Turismo e food: come creare una start-up
Ufficio stampa Edo
Economia

Turismo e food: come creare una start-up

Tre idee imprenditoriali che sfruttano le app dei telefonini per lanciare servizi innovativi legati al mondo dell'enogastronomia

Un'app per il telefonino che permette di capire quanto sono sani i prodotti in vendita al supermercato, un software per leggere le etichette alimentari e un'altra applicazione informatica che consente di avere suggerimenti su come arredare al meglio la tavola, a seconda degli ospiti invitati e delle ricette servite. Ecco tre idee innovative da poco premiate con il Dbj Awards, riconoscimento assegnato alle migliori start-up e ai migliori progetti imprenditoriali nei settori del turismo e del food (alimentare ed enogastronomia). A conferirlo è stato lo studio legale internazionale De Berti Jacchia Franchini Forlani, che ha inaugurato anche un apposito osservatorio, il DbjWatch, dedicato proprio al turismo e all'alimentare. “Si tratta di due settori strategici per l'economia italiana”, dice Massimiliano Gazzo, partner di De Berti Jacchia Franchini Forlani, “che oggi però hanno bisogno di una forte ventata di innovazione”.


Il nutrizionista tascabile

Per innovare, ovviamente, occorre anche portare sul mercato modelli di business inediti che cercano di intercettare nuovi bisogni dei consumatori e fanno leva sulla la tecnologia. E' proprio quello che sta cercando di fare per esempio la GeniusChoice di Barbara Codan ed Elisa D'Este, azienda che é stata premiata come migliore start-up e che ha creato un'applicazione per gli smartphone dedicata a chi vuole portare sempre con sé una sorta nutrizionista virtuale tascabile. Scansionando l'etichetta degli alimenti col telefonino, infatti, l'app di GeniusChoice consente di individuare la presenza di eventuali ingredienti indesiderati, per esempio il glutine o il lattosio, che vanno ovviamente evitati come la peste quando si soffre di specifiche intolleranze.


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Le app per leggere gli alimenti sono la specialità anche di Edo, la start-up che è giunta seconda al DbjAwards e che nasce per iniziativa di un gruppo di giovani romagnoli capitanati dall'informatico Luciano Venezia. Inquadrando il codice a barre del prodotto in vendita, grazie a un particolare algoritmo, l'applicazione ideata da Edo permette di capire quanto è sano l'alimento, in base ad alcuni parametri come per esempio la percentuale di grassi incorporati. E' ancora nella fase progettuale, invece, la terza iniziativa premiata, che arriva da Anita Sciacca e Flores Manfredi, due stylist ideatrici di  Table Top. Si tratta di un'idea imprenditoriale che, anche in questo caso, si basa sull'utilizzo di una app, seppur ben diversa dalle altre. E' infatti un'applicazione un po' più glamour e meno di servizio, in quanto consente di avere consigli su come allestire al meglio la tavola per un pranzo o una cena e di servire i piatti giusti a seconda della serata e degli invitati in arrivo.


Cibo e viaggi a braccetto

Sono dunque le tecnologie applicate ai dispositivi mobili che oggi fanno da volano all'innovazione nel turismo e nell' alimentare. Una conferma arriva anche da uno studio realizzato da Fabio Fraticelli, ricercatore dell'Università Politecnica delle Marche, che ha analizzato il business di 50 start-up innovative operanti in questi due settori, selezionate partendo da un database di oltre 5mila nomi. A dire il vero, nella sua indagine realizzata assieme alla ricercatrice Chiara Corbi, Fraticelli ha rilevato che circa il 64% delle start-up fa ancora leva sulle tecnologie basate su internet, che vengono affiancate da un'applicazione mobile solo nel 22% dei casi. C'è però una quota non trascurabile di giovani aziende innovative, circa il 12% del totale, che utilizza soltanto le app degli smartphone e dei tablet per fare business. Visto lo sviluppo dell'internet mobile, probabilmente quest'ultima percentuale è destinata ad aumentare.


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L'augurio di Fraticelli è che cresca anche la quota di start up capaci di coniugare assieme l'offerta di servizi turistici ed enogastronomici, senza concentrarsi in uno solo di questi due settori (attualmente, la quota di imprese che riesce a essere presente in entrambe i campi è infatti limitata a un modesto 4%). “Oggi il cosiddetto Food Tourism impatta significativamente sui flussi turistici nazionali”, ricorda infatti Fraticelli, “basti pensare che, nel 2015, ben il 9% dei visitatori stranieri ha scelto l'Italia proprio per motivazioni prevalentemente enogastronomiche”. E' un peccato, dunque, non sfruttare a pieno questo nostro vantaggio competitivo.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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