Perché le scuole asiatiche funzionano meglio
Andrew Caballero-Reynolds/AFP/Getty Images
Economia

Perché le scuole asiatiche funzionano meglio

Rigore, aspettative altissime e rispetto per gli insegnanti. Nella convinzione che la crescita del paese dipenda dal rendimento degli alunni

"Per capire come andrà l'economia domani, basta guardare come funziona la scuola oggi". Gli asiatici hanno sempre creduto nel legame fortissimo tra efficienza del sistema scolastico e performance economiche, e i risultati ottenuti gli hanno sempre dato ragione. Nazioni come Singapore, Hong Kong, Taiwan, Corea del Sud e Giappone, che crescono tutte a tassi superiori al tre per cento (con l'eccezione del Sol Levante che, tuttavia, resta pur sempre la terza potenza economica del mondo), perl'ennesima volta sonno state premiate dalle classifiche internazionali per le loro scuole.

Istruzione di qualità

L'Organizazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha appena pubblicato i risultati della prima indagine sulla qualità dell'istruzione condotta su scala globale. Una classifica letteralmente dominata dall'Asia: Singapore, Hong Kong e Corea del Sud sul podio, seguite, a pari merito in quarta posizione, da Giappone e Taiwan, e dal Vietnam alla dodicesima.

Se l'intento di questa ricerca era quello di aiutare i paesi dalle performance peggiori a individuare le rispettive debolezze e ad aumantare la consapevolezza di come un buon sistema scolastico sia essenziale al raggiungimento di ottimi risultati economici, l'Asia emerge come punto di riferimento per tutti. Italia e Stati Uniti compresi visto che queste due nazioni sono ferme, a pari merito, alla posizione numero 28.

Perché la scuola è così importante in Asia 

I paesi asiatici hanno sempre investito tantissimo nell'istruzione. Alla base della teoria dello stato sviluppista (developmental state theory), il modello di sviluppo più seguito nella regione, per quanto sia stato applicato con metodi (e risultati) diversi alle sue varie latitudini, vi è la convinzione che l'obiettivo del governo debba essere quello di aumentare la qualità della vita della popolazione creanto opportunità, benessere e sviluppo, per tutti. Ancora, il modello spiega che questo risultato può essere raggiunto solo lasciando all'esecutivo la libertà assoluta di scegliere la politica economica più adatta per il paese nelle varie fasi della sua crescita e, dettaglio ancora più importante, evitando di trascurare la scuola, ad ogni livello, e adattandola di volta in volta alle sfide del momento. Accusato di lasciare troppo spazio a possibili derive autoritarie, i paesi che hanno scelto di seguire il modello sviluppista hanno sempre sottolineato come eventuali limitazioni della libertà dei cittadini fossero funzionali a raggiungere in tempi rapidi una serie di risultati che avrebbero poi portato benefici all'intera comunità e che, quindi, la legittimità delle stesse sarebbe durata fino al momento in cui gli esecutivi fossero rimasti in grado di tenere fede al contratto firmato con i cittadini

Come si studia in Asia

Singapore ha capito prima di ogni altra nazione non anglofona che per formare una generazione in grado di integrarsi in sistema economico estremamente globalizzato sarebbe stato necessario insegnare in inglese (tutte le materie!) e investire sull'aggiornamento costante del corpo docente

Rigore, aspettative altissime, rispetto per gli insegnanti, impegno e attenzione sopra la media, compiti a casa, ma anche tanta logica e flessibilità da affiancare all'apprendimento memonico. Lo studente asiatico non è premiato se, come succede in alcune scuole in Australia, trova il coraggio per dire al suo insegnante che non ha voglia di seguire una particolare lezione e quindi esce dalla classe in attesa che inizi quella sucessiva. In Asia non esistono le classi miste, in cui si lavora per argomenti con gruppi di età differenti finendo col livellare al ribasso il livello medio della preparazione dei ragazzi. I compiti a casa si fanno a partire dalla prima elementare, non, come succede in altri paesi, dalle medie in avanti. Esistono gli esami e vengono affrontati come un momento chiave per la crescita e la maturazione degli alunni. Non si chiede loro più di quanto siano davvero in grado di fare, ma li si aiuta a imparare come affrontare, non come evitare le difficoltà.  

Per fare in modo che tutti i giovani possano raggiungere determinati standard, tanti governi asiatici offrono pacchetti vantaggiosi per gli insegnanti più bravi. L'obiettivo è quello di indurli a trasferirsi in zone più isolate e disagiate con il compito di rimettere in riga classi particolarmente difficili. E nella maggior parte dei casi, putando su entusiasmo, determinazione e, naturalmente, tanta professionalità, ci riescono. 

La prossima settimana i risultati di questa ricerca verranno presentati alle Nazioni Unite in occasione del World Education Forum, allo scopo di ricordare ancora una volta perché e come l'economia può crescere quando i paesi investono sull'istruzione in maniera massiccia ma mirata. 

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More