Perché dare la "paghetta" ai figli non è diseducativo
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Economia

Perché dare la "paghetta" ai figli non è diseducativo

Secondo un’indagine della banca ING i bambini che l'hanno ricevuta da adulti tendono a indebitarsi meno

Fermi tutti: la "paghetta" non è diseducativa. Anzi, può essere un tassello importante nell'educazione finanziaria dei propri figli: li aiuta, una volta divenuti adulti, ad avere un maggiore controllo delle proprie spese diminuendo, quindi, in futuro le probabilità di trovarsi con il conto in rosso rispetto a quanti non l'hanno mai ricevuta.

E se a dirlo è uno studio condotto su oltre 12.000 clienti in Europa del colosso bancassicurativo olandese ING (presente in Italia con la banca online ING Direct), allora dobbiamo fidarci e, forse, cambiare idea su una pratica non di rado biasimata in pubblico.

Dall'indagine è emerso, infatti, che il piccolo "stipendio" settimanale serve a sviluppare col tempo "solide capacità di pianificazione finanziaria".

Educazione finanziaria: italiani all'ultimo posto


Oltre la metà degli intervistati, che hanno dichiarato di averla ricevuta da piccoli, oggi accantona i risparmi con regolarità. In sostanza, grazie alla piccola mancia, questa fascia di clienti si è scoperta più orientata a una gestione responsabile delle proprie finanze in vista della pensione.

Ma ciò non dovrebbe stupire. Perché a rivalutare la "paghetta" non sono solo gli esperti della banca olandese, ma anche gli stessi genitori.

Lo conferma sempre lo studio in questione: sette su dieci, che continuano a dare la piccola paga settimanale ai propri figli (lo fa circa l’80% dei clienti europei della banca olandese), si dicono certi che questi, una volta usciti di casa, diventeranno autosufficienti perché abituati fin da bambini a comprendere il valore del denaro.

Curiosamente, però, i meno orientati a mettere i soldi in mano ai figli sono proprio gli olandesi (lo fa il 67% degli intervistati da ING), mentre i più propensi sono i turchi (95% dei genitori).

E gli italiani? Si posizionano quinti in classifica (81%), anche se risultano in media i più generosi: superati i 15 anni d'età, i nostri adolescenti in media ricevono addirittura 30 euro alla settimana rispetto ai 20 euro dei coetanei tedeschi e francesi e ai soli 12 euro dei teenager britannici.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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