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La giornata internazionale contro l’omofobia – Foto

La giornata internazionale contro l’omofobia – Foto

Il 17 maggio 1990 l’OMS depennò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. 27 anni dopo non cessano le violenze. Mattarella: “Intolleranza che ferisce l’intera società”

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17 maggio 2017. Una bandiera arcobaleno formata da fogli di carta tra le mani di attivisti LGBT, durante una manifestazione a Kiev, in Ucraina, nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Un momento della manifestazione organizzata dalle associazioni LGBT davanti alla Corte suprema di giustizia a Managua, “per un Nicaragua senza discriminazioni”, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia.

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EPA/SANJEEV GUPTA

17 maggio 2017. Una grande bandiera arcobaleno nel corso della “Pride Parade” di Bhopal, in India, dove le associazioni LGBT hanno manifestato pubblicamente per la prima volta, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia

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13 maggio 2017. Una manifestazione all’Avana, Cuba, in vista della Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Una bandiera arcobaleno sventola tra due bandiere dell’Unione europea di fronte alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles, in Belgio, nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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13 maggio 2017. Attivisti LGBT manifestano a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, con cartelli su cui si legge “Stop Homophobia” durante una protesta contro la mancata autorizzazione, da parte delle autorità cittadine, allo svolgersi dell’annuale marcia del gay pride.

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17 maggio 2017. Un manifestante mostra un cartello su cui si legge “Un Paese senza odio” durante una manifestazione a Seul, in Corea del Sud, nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Il sovrintendente della chiesa evangelica del distretto di Tempelhof-Schöneberg, Michael Raddatz, dipinge la bandiera arcobaleno su una cabina elettica a Berlino, in Germania, durante una manifestazione delle associazioni LGBT nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Una donna tiene in mano una bandiera arcobaleno durante una manifestazione a Pamplona, in Spagna, nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Una bandiera arcobaleno tra le mani di un’attivista LGBT durante una manifestazione a Kiev, in Ucraina, nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Due suore osservano i palloncini dai colori dell’arcobaleno davanti al Bundestag di Berlino, in Germania, durante una manifestazione delle associazioni LGBT nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Un momento della manifestazione delle associazioni LGBT a Berlino, in Germania, nella Giornata internazionale contro l’omofobia, all’insegna del motto “L’amore chiede rispetto”.

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17 maggio 2017. Un momento della “Pride Parade” di Bhopal, in India, dove le associazioni LGBT hanno manifestato pubblicamente per la prima volta, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia.

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17 maggio 2017. Palloncini dai colori dell’arcobaleno davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino, in Germania, durante una manifestazione delle associazioni LGBT nella Giornata internazionale contro l’omofobia.

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16 maggio 2017. A Rio de Janeiro, in Brasile, le drag queens Sara e Nina si abbracciano durante una protesta inscenata nella sala del consiglio comunale in difesa del diritto a manifestare nell’annuale parata del gay pride, contestato dal nuovo sindaco della città, il cristiano evangelico Marcelo Crivella.

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11 maggio 2017. A Mosca, in Russia, la polizia arresta l’italiano Yuri Guaiana e altri quattro attivisti LGBT russi mentre tentano di consegnare al Procuratore generale russo 2 milioni di firme in calce a una petizione che chiede verità e giustizia per gli omosessuali perseguitati in Cecenia.

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HENDRI ABIK/AFP/Getty Images)

10 maggio 2017. I due giovani uomini di 20 e 23 anni accusati di aver avuto rapporti sessuali tra loro, in contrasto con la sharia, la legge islamica vigente dal 2001 nella provincia di Banda Aceh, in Indonesia. Il 17 maggio sono stati condannati a 85 frustate pubbliche.

Si celebra oggi la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, istituita dall’Unione Europea nel 2004.

La scelta della data rimanda al 17 maggio 1990, quando l’omosessualità fu rimossa dalla lista delle malattie mentali elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Che cos’è l’omofobia

Il neologismo “omofobia”, coniato negli anni ’60 dallo psicologo clinico statunitense George Weinberg, recentemente scomparso, si riferisce ai sentimenti di paura irrazionale e avversione verso le persone omosessuali, bisessuali e transessuali e ai comportamenti intolleranti, discriminatori o violenti nei loro confronti.

Per “omofobia interiorizzata” si intende il fenomeno per cui le persone con orientamento o identità sessuale minoritario (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, LGBT) fanno propri – più o meno consapevolmente, in relazione al grado di accettazione di sé – pregiudizi, stereotipi e atteggiamenti discriminatori che li riguardano. 

La situazione in Italia

Secondo il report annuale diffuso da Arcigay, negli ultimi 12 mesi sono state 196 le vicende di omotransfobia avvenute in Italia e rese pubbliche o denunciate. Una cifra raddoppiata rispetto a quella dell’anno precedente, benché non contempli ovviamente i fatti rimasti sotto il velo del silenzio, ma solo quelli che l’associazione ha potuto censire monitorando i quotidiani e i periodici locali e nazionali e i principali siti web di informazione.

