Detenuti e Costituzione: Benigni ha perso una grande occasione
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Detenuti e Costituzione: Benigni ha perso una grande occasione

È un peccato che il comico toscano non abbia voluto dedicare nemmeno una parola all'articolo 27 della nostra Carta

Ha davvero perso una grande occasione, Roberto Benigni: nel monologo televisivo che ieri ha dedicato alla «bella Costituzione italiana» non ha dedicato nemmero una battuta all’articolo 27. Eppure è davvero un bellissimo articolo, forse tra i più importanti della nostra carta costituzionale. Ha un suono particolarmente elevato, cita principi veramente fondamentali. Ascoltate: «La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato copevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato…».

Ha perso davvero un’occasione, Benigni. Anche perché proprio in queste ore un uomo, un anziano politico, per i principi e i diritti civili fondamentali contenuti in quell’articolo sta rischiando la vita come un kamikaze al contrario: Marco Pannella, a 83 anni, mette nuovamente in forse la sua salute con l’ennesimo sciopero della fame e della sete per sollecitare l’amnistia, per salvare la vita a decine di migliaia di reclusi. Contro la tortura vergognosa, contro l’infernale girone carcerario che sempre più frequentemente induce al suicidio in cella.

Sono circa 70 mila i detenuti italiani, e dovrebbero essere circa 45 mila. In nessun altro paese civile l’affollamento dei reclusi raggiunge vete così elevate. Ma la statistica più disperante è un’altra. Il 43% di loro è in attesa di giudizio, e date le statistiche giudiziarie italiane questo significa che circa 25-30 mila persone sono recluse da innocenti. In Italia sforiamo del 153% la capacità massima delle celle: questo vuole dire che ogni due reclusi ce n’è uno di troppo. Un confronto: in Germania l’affollamento è all’89%. Altro che lo spread finanziario! In alcune prigioni, nelle celle progettate per una persona ce ne stanno tre. L’ultima notizia arriva dal carcere di Savona, dove l'aula scolastica e la palestra sono state trasformate in celle per fare fronte al sovraffollamento dell'istituto: nei 36 posti disponibili sono attualmente ospitati 89 detenuti (e mancano anche 15 agenti dall’organico previsto).

Pannella ci ricorda questo obbrobrio, mettendo in gioco la sua salute. Chi legge questa rubrica sa che Panorama.it è sensibile alla questione. La politica, invece, sembra concentrata sul proprio ombelico. E anche i guitti da Oscar come Benigni. Che invecchiano male, non sorprendono più, né quasi fanno più ridere.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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