Europarlamentari: quanto lavorano?
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Europarlamentari: quanto lavorano?

La settimana dura meno di 4 giorni (venerdì libero, lunedì mezza giornata), le vacanze estive quasi due mesi, quelle di Natale 20 - Quanto guadagnano? - Tutti i candidati alle europee 2014

A sentire loro farebbero “una vita d'inferno”. Su e giù da Strasburgo e Bruxelles, a bordo di scomodi voli charter o di linea, con la valigia sempre in mano. Eppure c'è da scommettere che più di un cittadino europeo scambierebbe volentieri il proprio lavoro con quello degli europarlamentare. Soprattutto se per mettersi in tasca circa 214mila euro l'anno gli bastasse lavorare 232 giorni, di cui 26 da casa, contro i 253 di media di tutti gli altri dipendenti.

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Come mostra il calendario annuo relativo al 2013 pubblicato sul sito del Parlamento europeo, l'impegno complessivo dei deputati consiste in 12 tornate di 4 quattro giorni a Strasburgo e 6 tornate supplementari di 2 giorni a Bruxelles (giorni indicati in rosso), 2 settimane al mese per le riunioni delle commissioni parlamentari e delle delegazioni interparlamentari (giorni indicati in rosa), 1 settimana al mese per le riunioni dei gruppi politici (giorni indicati in glicine), e 4 settimane all'anno dedicate esclusivamente all'attività e alla presenza del deputato europeo nella sua circoscrizione (giorni indicati in verde).

Un mese all'anno per occuparsi dei propri elettori sul territorio possono sembrare effettivamente pochi se confrontati con il tempo che i colleghi che siedono alla Camera o al Senato o nelle istituzioni locali (consigli comunali e regionali) hanno a disposizioni per assicurarsi il proprio bacino di voti alle elezioni successive. Ma a ben guardare, gli euro-deputati hanno davvero poco da lamentarsi. I giorni destinati alle cosiddette “attività parlamentari esterne-settimane di collegio elettorale” e indicati in verde, sono infatti fissati in modo strategico, sempre a ridosso delle festività e dei lunghissimi week end di cui godono.

La Pasqua del 2013 è caduta, per esempio, di domenica 31 marzo. Il Parlamento europeo ha chiuso i battenti il giovedì 28 e li ha riaperti alle 17 di lunedì 8 aprile. Da martedì 2, dopo il lunedì dell'Angelo, i deputati sono infatti rimasti nei loro paesi a occuparsi del proprio collegio elettorale. 10 giorni in tutto lontani da Strasburgo.

Il 1 maggio, festa dei lavoratori celebrata in tutta l'Unione europea, l'anno scorso era un mercoledì. Ebbene, gli eurodeputati hanno cominciato a festeggiare già dal venerdì 26. Dopo il sabato e la domenica, il lunedì e martedì 29 e 30 aprile erano ancora destinati al collegio elettorale come anche il giovedì e venerdì 2 e 3 maggio. In tutto altri 10 giorni a casa.

Un periodo già lungo di per sé ma che molti hanno potuto quasi raddoppiato con appena 3 giorni di assenza. Anzi, 2 e mezzo. Gli impegni della settimana che iniziava lunedì 6 maggio alle 17 con una commissione, terminavano infatti già all'ora di pranzo del mercoledì quando era prevista la conferenza dei presidenti dei gruppi alla quale i deputati sono invitati ma non tenuti ad andare.

I soliti 10 giorni di stop hanno riguardato anche il ponte di Ognissanti. Mentre i normali lavoratori sono rimasti a casa solo il venerdì 1 novembre, gli europarlamentari si sono presi, con la solita scusa del collegio, da lunedì 28 ottobre fino al 4 novembre.

Le vacanze di Natale sono inziate per loro addirittura prima che per molti studenti, ossia il 19 dicembre (quest'anno sarà il 18) con rientro il pomeriggio del 6 gennaio (19 giorni in tutto!).

A luglio i giorni di assenza da casa sono stati in tutto 8 (la terza settimana, quella dal 15 al 19 era di collegio); ad agosto appena 2: il 28 e il 29.

Sempre nel 2013 i venerdì lavorati sono stati in tutto 5 e, guarda caso, tutti in verde, cioè nel collegio di appartenenza, in famiglia insomma.

Farsi eleggere in Europa non è certo semplice. Servono almeno 150mila voti nelle circoscrizioni più grandi e ingenti finanziamenti. Ma una volta centrato l'obbiettivo, un candidato può dire di aver vinto un terno all'otto, anche se pubblicamente non farà altro che lamentarsi di quanto si senta logorato.

Senza con questo voler mettere in dubbio il senso di responsabilità e abnegazione di molti parlamentari che lavorano 12 ore al giorno impiegando i venerdì e buona parte del week end per fare attività politica, leggere carte, studiare normative e scrivere interrogazioni e dichiarazioni, oltre a dare conto del carico di lavoro in termini di giorni effettivamente impegnati, è utile anche sottolineare che per intascare il gettone di presenza giornaliero di 304 euro (oltre alla paga base che dovrebbe bastare per presentarsi in ufficio) non è necessario stare in aula per ore e ore. Basta firmare un registro di presenza. Mentre per aggiudicarsi i 6.200 euro netti, senza nemmeno uscire di casa, non serve nemmeno quello.

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Claudia Daconto