A Milano la mostra sui sette peccati capitali rivisitati nelle Teste di Moro dell’artista Semaino
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A Milano la mostra sui sette peccati capitali rivisitati nelle Teste di Moro dell’artista Semaino

La mostra, a cura di Jean Blanchaert e frutto delle creatività dell'artista esordiente Vanessa Semaino, in esposizione presso il Centro Brera di via Formentini 10 a Milano dal 7 al 12 maggio

Ventuno sculture in ceramica con le tecniche dei maestri del distretto di Caltagirone in un viaggio attorno all’universo femminile, dalla violenza sulle donne fino alla rappresentazione della sensualità. È la mostra “I sette peccati capitali”, a cura di Jean Blanchaert e frutto delle creatività dell’artista esordiente Vanessa Semaino, esposta presso il Centro Brera di via Formentini 10 a Milano dal 7 al 12 maggio. Le sculture in ceramica, modellate e decorate a mano, con le tecniche tipiche dei maestri ceramisti, in uno storico laboratorio ceramico situato nel distretto delle tradizionali Teste di Moro a Caltagirone, sono tutte al femminile e dedicate alle donne di oggi e ai temi identitari che emergono nel dibattito sociale e politico.

La rappresentazione de “I sette peccati” è infatti la chiave provocatoria e ironica insieme che permette all’artista di toccare temi sociologici di stretta attualità – nell’Ira, ad esempio, la violenza sulle donne, la depressione e le donne con un’individualità transgender – attraverso un linguaggio visivo di immediata leggibilità. Un’estetica pop contemporanea – come la definisce il gallerista Jean Blanchaert nella presentazione – che mette in relazione le sue origini siciliane con l’esperienza professionale maturata dall’artista nel campo della moda. “L’idea è nata nel 2020, durante il lockdown, quando ho iniziato un percorso di ricerca sulla rappresentazione e raffigurazione della donna in questa forma d’arte così caratteristica della mia terra di origine. Si narra che le Teste di Moro siano nate da una storia d’amore tra un uomo e una donna, il personaggio femminile ha un ruolo duplice, è vittima ma allo stesso tempo dotata di grande forza, orgoglio e amor proprio. La leggenda racconta di un delitto dettato dall’ira e dalla gelosia: da qui l’idea di raffigurare i sette vizi capitali attraverso un’iconografia femminile molto pop e provocatoria, che ritraggono una donna libera e profondamente contemporanea”, spiega l’artista Vanessa Semaino. Le opere Surolù – questo il loro marchio – risultano così a volte irriverenti, a volte seduttive, a volte ironiche, ma sempre con una forte identità sociale. E nella fusione tra i decori realizzati con la tecnica della maiolica nel solco della tradizione siciliana ed elementi di contenuto fashion, ispirazioni che attingono liberamente ad icone globali del mondo del cinema e della musica.

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Redazione Panorama