Il piano verde dell'Europa: mille miliardi (ma si parte con 7,5)
ANSA/Massimo Percossi
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Il piano verde dell'Europa: mille miliardi (ma si parte con 7,5)

La Commissione di Ursula avvia la trattativa per la rivoluzione 'green'. L'Italia punta sull'Ilva, ma le sorti saranno in mano alla Germania

Mille miliardi di investimenti in dieci anni per la riconversione dell’Europa all’economia green. Un piano record per capitali economici e ambizione politica quello annunciato dalla Commissione di Ursula von del Layen e che, di rinvio in rinvio, ora prende forma in un documento approvato da Bruxelles. Un piano ambizioso cui l’Italia vorrebbe affidare anche le sorti dell’ex Ilva. Ma che proprio nei conti economici rischia di essere troppo fragile, se non troverà il consenso di tutti. Difficile in partenza, visto che già la Polonia per ora si è tirata fuori negli accordi preliminari. 

"Col green deal vogliamo raggiungere emissioni zero entro il 2050. Non possiamo fallire. Il piano per gli investimenti sostenibili adottato oggi dalla Commissione europea"  invia un chiaro segnale a tutti: "quando si fanno investimenti occorre pensare verde". Cosi' il vicepresidente della Commissione europea all'Economia Valdis Dombrovskis nel suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo.

Da dove arriveranno gli investimenti 'green'

Investimenti. E’ questa la parola chiave visto che dei mille miliardi evocati a guardare i conti il 30% sarà di soldi europei ad hoc per la lotta ai cambiamenti climatici, mentre il 25% arriverà dalla riconversione verde di finanziamenti esistenti e tutti gli altri si stima (o si spera) vengano da un trascinamento generale dell’economia. Vale a dire che la Commissione intende dare l’avvio, ma se davvero il piano europeo per la riconversione green potrà decollare dipenderà da un cambio di priorità dei governi e, soprattutto, da un cambio di passo degli investimenti privati.

Il via alla rivoluzione verde dal 2021

Una rivoluzione che, va detto, partirà, si spera, dal prossimo anno. Primo passo sarà, infatti, il prossimo bilancio dell'UE a lungo termine, dal 2021 al 2027. Dopo la priorità all’occupazione motivo forte della presidenza Junker, la Commissione Ursula intende disegnare un settennato economico tutto puntato a obiettivi legati al clima e all'ambiente.

Assumeranno vincoli green dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, al Fondo di garanzia agricola, al Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo di coesione, al Fondi Horizon Europe e Life. Fondi che insieme valgono circa 500 miliardi, ma che, di fatto, già ci sono. Insieme a questi ai singoli governi toccherà attivare il cofinanziamento di circa 114 miliardi di euro per il clima e progetti ambientali.

Il resto, appunto, si gioca su quanto gli europei vorranno fare. Per l’Italia, neache a dirlo, uno dei compiti a casa assegnati da Ursula von der Layen riguarda le auto: auto nuove da mettere su strada per ridurre almeno dell’8% le emissioni di anidride carbonica.

Sul fronte privato si punta al trascinamento, culturale ed economico, verso la riconversione. Per questo la garanzia offerta ai privati sarà un meccanismo ribattezzato “di transizione equa”, che dovrebbe mobilitare almeno 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 tra bilancio dell'UE, cofinanziamenti degli Stati membri e contributi di InvestEU e Banca d'investimento (BEI).

Mille miliardi... ma si parte solo con 7,5

Il vero nodo è se il piano partirà. Il bilancio a lungo termine 2021-2027 è ancora attualmente in fase di negoziazione. I numeri, dunque, sono teorici. Tanto che, in attesa, il fondo per la transizione equa avrà 7,5 miliardi. Gli unici fondi subito sul piatto.

Tutto il resto dei mille miliardi è ancora da scrivere. E dipenderà quanto l’Europa degli Stati vorrà davvero aprire il portafoglio e seguire Urusula von der Layen. La trattativa per ora è in mano alla presidenza di turno dell’Unione, la Croazia al suo debutto. Da luglio la palla passerà in mano alla presidenza tedesca. Probabile sia Berlino a guidare le danze decisive.

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Anna Migliorati