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Il generale Inverno aiuterà la Russia a riorganizzarsi, difendendosi prima di attaccare

Cosa sta succedendo sul campo di battaglia in Ucraina, con la guerra che sembra in una fase di stallo nell'opinione del generale di corpo d'Armata, Maurizio Boni

Di Gen. Corpo d'Armata, Maurizio Boni

La Russia ha bisogno di una lunga pausa operativa per ricostituire la capacità di combattimento delle proprie unità fortemente provate da dieci mesi di guerra e che non sono in grado, al momento attuale, di esprimere una capacità offensiva tale da assicurare un esito positivo del conflitto dal punto di vista di Mosca. Infatti, la fighting force che ha avviato l’operazione speciale (circa 190.000 uomini compresi i supporti) è stata falcidiata per tutta la durata del conflitto senza ricevere significativi rinforzi di uomini, mezzi e materiali da combattimento. Di qui, la necessità di passare alla difensiva su tutto il fronte fortificandolo per elevare il costo di vite umane che gli ucraini devono sostenere e scongiurare ulteriori perdite di territorio causate dalle controffensive di Kiev. Il settore di Bakhmut costituisce l’unica eccezione dove Mosca mantiene una postura offensiva basata soprattutto sulle forze non convenzionali dei mercenari del gruppo Wagner sostenute dal fuoco indiretto di artiglierie e lanciarazzi, senza ottenere peraltro risultati decisivi.

I russi utilizzeranno il periodo invernale anche per definire il nuovo disegno operativo che dovrà guidare le operazioni nel nuovo anno. L’apertura di un nuovo segmento di fronte dalla Bielorussia per minacciare Kiev rimane sempre un argomento molto efficace nelle mani del Cremlino, se non altro per costringere gli ucraini a orientare l’impiego di una parte delle proprie forze per la difesa della capitale, sottraendole dai loro sforzi offensivi principali. Unità russe e bielorusse stanno effettuando addestramento congiunto in Bielorussia, ma al momento, però, l’eventualità che Mosca e Minsk intraprendano azioni offensive congiunte rimane di difficile attuazione poiché La maggior parte della popolazione bielorussa è contraria alla partecipazione diretta nel conflitto al fianco dei russi e in ogni caso le forze armate di Lukashenko hanno una capacità operativa molto bassa. Il presidente bielorusso dovrebbe esporre il territorio del proprio paese alle ritorsioni di Kiev e le proprie truppe ad una sorte certamente non favorevole.

Il punto di vista di Kiev rispetto al periodo invernale è l’opposto di quello dei russi. Idealmente, gli ucraini non dovrebbero interrompere il ritmo delle operazioni perché hanno l’iniziativa e devono mantenere sotto pressione l’avversario in tutti i segmenti del fronte per continuare a liberare parti di territorio occupato e continuare ad infliggere perdite all’avversario. Kiev può contare, oltre che sulle armi, sul sistema di addestramento dei paesi occidentali al quale ha affidato completamente la formazione delle reclute da inviare al fronte. Solo il Regno Unito ne ha addestrate circa 10.000 dal mese di giugno. Oltre 15.000 verranno addestrate da paesi dell’UE sostenitori dello sforzo bellico ucraino. È possibile che la pressione ucraina continui a farsi sentire nel corso dell’inverno, come nel settore di Melitopol dove, con molta probabilità, sono già in atto azioni finalizzate a creare le condizioni per sviluppi significativi nella parte meridionale del fronte. Tuttavia, anche Kiev ha subito perdite ingenti, soprattutto di personale, e le fortificazioni russe non saranno affatto facili da superare a meno di costi di vite umane probabilmente insostenibili. Quindi anche il disegno operativo ucraino dovrà tenere conto delle nuove circostanze e individuare i punti di debolezza di quello russo.

Nel frattempo, Kiev deve fare anche i conti con la difesa del proprio territorio dalle devastanti incursioni dei missili e dei droni russi. Lo schieramento di una batteria di missili statunitensi PATRIOT si unisce a quello di altri sistemi d’arma di difesa aerea molto efficaci già forniti dall’occidente o di prossimo arrivo nel teatro operativo ucraino, come i missili italo-francesi del sistema SAMP/T. Il Patriot è un sistema missilistico guidato terra-aria che è stato schierato per la prima volta nel 1980 e può colpire aerei, missili da crociera e missili balistici a corto raggio. È uno dei sistemi di difesa missilistica aerea più ampiamente gestiti, affidabili e collaudati del mondo e la capacità di difesa missilistica balistica di teatro potrebbe aiutare a difendere l'Ucraina dai missili balistici forniti dall'Iran. Le preoccupazioni di Zelenski sono certamente riferite alla difesa di Kiev. Tuttavia, una sola batteria non sarebbe determinante a fronte della complessità del sistema e dei suoi costi operativi.

Ogni batteria Patriot è costituita da otto lanciatori montati su veicoli che possono ospitare fino a quattro missili ciascuno, un radar di terra, una stazione di controllo e un generatore. L'attuale missile intercettore costa circa 4 milioni di dollari mentre i lanciatori costano circa 10 milioni di dollari ciascuno. A quel prezzo, non è conveniente o ottimale utilizzare il Patriot per abbattere i droni iraniani molto più piccoli dei missili balistici e molto più economici che la Russia ha acquistato e utilizzato in Ucraina. Lanciare un missile da milioni di dollari contro un drone da 50.000 dollari non avrebbe molto senso.

Per mesi gli Stati Uniti sono stati riluttanti a fornire questo sistema perché avrebbe provocato la Russia, o per il rischio che un missile lanciato possa colpire il territorio russo intensificando ulteriormente il conflitto. Le insistenti richieste dei leader ucraini e la devastante distruzione delle infrastrutture civili del paese hanno fatto superare le remore dell’amministrazione statunitense.

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Andrea Soglio