Soldati Onu
(Getty Images)
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Quelle violenze, nascoste, dei Caschi Blu dell'Onu

Uno studio britannico racconta di bambini abbandonati, stupri e violenze di vario tipo che sarebbero stati compiuti da uomini che si muovevano sotto i simboli delle Nazioni Unite

Secondo una recente ricerca di un team dell'Università di Birmingham, le forze di pace delle Nazioni Unite hanno generato e abbandonato migliaia di bambini in uno dei paesi più poveri e dilaniati dalla guerre che ormai si susseguono da anni. Inoltre, soldati e poliziotti che operano sotto il mandato delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) hanno abusato di bambini, violentato giovani donne e scambiato cibo per sesso. Nello studio, che è stato pubblicato per la prima volta dalla rivista online britanicca “The Conversation”, si afferma che i padri dei bambini nati dagli abusi erano soldati, ufficiali, piloti, autisti, cuochi, medici e fotografi provenienti da 12 paesi tra cui il Sud Africa, Tanzania, Marocco, Uruguay, Nepal e Bangladesh. Gli specialisti dell’Università di Birmingham nella loro rigorosa indagine hanno ascoltato.

IL DOCUMENTO

STUDIO VIOLENZE ONU.pdf

Bambini, adolescenti e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 19 anni che hanno affermato che loro e le loro madri erano stati lasciati in povertà e avevano subito discriminazioni quando i loro padri hanno lasciato il paese e non hanno fornito supporto continuo. I ricercatori hanno condotto 2.858 interviste nella comunità congolese in cui 1.182 persone (42%) hanno sollevato, spontaneamente, i problemi degli abusi dei peacekeeper e dei bambini abbandonati. Tra le persone sentite ci sono anche 60 donne che hanno dato alla luce dei figli e tra loro c’è anche una ragazza che è stata “concessa” dalla sua famiglia e messa incinta dai soldati quando aveva solo dieci anni. L'Onu ha affermato di « condannare fermamente il comportamento di coloro che violano e minano i valori dell'organizzazione abusando e sfruttando coloro che chiedono protezione alle Nazioni Unite» e un funzionario britannico, Christian Saunders, è stato incaricato il mese scorso « di migliorare la risposta dell'ONU allo sfruttamento e agli abusi sessuali». Non è certo la prima volta che gli uomini delle Nazioni Unite schierati come forze di peacekeeping macchiano la loro presenza con atti orribili e la memoria torna al 2004 quando le Nazioni Unite mandarono ad Haiti il loro contingente della missione Minustah (United Nations Stabilization Mission in Haiti) dopo la fuga in esilio dell’allora presidente Bertrand Aristide. Qui i caschi blu abusarono di centinaia di ragazzine minorenni. Fu sempre la rivista accademica The Conversation a pubblicare uno studio di Sabine Lee, docente all’università di Birmingham, e Susan Bartels, della Queens University in Ontario in Canada che si baso’ su interviste fatte nel 2017 a circa 2.500 haitiani che raccontarono degli abusi e dei bambini nati. A rendersi protagonisti di questi atti abominevoli furono i soldati provenienti da 13 Paesi, tra cui l’Uruguay, il Cile, l’Argentina, il Canada e la Francia. Stesso copione nel 2007 quando un intero contingente di Caschi blu schierati nello Sri Lanka venne rimandato a casa

dopo che vennero scoperti decine di casi di abusi sessuali. Nel tempo però nulla è cambiato perché numerose inchieste hanno provato centinaia di casi di abusi sessuali da parte dei Caschi blu in Mozambico, in Bosnia e nella la Repubblica Centrafricana. Kirstin Wagner responsabile della ricerca nella Repubblica Democratica del Congo, ha affermato che è impossibile sapere con certezza il numero di figli generati dai membri della missione delle Nazioni Unite Monusco, che è nel Paese da 20 anni: « Ci sono potenzialmente migliaia di bambini lasciati indietro dalle forze di pace nella Repubblica Democratica del Congo", ha detto. "Parte del problema è che alcuni di quelli schierati sembrano trattare queste missioni come un'opportunità per il turismo sessuale e crimini sessuali che è improbabile che commettano nei loro paesi d'origine». Secondo la responsabile della ricerca la maggior parte delle madri ha descritto il proprio contatto sessuale con il personale delle Nazioni Unite come "transazionale", cioè basato sullo scambio di cibo, vestiti e denaro. A volte i soldati promettevano di pagare le tasse scolastiche alle ragazze in cambio di sesso.Ma non solo: « Alcune donne hanno fatto sesso perché volevano un cellulare o una nuova pettinatura o scarpe nuove. Questo è diverso dalle donne che fanno sesso perché hanno bisogno di cibo per vivere, quello che viene chiamato sesso di sopravvivenza». Il database delle accuse mosse agli uomini delle Nazioni Unite contiene solo 426 casi di bambini nati da soldati di pace dal 2007 ma è evidente che questi sono numeri falsi. Paula Donovan di Code Blue, che lavora per porre fine all'impunità per i reati sessuali da parte del personale delle Nazioni Unite ha dichiarato: « Esattamente cosa si farà di più per impedire che un'altra generazione di personale delle Nazioni Unite renda i bambini abbandonati l'eredità del mantenimento della pace delle Nazioni Unite?». Mentre si attende che qualcuno rispodna a questa domanda nelle ultime settimane ci sono state rabbiose proteste fuori dalle basi delle Nazioni Unite contro presenza della missione “Monusco” nella Repubblica Democratica del Congo.

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Stefano Piazza