Scioperi nei trasporti, perché in Italia ce ne sono tanti
ANSA/ANGELO CARCONI
Economia

Scioperi nei trasporti, perché in Italia ce ne sono tanti

Oltre 121 giornate di astensione dal lavoro ogni anno per il personale di bus, tram e metropolitane. Fotografia di un fenomeno in crescita

Un totale di 121 giornate all’anno. E’ il numero di scioperi che si sono svolti nel 2017 in Italia nel settore del trasporto pubblico locale. Rispetto al 2016, quando le giornate di astensione dal lavoro del personale di bus, tram e metropolitane  furono 107, si registra un incremento di oltre il 10%. I dati sono contenuti nella relazione annuale  di Giuseppe Santoro Passarelli, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi, che l’ha esposta a Montecitorio nella giornata del 22 giugno. 

Tram e bus spesso fermi 

Anche lo scorso anno, secondo le statistiche del Garante, il settore del trasporto pubblico locale ha fatto la parte del leone per quel che riguarda le agitazioni sindacali. Su un totale di 2.352 scioperi indetti in Italia (di cui 1.488 realmente effettuati), quelli di autisti, tramvieri e dei loro colleghi sono stati 443, di cui 318 realmente svolti (cioè circa un quinto del totale si concentra in un solo settore). In controtendenza si è mosso invece il trasporto ferroviario, dove i lavoratori hanno incrociato le braccia 37 volte in un anno, con un calo del 50% rispetto al 2016. 


“Occorre riflettere sull'opportunità di un intervento normativo per la verifica della rappresentatività sindacale”, ha detto Passarelli mentre esponeva i dati, evidenziando un aspetto che ormai è ben noto da tempo in Italia: l’elevato numero  di astensioni dal lavoro tra chi fa muovere i mezzi pubblici nelle città di tutta la Penisola. Ma perché ci sono così tanti scioperi nel trasporto pubblico locale? 

Soldi pubblici ai gestori 

Alla base di questo fenomeno vi sono sostanzialmente due ragioni. La prima è una proliferazione in questo settore delle sigle sindacali, che ha portato alla proclamazione di molte agitazioni da parte di organizzazioni minoritarie del lavoratori. La seconda ragione è legata al meccanismo di finanziamento del trasporto pubblico locale, i cui costi vengono coperti soltanto in parte (30% circa) dalle vendite dei biglietti. Il grosso delle  risorse arriva dalle casse dello stato, che sostiene così un’attività che nessuna impresa pubblica o privata, da sola, avrebbe convenienza a offrire, se non a prezzi molto più alti. 

Se i dipendenti dei trasporti locali proclamano sciopero, i finanziamenti che i loro datori di lavoro  incassano dallo stato per il servizio offerto rimangono più o meno invariati mentre le stesse aziende riescono a risparmiare sui costi del carburante, sull’usura e sulla manutenzione dei mezzi oltre che, ovviamente, sulle spese del personale. Ecco dunque spiegata una delle ragioni per cui ci sono spesso in Italia molti scioperi di bus e tram. I gestori del servizio hanno poco interesse a chiudere le vertenze con i dipendenti il prima possibile perché,  n caso di agitazione sindacale, le perdite che subiscono sono limitate. 

Leggi anche: 


I più letti

avatar-icon

Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

Read More