Disoccupazione: quei mestieri ricercati, che nessuno vuole o sa fare
Economia

Disoccupazione: quei mestieri ricercati, che nessuno vuole o sa fare

Falegnami, panettieri o pasticcieri. Secondo i Consulenti del Lavoro, in Italia ci sono 150mila impieghi vacanti che non vengono coperti

Falegnami, pasticcieri, panettieri e sarti. Sono alcuni degli impieghi offerti in questo momento dalle aziende italiane, che non riescono però a trovare persone disponibili o capaci di occuparli. A rivelarlo è una indagine effettuata dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, che calcola la presenza nel nostro paese di almeno 150mila posti vacanti, rimasti scoperti nonostante l'elevato tasso di disoccupazione.

PICCOLE E MEDIE IMPRESE, TUTTI I POSTI A RISCHIO

La ricerca, effettuata su 28mila consulenti del lavoro che collaborano con con circa un milione di imprese, cita in particolare alcuni mestieri di fatica, molto ricercati e solitamente definiti come “posti in piedi”, perché si svolgono manualmente, senza stare seduti davanti a un computer o a una scrivania. E' il caso dei panettieri , tra i quali ci sono attualmente più di mille impieghi disponibili, che risultano scoperti da tempo per una quota del 39%.

CERCASI FALEGNAME O INSTALLATORE

Stesso discorso per i falegnami e gli installatori di infissi. Per quest'ultima categoria professionale, secondo i consulenti del lavoro, si sono 1.500 posti a disposizione, che risultano vacanti nell'83% dei casi. Sembrerà strano ma, secondo la ricerca, c'è carenza di personale anche tra i baristi e i camerieri, due mestieri svolti spesso da giovani universitari che hanno bisogno di mantenersi gli studi. Nel settore della ristorazione, manca infatti attualmente circa il 14% della forza-lavoro.

LE NUOVE PROFESSIONI DEL WEB

La musica non cambia per altre professioni del comparto alimentare come quella del pasticciere o del macellaio, per le quali risultano vacanti il 10% delle posizioni disponibili. Nel mondo della sartoria, invece, c'è la necessità di almeno 2mila persone, che avrebbero però bisogno di formarsi prima, con un corso di specializzazione. E' proprio la mancanza di adeguati percorsi di training lavorativo uno dei fattori che fa crescere il numero dei posti vacanti in Italia e che crea anche una carenza di profili di fascia media come gli operai specializzati, i tecnici informativi o gli addetti del settore sanitario. Tra gli infermieri, per esempio, viene segnalata la richiesta di 22mila assunzioni che non vengono però soddisfatte, sia per la poca attrattività del mestiere, sia per la presenza del numero chiuso nelle università (negli atenei, infatti, sono accettati ogni anno non più di 16mila nuovi studenti alla laurea triennale in scienze infermieristiche). Per questa ragione, non poche strutture sanitarie sono costrette ad assumere personale straniero.

PROBLEMA EUROPEO

Tirando le somme, i posti oggi scoperti nelle imprese sono dunque 150mila circa. Se tutte le offerte di impiego venissero soddisfatte, non risolverebbero certamente i problemi del mercato del lavoro italiano, dove ci sono ben 3,6 milioni di persone inattive o disoccupate. Si tratterebbe comunque di un primo passo importante, che anche l'Europa ci chiede di compiere. Pure la Commissione Ue, infatti, sta oggi cercando di rendere più agevole incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro, che risulta spesso difficile anche all'estero. Secondo le stime dell'Osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti, in tutta l'Unione ci sono ben 1,7 milioni di posizioni professionali scoperte. Il nostro paese, insomma, per una volta è in “buona” compagnia.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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