Evadono da Rebibbia con le lenzuola annodate
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Evadono da Rebibbia con le lenzuola annodate

Come in un film, tre detenuti albanesi hanno segato le sbarre della cella e si sono calati in strada

Tre detenuti sono evasi stamattina tra le 6 e le 6.15 dal carcere di Rebibbia Nuovo complesso. I tre, di nazionalità albanese, sono evasi come in un film, calandosi con delle lenzuola all'altezza di una garitta in un luogo dove, in passato, si sono registrate altre evasioni.

La triplice evasione  si è verificata nel reparto G9 del carcere, dove sono rinchiusi detenuti per reati comuni e i cosiddetti "precauzionali", ossia soggetti accusati di violenze sessuali o ex appartenenti alle forze dell'ordine che vanno tenuti separati da altri ristretti. In base alle prime ricostruzioni, i tre evasi sono riusciti a raggiungere il muro di cinta e da qui si sono calati con delle lenzuola. Nella notte erano stati trasferiti a Rebibbia i detenuti del Carcere di Camerino evacuati per il terremoto.

Uno degli evasi era in carcere per omicidio, un altro per concorso in omicidio e il terzo per sfruttamento della prostituzione. A quanto ricostruito, sono evasi segando le sbarre di una finestra della cella e calandosi con una corda dal lato di via Tiburtina dove si trova il vivaio.

"Personale mancante, strutture fatiscenti, nessuno strumento di supporto alla vigilanza. Ancora una volta a Rebibbia, dopo i fatti dello scorso febbraio, la combinazione di questi elementi determina una ennesima evasione e getta in una grave confusione il carcere romano". Lo dice il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, aggiungendo che: "Da tempo, troppo tempo, le nostre denunce sulle condizioni fatiscenti del carcere romano, così come della gran parte del sistema penitenziario, sono colpevolmente sottovalutate. Il risultato è che, ancora una volta, tre detenuti approfittano delle falle del sistema per poter evadere". Quanto accaduto alla casa circondariale romana, infatti, prosegue il dirigente sindacale, "non ci sorprende".

A Rebibbia, "dei 992 poliziotti penitenziari necessari, ne risultano presenti 930. Di questi, però, 180 agenti sono distaccati, per la gran parte, in uffici amministrativi, occupati in compiti che potrebbero essere assolti da altri lavoratori pubblici. Il tutto quindi per un totale a Rebibbia di soli 750 poliziotti penitenziari. Un numero tale che, parametrato ai circa 1.400 detenuti presenti, produce un rapporto pari a un solo agente che spesso deve vigilare su 170 detenuti, come accaduto questa notte, attraverso una modalità spacciata per 'vigilanza dinamica'". Per queste ragioni, osserva Chiaramonte, "alla luce di questi numeri, nonché dell'evasione di oggi, pretendiamo che, come lo stesso ministro della Giustizia Orlando ha recentemente affermato, l'amministrazione rimandi nell'istituto di Roma, ma non solo, gli agenti penitenziari distaccati negli uffici amministrativi".

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