Ho vinto Miss Italia, ma penso e parlo
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Ho vinto Miss Italia, ma penso e parlo

Cinzia De Ponti, prima reginetta tv della kermesse, difende il concorso dalle accuse della Boldrini: "Non è vero che svilisce le donne"

Miss Italia svilisce le donne? Ma per favore, non esageriamo!”.

Parola di Cinzia De Ponti (al secolo Fiordeponti), eletta reginetta nel 1979 a La Bussola, mitico locale versigliese, quando, per la prima volta, il concorso ideato da Tino Villani (dalla scomparsa dello storico patron Enzo Mirigliani, guidato dalla figlia Patrizia) fu trasmesso in televisione, su Telelombardia, con un Silvio Berlusconi factotum.

Attrice di cinema e di fiction, conduttrice televisiva, regista, giornalista, Cinzia De Ponti ha lavorato con registi del calibro di Pupi Avati, ha condotto per 15 anni la trasmissione “Sereno variabile” e per la prossima stagione sta già lavorando a un paio di progetti.

Un'ex miss parlante e pensante, insomma, alla quale il giudizio negativo espresso dalla presidente della Camera Laura Boldrini (“Spero che le ragazze italiane possano avere, per farsi apprezzare, altre possibilità, anche televisive, che non quella di sfilare numerate”) appare, quantomeno, ingeneroso nei confronti di una kermesse che ha lanciato, negli anni, carriere anche molto importanti nel cinema, tv, moda e spettacolo da Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Lucia Bosè a Simona Ventura, Martina Colombari e Anna Valle fino a Cristina Chiabotto e Miriam Leone.

E' un concorso che ho fatto e non posso che difenderlo – risponde Cinzia De Ponti a Panorama.it - Non sono d'accordo con la presidente Boldrini perché Miss Italia non è certo solo una passerella di ragazze con un numero addosso. Oggi le concorrenti fanno molto altro: parlano, ballano e hanno l'opportunità di farsi notare e quindi entrare nel mondo dello spettacolo. Senza contare che per molte altre questo concorso è anche semplicemente un gioco".

Lei non pensa che sia comunque svilente per una donna apparire in costume in tv e farsi giudicare da un televoto?
Ma assolutamente no! Perché dovrebbe svilirla? Anzi, Miss Italia ha rappresentato per me, come per tante altre ragazze, una grande occasione per poi andare avanti, ottenere subito una grande visibilità, contratti di lavoro. Penso a ragazze che sono diventate brave attrici come Anna Valle per esempio.

Lei vinse nel 1979, il primo anno in cui Miss Italia fu trasmessa in televisione. Che ricordo ne conserva?
Avevo solo 18 anni, l'emittente era Telelombardia e si occupava di tutto Silvio Berlusconi in persona, dalle riprese all'ufficio stampa.

Come fu accolta la novità televisiva dall'opinione pubblica di allora?
Fu accolta bene perché chi non poteva assistere dal vivo al concorso aveva comunque la possibilità di seguirlo da casa. Anche i miei stessi genitori mi hanno visto in televisione quando fui eletta a La Bussola. Non ci fu alcuno scandalo.

E oggi, a proposito di immagine femminile e televisione, lo scandalo a suo avviso dove sta?
Non mi faccia parlare! Io in Rai ci lavoro e sono ben altre le cose che andrebbero riviste, altro che Miss Italia!. Persone che lavorano là dentro da anni e che spesso vengono messe da parte. Non è detto che lo svilimento della figura femminile si compia solo sullo schermo, molte volte succede anche dietro.

Quali sono state, per lei, le edizioni che hanno inciso di più nella società italiana?
Mi viene in mente sicuramente quella in cui fu eletta Denny Mendez, la prima miss di colore.

Le dispiace che la Rai abbia deciso di non trasmettere più il concorso?
Molto, perché la gente era affezionata a questo appuntamento che è sempre stato molto pulito e ha dato da lavorare a tantissime persone.

Ma il motivo della rinuncia è solo economico o dietro c'è dell'altro?
Mi auguro che non si tratti di uno scrupolo legato, appunto, all'immagine femminile perché mi sembrerebbe davvero esagerato.  

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Claudia Daconto