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Epatite A: trasmissione, prevenzione e vaccino

I casi di contagio sono aumentati di 5 volte nel 2017 rispetto al 2016. Per questo, anche se non è pericolosa, la malattia va conosciuta

Nell'ultimo anno i riflettori si sono accesi su quella che è una vera e propria malattia infettiva legata ad un virus che colpisce il fegato, l'epatite A, che seppur meno pericolosa delle altre epatiti virali (per esempio la C) perché non si cronicizza ed i suoi effetti non si trasformano in quei pericoli propri delle altre infezioni appartenenti a questa categoria di virus (quali l'insufficienza epatica, la steatosi epatica e la formazione di  tumori) è importante non sottovalutare.

Il focus si è acceso soprattutto dopo la diffusione dei numeri forniti dall'Istituto Superiore della Sanità che hanno evidenziato l'aumento esponenziale dei casi di contagio. Solo in Italia, tra l'agosto del 2016 e il febbraio del 2017, sono stati segnalati e confermati 583 pazienti colpiti da questo virus cinque volte l'anno precedente.

Attraverso un questionario epidemiologico sottoposto dall'ISS è risultato che tra le persone infette ?il 68%  aveva avuto rapporti omosessuali?. Questo ha permesso di cambiare il punto di osservazione della malattia, considerando varie e più ampie forme di contagio ovvero trasversalmente anche la trasmissione sessuale

Come si trasmette

La trasmissione del virus HAV (Human Hepatitis A Virus) avviene tramite l'ingestione di cibo crudo o cotto male ed acqua contaminati dal virus o per via orofecale. Negli ultimi anni si è visto l'incremento dei casi di contagio attraverso rapporti anali ed oro-anali praticati senza le dovute precauzioni.

In un lasso di tempo che varia dai 15 ai 50 giorni, dove il virus ha la sua incubazione, la malattia, la cui durata è di circa due settimane, fa la sua comparsa con sintomi che vanno dalla febbre all'inappetenza alla nausea. Subito dopo, con l'aumento della bilirubina nel sangue e a causa della scarsa funzionalità epatica, compare il classico segno distintivo delle epatiti, il colorito della pelle che tende al giallo, il cosiddetto ittero, e che colpisce anche l'interno degli occhi.

L'infezione, paradossalmente, ha una lieve pericolosità se colpisce i bambini o i giovanissimi perché non causa problemi ed una volta guarita, garantisce al paziente l'immunità mentre se ci si contagia da adulti, la probabilità che si trasformi in epatite acuta è maggiore.

La prevenzione

?Il rispetto delle norme igieniche è il primo passo per prevenire il virus dell'epatite A?  come sottolinea il Prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo e Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano ?Bisogna fare attenzione soprattutto quando si viaggia in quei Paesi del mondo dove le norme igieniche sono trascurate e, in Italia, ai cibi crudi, come i frutti di mare o come la verdura e la frutta. Riguardo anche per tutte quelle attività sessuali, senza protezione, dove sono presenti i contatti oro-anali ed anali?.

Il vaccino

?Nei casi acuti?, continua il Prof. Pregliasco, "si ricorre al trattamento ospedaliero mentre in tutti gli altri casi, diventa utile il riposo ed evitare l'ingestione di cibi grassi. La protezione per l'epatite A è assicurata dalla vaccinazione. La prima dose fa il suo effetto dopo un mese. La seconda dose, a distanza di sei mesi dalla prima, garantisce una protezione dal virus per un periodo di tempo di circa otto anni. Volendo, se non lo si è fatto, si può ricorrere al vaccino combinato in tre dosi, per l'epatite A e l'epatite B?.

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Francescapaola Iannaccone