USA e armi: un legame inscindibile. Anche per Biden
Joe Biden (Ansa)
Dal Mondo

USA e armi: un legame inscindibile. Anche per Biden

La Rubrica - Lessico Familiare

Ha davvero tempo da perdere il Presidente Biden a invocare una ‘stretta’ sulla vendita delle armi da fuoco negli USA, dichiarazioni rituali e stantie che sciorina ogni qual volta la cronaca riporta un mass-shooting, ossia un omicidio di massa effettuato da chi spara all’impazzata in strada, a scuola, sul posto di lavoro, facendo strage di innocenti.

Gli USA sono la patria di questi fenomeni e incontrastati primatisti al mondo, tanto che non fa quasi più scalpore leggere del pazzoide che, in diretta Facebook, camuffato da Rambo 3, scarica tempeste di proiettili su ex colleghi, studenti, passanti, avventori di un centro commerciale, tra cui – quasi sempre – bambini inermi.

Lo shock, il cordoglio, i tappeti di fiori e palloncini fuori dal luogo della tragedia, le lacrime dei parenti, le parole di Biden: sempre lo stesso rituale, come in un loop, giorno dopo giorno.

La verità è che dalle nostre latitudini siamo culturalmente incapaci di sintonizzarci con una mentalità, quella americana, che si lega a doppio filo alle proprie origini di paese di conquista, dove le armi sono state – per i pionieri - lo strumento per sopravvivere, proteggere se stessi e la propria famiglia, conquistare ogni fazzoletto di terra che portava al leggendario West.

Il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America – che protegge il diritto dei cittadini statunitensi di detenere e portare armi- è un tatuaggio indelebile e secolare trascritto nel DNA di questo paese, tale da condizionare ogni aspetto della vita pubblica e privata.

Nessun politico oserà mai, se non in maniera isolata ed estemporanea, mettere in discussione il diritto insopprimibile di detenere un’arma da fuoco e persino di usarla per motivi che, nei nostri ordinamenti, mai nella vita rifluirebbero nella legittima difesa.

L’esempio più classico è la violazione della proprietà privata: pensiamo al giovane afroamericano di 16 anni, Ralph Carl, virtuoso del clarinetto, cui i genitori chiedono, qualche settimana fa, di andare a riprendere i fratellini all’indirizzo della tata, a Kansas City.

La via è quella ma il civico non coincide. Così il giovane Ralph attraversa il vialetto di una casa e suona al campanello doveun uomo, cui avrebbe dovuto chiedere informazioni, apre la porta e gli spara a bruciapelo.

Ralph si salverà riportando serie ferite ma lo shooternemmeno verrà incriminato: la legittima difesa è sempre presunta se violi la proprietà privata.

E’ il Secondo Emendamento Signori.

Quello cui si è appellato ieri un Giudice federale della Virginia, Robert Payne, il quale – con una sentenza di ben 71 pagine (cosa avrà mai avuto da scrivere tanto?) - ha stabilito che la legge che vieta di vendere pistole a giovani sotto i 21 anni viola questo Emendamento ed è incostituzionale.

Il ragionamento è limpido, nella sua assurda logica: se a 18 anni posso votare, arruolarmi senza chiedere il consenso dei genitori, far parte di una giuria federale, ho anche il diritto di difendermi possedendo armi.

Insomma, il Secondo Emendamento è l’ingrediente base di ogni pronuncia sull’uso delle armi: basti ricordare lasentenza nel caso New York State Rifle & Pistol Association, Inc. contro Bruen, l’anno scorso, che ha assicurato il diritto di portare armi ovunque, anche in luoghi pubblici.

Noi ci preoccupiamo di avere sempre sottomano l’inseparabile smart-phone, loro un Winchester.

Gli USA sono un paese in cui circolano più armi che in qualsiasi altro paese al mondo: secondo il rapporto del Centro di ricerca indipendente Small Arms Survey, un'organizzazione con sede a Ginevra, nei 50 stati federati circolano 393,3 milioni di armi, distribuite fra 330 milioni di cittadini. Bambini inclusi.

La National Rifle Association of America (in acronimo NRA) è un'organizzazione che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco e viene considerata la più antica organizzazione per i diritti civili degli Stati Uniti.

Sembra un ossimoro ma è così.

Negli USA non si muove foglia che la NRA non approvi e chiunque abbia tentatodi mettersi contro questa potentissima lobby, capace di influenzare la politica americana, ne è uscito sconfitto.

Attaccarla frontalmente è impossibile e deve aver avuto un bel coraggio il Procuratore Generale di New York,Letitia James, donna e per giunta afro-americana, a intentare causa contro la NRA.

Letitia James, oltre che coraggiosissima, è stata molto furba e si è ispirata ad Al Capone: il potente gangster italo-americano finì i suoi giorni in carcere non già per la chilometrica sfilza di reati di sangue a lui imputabili, da cui usciva sempre indenne, ma per evasione fiscale.

Così, nell’agosto 2020, la procuratrice di New York ha portato alla sbarra la lobby delle armi per frode e uso improprio di fondi, chiedendone nientemeno che la chiusura.

Come finirà?

Per ora la Procura neeyorkese è riuscita a respingere tutti i tentativi dei migliori legali d’America, per conto della National Rifle Association, di invalidare il processo e spostarlo in Texas, così da giocare ‘in casa’.

Non nascondo di fare il tifo per Letitia James, un novello Davide contro l’enorme Golia, anche se forse il mito più calzante è quello dell’Idra.

Puoi tagliargli una o più teste ma il mostro delle armi non morirà mai perché ucciderlo sarebbe come uccidere gli USA stessi e i principi su cui si fondano.

I più letti

avatar-icon

Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

Read More