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Email, l'Fbi scagiona ancora Hillary Clinton

Il direttore del Bureau, Comey, comunica che le mail, per le quali era stata riaperta l'inchiesta, non contengono materiale per chiedere l'incriminazione

Il direttore dell'Fbi, James Comey, domenica - a 48 ore dal voto dell'8 novembre - ha comunicato che sulla questione delle email gestite su un server privato da parte di Hillary Clinton, l'Fbi non ritiene necessario chiedere nessuna incriminazione.

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Comey aveva scritto ad alcuni esponenti del Congresso, il 28 ottobre scorso, di aver riaperto l'inchiesta, precedentemente dichiarata "archiviata" in luglio.

L'uscita di Comey del 28 ottobre ha per alcuni giorni rilanciato la campagna di Trump, e secondo alcuni osservatori poteva rappresentare la "sorpresa di ottobre" capace di ribaltare l'esito della campagna elettorale.

Comey ha fatto sapere che nell'analisi dei nuovi testi non sono emersi elementi per modificare la decisione assunta il 5 luglio scorso, quando si sostenne che la gestione della posta di Clinton era stata "estremamente incauta" ma non tale da costituire un crimine.

L'annuncio di Comey del 28 ottobre era stato giudicato "irrituale": tanto che il ministro della Giustizia, la democratica Loretta Lynch, fece sapere di essere stata contraria alla diffusione della notizia anche perché andava contro la prassi del ministero, da cui l'Fbi dipende, che vieta di dare annunci che potrebbero influenzare il processo elettorale.

Comey, 55 anni, repubblicano (fu viceministro della Giustizia nel primo mandato del repubblicano George W. Bush alla Casa Bianca) ma nominato nel 2013 dal presidente Barack Obama, venne attaccato subito da Clinton che denunciò una manovra per screditarla ed influenzare l'esito delle elezioni.

Tutta la vicenda ha elementi di opacità: dall'inizio, l'annuncio dell'inchiesta senza esprimersi sul contenuto delle mail trovate sul pc di Anthony Weiner, ex marito del braccio destra di Clinton, Huma Abedin.

Comney ha rivelato l'esistenza di un'inchiesta senza sapere se nelle nuove mail ci fossero elementi probanti contro la candidata democratica.

Secondo alcuni commentatori Comey aveva ceduto alle pressione di un'ala anti-Clinton nell'Fbi irritata per come scagionò il 5 luglio scorso Hillary e per come trascurò l'evento dell'incontro, ritenuto inopportuno, tra l'ex presidente Bill Clinton e il ministro della Giustizia Lynch, dopo l'avvio dell'inchiesta della stessa Fbi.

Oggi, a meno di 48 ore dall'apertura dei seggi, di nuovo a sorpresa - era stato fatto trapelare dall'inizio che probabilmente la verifica delle nuove mail da parte dell'Fbi non si sarebbe conclusa prima del voto - l'annuncio che non sono emerse nuovi elementi contro Clinton.

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Redazione