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Elena Ceste, il marito al telefono: "Dal balcone la tenevo sotto il mio sguardo"

Le intercettazioni inedite di Michele Buoninconti, dopo il ritrovamento del corpo della moglie. Quando diceva ai figli: "Cosa stiamo cercando? Le cimici!"

È il 27 ottobre 2014, il corpo di Elena Ceste è stato ritrovato da una settimana in un fiumiciattolo vicino a casa. Il marito Michele Buoninconti parla al telefono con un amico: “Giampà, io voglio essere... voglio essere...come si dice, in mezzo alla pista, voglio dire che io ero in mezzo alla pista ed Elena è morta di freddo”. La conversazione prosegue: “Però io la riesco a vedere dal balcone di casa mia, Giampà! Io la tenevo sotto il mio sguardo, Giampà, io la tenevo sotto il mio sguardo”.

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Il carabiniere che ascolta la telefonata si batte una mano sulla fronte, corre a prendere il brogliaccio con tutte le intercettazioni e i verbali delle persone sentite nell’indagine a carico del marito della donna, che da subito, a dispetto delle ipotesi della fuga volontaria o del suicidio, è stato considerato come il potenziale assassino. Il militare trova la testimonianza trascritta con le dichiarazioni di uno dei soccorritori, a suo tempo sentito dal comando provinciale di Asti guidato dal colonnello Fabio Federici. “Stavamo battendo la zona con le unità cinofile” racconta l’uomo, riferendosi al luogo dove poi è stato trovato il corpo, “quando fummo raggiunti da Michele Buoninconti. Era visibilmente alterato, urlava che degli uomini gli avevano portato via la moglie. Noi ci stavamo dirigendo proprio verso la zona dove è stato trovato il cadavere, ma lui ci suggerì di cambiare direzione, verso la chiesa”.

Controllava la moglie in modo maniacale, ha scritto il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare. Quando la donna andava dal medico, lui voleva essere presente. E il dottore doveva rivolgersi a lui. Faceva l’assicurazione all’auto della moglie soltanto per i mesi scolastici, in modo che non potesse uscire durante l’estate. Non le dava neppure i soldi per comprare il pane: devi dire che passerà tuo marito. Un dominio vero e proprio, spiegato alla figlia in una conversazione raccolta a una intercettazione ambientale: “Diciotto anni della mia vita per raddrizzare mamma...” E ancora: “A non ascoltare il padre si fa la fine della madre che non ha ascoltato il padre”.

Una personalità affetta da disturbi di “tipo ossessivo compulsivo”, l’ha definita il dottor Paolo Gozzolino. Secondo gli inquirenti, Michele Buoninconti esercitava un vero e proprio dominio nei confronti della moglie Elena Ceste, la perdita del quale, più della gelosia, lo avrebbe portato a ucciderla. Una decisione, questa, stando al quadro accusatorio, preparata e studiata nei dettagli da una mente criminale, all’apparenza confusionaria in realtà raffinata, tanto che quando denuncia la scomparsa della donna accredita da subito un contesto di depressione e disperazione che possa aver spinto Elena al suicidio. Ma a questo punto sorge un interrogativo.

Se i giudici avessero ragione, se è andato tutto come scrivono, perché Michele Buoninconti pur avendo tempo e modo di disfarsi del corpo l’ha lasciato lì, a due passi da casa, con il rischio che potesse succedere quello che poi è successo? E qui la risposta per gli inquirenti arriva dai pezzi che si compongono: intercettazione, testimonianza, la conoscenza del territorio da parte del vigile del fuoco che voleva avere la situazione sotto controllo, per dirigere o sviare chi si avvicinava al fiumiciattolo. Un occhio rivolto all’orizzonte e un altro sempre vigile dentro casa, dove Michele non smetteva mai di cercare, come documentano queste intercettazioni inedite. È il 26 luglio, l’uomo parla con i figli: “Cosa stiamo cercando? Le cimici! Ragnatele! I ragni scappano...Ci sono le cimici, non gli bastava che mi hanno messo in croce...non gli bastava...le cimici, le cimici...guarda che c’è qui dietro...eh eh...che c’è qui dentro...Sono venuti a fare tutti i matti da me... sono venuti a fare tutti i matti da me... sono venuti a fare tutti i matti da me... sono venuti a fare tutti i matti da me...Vorrei vederli da soli a tu per tu, vorrei vederli...”

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Michele Buoninconti e Elena Ceste nel giorno del loro matrimonio in una foto tratta dalla pagina Facebook 'Michele Buoninconti: innocente fino a prova contraria'.

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Carmelo Abbate