Effetto Nokia: ecco cosa succede quando un'economia dipende da una sola azienda
Economia

Effetto Nokia: ecco cosa succede quando un'economia dipende da una sola azienda

L'eccessiva dipendenza è certamente pericolosa. Ma i casi in cui si concretizza sono pochissimi

A volte identifichiamo un Paese con un marchio: l'Ikea è un'icona svedese, così come la Coca Cola e McDonald's lo sono degli Stati Uniti. Mentre in economie diversificate come quella nordamericana i marchi che ci riportano al Paese di origine, pur importanti, non hanno un peso determinante e decisivo per le fortune della nazione interessata, così non è per economie più piccole.

In questi casi, infatti, l'intera economia può dipendere dalle sorti di una sola società. Si tratta del cosiddetto "effetto Nokia", come lo ha definito The Economist. Che ha scelto la nota compagnia di telecomunicazioni finlandese proprio perché questa rappresenta il cuore (e non solo) del mercato del Paese dove ha sede.

Secondo una ricerca elaborata proprio a Helsinki, nel ventennio tra il 1998 e il 2007, i telefonini Nokia hanno contribuito per un terzo alla crescita dell'economia finlandese - oltre a rappresentare un contribuente fiscale essenziale per il mantenimento del costoso stato sociale locale. E uno dei principali datori di lavoro dela Finlandia.

E' difficile trovare altri esempi in cui una sola compagnia ha un peso così rilevante nell'economia di una nazione: i casi più eclatanti si riferiscono a città-Stato come Macao (che deve una fetta importante del suo prodotto interno lordo a una società di casinò, la Sands China). Ma a ben vedere, anche altri Paesi non possono prendere in considerazione l'ipotesi di fare a meno di alcune loro compagnie. In questo, la posizione geografica non fa differenza: Taiwan dipende dalla Hon Hai (marchio poco noto alle nostre latitudini, ma che produce componenti essenziali dei nostri apparecchi elettronici) e la Svizzera non sarebbe la stessa senza la Nestlè.

Non vanno però dimenticati i paesi che bluffano. Come Lussemburgo, Mauritius e Hong Kong. Perché anchese le statistiche testimoniano che una grossa fetta del Pil di queste nazioni dipende dagli incassi di ArcelorMittal, Essar Energy e China Mobile, è chiaro che si tratta di aziende che arricchiscono Lussemburgo, Mauritious e Hong Kong solo per convenienze di domicilio.

Questi studi rivelano però un segno dei tempi che cambiano: un tempo, i luoghi comuni identificavano interi popoli con alcune abitudini (i Cinesi e il riso, ad esempio), oggi questo dovrebbe avvenire con le loro società commerciali. E possiamo sorridere pensando a schiere di finlandesi incollati al loro telefonino. Rigorosamente Nokia, è ovvio.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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