attentato Francia
(Getty Images)
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Il buonismo francese (e non solo) costa la vita ad un prete

Un sacerdote è stato ucciso dallo stesso uomo che aveva dato fuoco alla Cattedrale di Nantes nel 2020 e che girava impunito e senza controllo

Sconcerto ed orrore in Francia per il brutale omicidio di un sacerdote, Padre Olivier Maire. Sconcerto e rabbia per quella che è una morte assurda essendo annunciata e quindi evitabile. L'assassino infatti non è uno sconosciuto, non è un lupo solitario o una persona normale. Emmanuel Abayisengam 40 ruandese, infatti è stato l'autore dell'incendio alla Cattedrale di Nantes di un anno fa.

Si tratta quindi di una vecchia conoscenza delle autorità francesi già posto sotto controllo giudiziario nell'ambito delle indagini per l'incendio alla cattedrale. Abayisenga, descritto come un devoto cattolico, soggiornava attualmente presso la comunità Monfortana, composta da missionari devoti a San Luigi Maria Grignion de Montfort ma a quanto pare poteva agire indisturbato.

Il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin ha annunciato che si recherà sulla scena del delitto e sempre su Twitter ha scritto poco dopo che "questo straniero non era deportabile nonostante il suo ordine di espulsione fino a quando non è stata revocata la sua revisione giudiziaria".

Ma come è potuto accadere che Emmanuel Abayisenga che oltretutto è reo confesso per quanto fatto alla cattedrale di Nantes, era in libertà? Perché non appena accertati i fatti venne descritto come un "uomo gentile" "segnato dalla storia del suo Paese d'origine" (il Ruanda) e che aveva agito probabilmente perché raggiunto dall'ordine di lasciare la Francia e anche per la sua situazione economica. Insomma, incendiare una cattedrale ci poteva pure stare con tutto quello che aveva passato. E cosi' è tornato in libertà, libero, appunto di uccidere, colpire i simboli, le persone della Chiesa cattolica.

La morte del sacerdote francese arriva a qualche giorno dal quinto anniversario (26 luglio 2016) dal barbaro assassinio di padre Jacques Hamel che venne sgozzato all'interno della chiesa di Santo Stefano di Saint-Étienne-du-Rouvray ( Rouen), da due estremisti che avevano giurato fedeltà allo Stato islamico. Prima di essere ucciso Padre Hamel venne costretto a inginocchiarsi ma le le sue ultime parole sono state: "Vattene, Satana!", "lontano da me, Satana!".

Quello che resta è la debolezza del sistema, del sistema di sicurezza francese, che come nel caso degli attentati a Charlie Hebdo ed al Bataclan non era stato in grado di capire, sapere, anticipare. Dimostra anche la pochezza e la vulnerabilità delle misure e delle norme contro i migranti clandestini per cui un decreto di espulsione è un semplice foglio, carta straccia. In Francia ma anche in Italia.

E se qualcuno pensa che si tratti di casi isolati, di pazzi, di gesti senza alcun legame si sbaglia di grosso. Dall'Austria alla Francia, dall'Olanda alla Germania in questi ultimi mesi attentati e gesti violenti da parte di islamici si sono moltiplicati mentre in Afghanistan i Talebani stanno riconquistando il paese, mentre l'Isis rialza la testa. E l'occidente arretra, sconfitto.

L'allarme terrorismo islamico è sempre più alto ma c'è chi non vede. O forse fa solo finta.

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Andrea Soglio