La figlia di Nemtsov lascia la Russia: "La propaganda di Putin uccide"
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La figlia di Nemtsov lascia la Russia: "La propaganda di Putin uccide"

Zhanna Nemtsova è andata all'estero dopo le ripetute minacce ricevute e l'avvelenamento di un altro giornalista, amico del padre

Zhanna Nemtsova ha lasciato la Russia. La figlia dell'oppositore di Putin, Boris Nemtsov, assassinato vicino al Cremlino il 27 febbraio 2015, ha confermato le notizie circolate alla fine della scorsa settimana.

Se ne è andata all'estero dopo le ripetute minacce ricevute, soprattutto seguite alle sue accuse ai media vicini al governo di aver fomentato gli assassini del padre con la propaganda che lo ha ritratto come "quinta colonna" degli occidentali.

Nemtsova ha confermato la sua partenza ieri sera a RBC - il canale televisivo presso il quale lavora, aggiungendo di non essere in grado per ora di dire se ritornerà in patria.

In un'intervista al Times pubblicata sabato scorso ha spiegato, tra l'altro, di essere rimasta sconvolta dalla vicenda del giornalista e amico di Nemtsov, Vladimir Kara-Murza, ricoverato all'improvviso il mese scorso in grave condizioni per un sospetto avvelenamento, entrato in coma e ora in via di miglioramento.

Poco dopo il servizio di RBC il quotidiano economico russo Vedomosti ha pubblicato una lettera aperta scritta da Nemtsova, nella quale accusa la tv di stato russa di aver contribuito all'uccisione del padre attraverso una metodica diffusione di odio nei suoi confronti e nei confronti di altre figure dell'opposizione, ritratti come traditori.

La propaganda, ha aggiunto Nemtsova, non solo uccide la mente e il senso comune, ma uccide, in senso letterale, le persone. La tragica morta di mio padre, continua la lettera, è stato un atto di oppressione politica.
In sé la propaganda non è un crimine, è parte della realtà dell'informazione nel mondo attuale. Quello che è criminale però, dice ancora la figlia di Nemtsov, è l'uso della propaganda per incoraggiare atti illegali, violenza e guerra.

Per questi motivi la commissione per la de-nazificare la Germania ha condannato - dice ancora la lettera aperta, decine di propagandisti nazisti dopo la guerra; ed è sempre per questo che il tribunale internazionale ha condannato chi ha incitato alla violenza etnica in Ruanda.

Nemtsova già nelle scorse settimane aveva indicato in molti dei giornalisti dei media statali Rossiya 1, Rossiya24 e radio Vesti FM, i responsabili della propaganda e dell'incitamento alla violenza nei confronti del padre. Voci e volti che avevano esplicitamente definito l'oppositore di Putin "traditore" e "nemico della Russia", membro della "quinta colonna".

L'omicidio Nemtsov

EPA/YURI KOCHETKOV
Boris Nemtsov, oppositore di Putin, assassinato con numerosi colpi di pistola alle spalle, nella notte del 27 febbraio 2015 a Mosca, in una foto del 2 febbraio 2014

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