attentato terrorismo islamico Svezia
Tamim Sultani, il terrorista (Polizia Svedese)
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La Svezia rompe il silenzio sugli attentati di matrice islamica

Tamim Sultani è stato incriminato per aver colpito 7 persone al grido di Allah u akbar, nel silenzio dell'informazione europea e contro il parere della procura che parlava di disturbi psichici e non terrorismo

Dopo un lungo ed ostinato silenzio delle autorità svedesi è arrivata la notizia che il ventiduenne migrante afghano Tamim Sultani lo scorso 14 maggio 2021, è stato incriminato dal tribunale distrettuale di Eksjö con l'accusa di sette tentati omicidi.

La vicenda praticamente ignorata dalla stampa internazionale forse perché ormai il fatto che un migrante musulmano che accoltella la gente per strada è diventato quasi normale, risale al 3 marzo 2021 quando Tamim Sultani colpì con un coltello da cucina sette persone nel centro di Vetlanda, capoluogo del comune omonimo, nella contea di Jönköping.



Nonostante alcuni testimoni avessero udito l'uomo gridare mentre colpiva i passanti "Allahu u akbar" ( Allah è grande) la magistratura fin da subito escluse il movente terroristico-religioso privilegiando l'ipotesi che l'uomo avesse colpito in quanto in preda a disturbi mentali. La polizia però ha continuato ad indagare scavando nel passato dell'uomo che nel corso degli interrogatori ha dichiarato "di essere un musulmano devoto che prega ogni minuto e secondo" ammettendo di aver commesso i crimini "perché si era sentito provocato da qualcuno che aveva negato l'esistenza di Allah". Altri elementi raccolti sull'uomo dicono che prima di arrivare in Svezia dove lavorava in un mattatoio, ha vissuto in Russia e prima ancora a Teheran (Iran).

Durante l'ultimo interrogatorio sono emerse anche le circostanze del suo arresto avvenuto quasi per caso dopo che era riuscito a fuggire dal luogo degli attacchi. Solo dopo alcune ore gli agenti lo incrociarono in una via di Vetlanda ma non avendolo visto in precedenza riposero al saluto dell'uomo che pero' commise l'errore di aver nascosto il coltello nella manica della giacca e da qui la reazione degli agenti che per arrestarlo dovettero ferirlo alle gambe prima che Tamim Sultani si tagliasse la gola sempre al grido di "Allahu u akbar". Gli attacchi del 3 marzo 2021 vennero commentati in maniera a dir poco infelice dal capo della polizia locale Jonas Lindell che rivolgendosi ai media disse "Ci sono molte indicazioni che queste vittime siano selezionate casualmente. Erano nel posto sbagliato al momento sbagliato, molto semplicemente". Una dichiarazione infelice che scatenò violente polemiche visto che non erano le vittime a trovarsi nel posto sbagliato ma l'attentatore. Il processo contro di lui si terrà presso il tribunale distrettuale di Eksjö tra il 21 maggio e il 3 giugno 2021. E chissà se qualcuno in quei giorni si troverà sotto il tribunale per manifestare solidarietà alle vittime colpevoli di passeggiare a casa loro. Nonostante l'incrollabile ottimismo crediamo di no.

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Stefano Piazza