L’associazione evidenzia allarmata “l’abbassamento significativo dell’età dei carnefici e un dilagare del fenomeno delle baby gang”, citando nel suo report 15 casi avvenuti nel mondo della scuola, definito “uno dei contesti che più subisce l’impennata dei discorsi d’odio”.

Approvata dalla Camera dei deputati il 19 settembre 2013, all’epoca del governo Letta, la contestata legge contro l’omofobia, di cui era stato relatore Ivan Scalfarotto, si è fermata dopo il passaggio al Senato. Dal 29 aprile 2014 la proposta di legge – che estenderebbe l’intera legge Mancino contro l’istigazione all’odio e alla violenza anche a omofobia e transfobia, equiparandole a razzismo, xenofobia e antisemitismo – è infatti all’esame della commissione Giustizia di Palazzo Madama.

Le parole del Presidente Mattarella

L’omofobia e la transfobia violano la dignità umana, ledono il principio di eguaglianza e comprimono la libertà e gli affetti delle persone. A nessuno può sfuggire che qualunque forma di persecuzione in base all’orientamento sessuale costituisca, sempre e ovunque abbia luogo, una violazione inaccettabile dei diritti umani universali“: lo ha affermato oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un comunicato diffuso dal Quirinale.

Gli atti di intolleranza – prosegue il comunicato – si esprimono in violenze verbali o derisioni, altre volte danno luogo a minacce, fino a giungere, talora, ad aggressioni fisiche. Si tratta di manifestazioni che feriscono l’intera nostra società, che risulta indebolita nei suoi valori fondamentali di convivenza. Quando le discriminazioni hanno come bersaglio ragazzi e adolescenti vi è il rischio grave di compromettere fragili equilibri, perché gli anni della giovinezza sono quelli in cui si costruisce l’accettazione di sé, che è parte importante della futura serenità“.

Molto giovani sono spesso anche coloro che pongono in essere condotte omofobiche. Così, se alle giovani vittime va prestata un’attenzione particolare, nondimeno bisogna promuovere, soprattutto nei ragazzi, una positiva educazione all’incontro con l’altro. Senza una cultura dei diritti di ciascuno non si diventa pienamente cittadini. La considerazione del valore dell’altro, l’accettazione delle differenze, sono alla base di ogni convivenza. A un vigile e proficuo rispetto deve essere improntato ciò che dà forma alla vita comune: il linguaggio, la scuola, il discorso pubblico, le pratiche sociali, per una società pienamente solidale“, ha concluso Mattarella.

La denuncia del Consiglio d’Europa

Alla vigilia della ricorrenza, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, ha preso posizione ieri, sottolineando che tutti i 47 Stati membri hanno l’obbligo di proteggere le persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersex, ndr) e che l’organizzazione internazionale da lui guidata non può né intende tollerare la violenza e la discriminazione nei loro confronti.

La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone Lgbti rappresenta un esempio di populismo della peggior specie, e costituisce quindi un pericolo per la democrazia, contro il quale i governi devono reagire, facendo il massimo per porvi fine“, ha affermato.

Jagland si è detto preoccupato per l’emergere di tendenze omofobe e transfobiche in Europa, e “particolarmente inquieto per le presunte persecuzioni di massa di persone Lgbti nella Repubblica cecena della Federazione russa”.

La situazione nel mondo

Nell’ultimo report di ILGA sull’omofobia di Stato, l’associazione internazionale che riunisce centinaia di associazioni impegnate per i diritti delle minoranze LGBT, sono ancora oggi 72 i Paesi – o territori – del pianeta che criminalizzano l’omosessualità (45 dei quali sia quella femminile, sia quella maschile).

Per gli adulti consenzienti che abbiano rapporti omosessuali è prevista la pena di morte in 13 Stati (o regioni): Afghanistan, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Mauritania, Pakistan, Qatar, Sudan, Yemen e territori controllati dall’Isis, oltre ad aree della Nigeria e della Somalia. In 8 di questi la pena capitale viene effettivamente comminata. 

Pene detentive dai 14 anni di reclusione fino all’ergastolo sono previste dagli ordinamenti di 14 Stati, mentre in altri 57 Paesi è prevista una carcerazione fino ai 14 anni. Altrove, le pene prevedono pagamenti di multe, internamento in cliniche psichiatriche o punizioni corporali. 

È giunta proprio oggi dalla provincia di Banda Aceh, in Indonesia, dove dal 2001 vige la sharia, la notizia che due giovani uomini di 20 e 23 anni accusati di aver avuto rapporti sessuali tra loro, sono stati condannati a 85 frustate pubbliche

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