il centrosinistra: la patrimoniale
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Idea per il centrosinistra: la patrimoniale

Il progressismo del Pd tra Vendola, Casini ed una nuova, vecchia idea "elettorale"

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Viene sconforto nel constatare che la maggior parte dei partiti politici pensa già a fare saccoccia di voti alle prossime elezioni e se ne infischia dei problemi reali della gente. Cedono alle pressioni mediatiche di minoranze chiassose e aggressive e pensano che le preoccupazioni degli italiani siano la fecondazione eterologa, il testamento biologico e il matrimonio gay. Pensino piuttosto al risanamento economico e alle politiche familiari. Oltre 10 milioni di coppie coniugate con figli in Italia lottano contro la crisi. La politica segua il Paese reale!
Billy Sarti

Non è facile per un partito che si dice progressista come il Pd trovare motivi di convivenza elettorale con Sel di Nichi Vendola. Lo capisco. Ancora più difficile trovare convergenze parallele con i fu democristiani dell’Udc spesso indecisi a tutto. Su un punto, però, l’accordo non manca: l’introduzione di una tassa patrimoniale. Non una una tantum, ma una tassa perenne (compresa tra lo 0,5 e l’1 per cento) su ricchezze superiori a 1,2 milioni di euro.

Sbaglia chi pensa che in Italia siano pochissimi i fortunati che possono disporre di una cifra simile. Gli ultimi dati disponibili della Banca d’Italia, infatti, ci dicono che la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 8.640 miliardi di euro (5 mila miliardi quella in abitazioni) corrispondenti a circa 350 mila euro a famiglia. È sufficiente infatti avere ereditato (o acquistato) un appartamento in una grande città o avere due abitazioni al Centro-Sud, oltre magari a essere riusciti a risparmiare qualcosa, per non essere distanti dalla soglia.

Ma perché pagare anche la tassa patrimoniale dopo essere stati tartassati con imposte anche superiori al 50 per cento prima di raggiungere il fatidico milione e 200 mila euro? Messa così sembra un premio assai beffardo, con lo Stato che dice: bravo, cittadino, non hai dilapidato il patrimonio che ti ha lasciato la tua famiglia, hai lavorato con profitto per tutta la vita, hai versato una fortuna in tasse (oltre a saltuari «contributi di solidarietà»), hai pure risparmiato nonostante l’Italia abbia la più alta imposizione fiscale al mondo e quindi è giusto che adesso paghi un’ulteriore tassa per avere raggiunto il traguardo di 1,2 milioni di euro. Grottesco, no?

La nascente alleanza Pd-Sel-Udc ci dice che, per questo inedito schieramento politico, riacquistare la sovranità parlamentare da parte del centrosinistra, mettere in soffitta il rigorista Monti e la fustigatrice Merkel corrisponde esattamente a quello che sta succedendo adesso: introdurre nuove tasse. Ma se è questa la guerra al rigore, se è questa la ritrovata identità della sinistra, non sarebbe meglio che Bersani & c. si iscrivessero direttamente al partito della Bundesbank? Dov’è il coraggio di tagliare, di mettere in piedi una vera spending review diversa dalla insipida minestrina montiana capace di incidere con la mannaia dove si annidano sprechi e dissipazioni di Stato?

Dal ritorno della politica – lo stesso discorso è speculare per il centrodestra – ci si aspetterebbe un vero salto di qualità rispetto al passato: idee, visione, discontinuità con la palude morbosa dell’austerità. Altro che patrimoniale, viceversa tanto vale continuare a farsi massacrare dai tecnici.

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Giorgio Mulè