Cronistoria del Berlusconi politico
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Cronistoria del Berlusconi politico

Dalla nascita di Forza Italia del 1994 alla ridiscesa in campo del 2013: vent'anni che hanno segnato la storia italiana

26 gennaio 1994: Silvio Berlusconi annuncia, in un video di 9 minuti inviato a tutti i tg, la sua “discesa in campo” in politica. Forza Italia, il partito fondato dal Cavaliere, nasce ufficialmente il 18 gennaio dello stesso anno, dai club dell'Associazione Nazionale Forza Italia, guidati da Giuliano Urbani , ed è composto da un nucleo di funzionari delle sue imprese, soprattutto Publitalia '80 , la concessionaria di pubblicità del futuro premier. Il nome è ispirato dallo slogan omonimo utilizzato nella campagna elettorale dalla Democrazia Cristiana , nel 1987 . Per la prima volta, in Italia, un “partito liquido”, con una struttura leggera, una gerarchia snella e un forte accentramento sulla figura del suo leader.

6 febbraio 1994: Al Palafiera di Roma, Berlusconi pronuncia il primo discorso da leader politico durante la prima convention di Forza Italia. Chiama a raccolta i “liberaldemocratici” contro la sinistra e apre una porta a Gianfranco Fini.

27 marzo 1994. Elezioni politiche. La coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi - Polo delle Libertà (con CCD e Lega Nord) e Polo del Buongoverno al Sud (Alleanza Nazionale , CCD, Unione di Centro e Polo Liberal Democratico ) - vince col 42,9 per cento dei voti. Forza Italia è il primo partito italiano col 21 per cento dei voti. Sconfitto il Partito popolare di Martinazzoli, unito al Patto Segni, (16 per cento). La Dc riduce i suoi deputati alla Camera da 206 a 46.  

11 maggio 1994: Silvio Berlusconi è il nuovo presidente del Consiglio. Con i suoi ministri giura al Quirinale davanti all’allora presidente Oscar Luigi Scalfaro. Due vice presidenti: Giuseppe Tatarella (An) e Roberto Maroni (Lega); Antonio Martino agli Esteri, Maroni all’Interno, Lamberto Dini al Tesoro, Giulio Tremonti alle Finanze, Cesare Previti alla Difesa.

21 novembre 1994: Berlusconi è raggiunto da un avviso di garanzia della Procura di Milano mentre, a Napoli,  presiede una conferenza mondiale sulla criminalità promossa dalle Nazioni Unite. L’inchiesta è quella sulle tangenti alla Guardia di Finanza. La notizia viene sparata come una bomba sulle prime pagine dei giornali.

22 dicembre 1994: in diretta televisiva il Cavaliere annuncia la rottura del patto con la Lega e chiede di tornare immediatamente alle urne. La Lega, alleata con il Partito Popolare, presenta una mozione di sfiducia. Si aprì la crisi: Berlusconi, per evitare di essere sfiduciato, si dimette. La Lega, coi parlamentari popolari e della sinistra (Pds, partito democratico della Sinistra) , appoggia un governo tecnico presieduto da Lamberto Dini . Si indicono nuove elezioni.

21 aprile 1996. Berlusconi è indagato per mafia, falso in bilancio, frode fiscali e corruzione giudiziaria insieme a Previti. Nasce il Polo per le Libertà, formato da Forza Italia, Alleanza Nazionale , Centro Cristiano Democratico e Cristiani Democratici Uniti . Si ricandida a premier ma è sconfitto dall’Ulivo di Romano Prodi (Partito Democratico della Sinistra , Partito Popolare Italiano , Comitati per l'Italia che vogliamo , Rinnovamento Italiano e Federazione dei Verdi ), che vince le elezioni col 42,16 per cento dei voti. Il Polo delle Libertà raggiunge il 40,29.

16 aprile 1998: Al Forum di Assago si apre il primo congresso di Forza Italia. «Siamo qui, finalmente. A qualcuno dei nostri molti critici non sembrerà neppure vero, e forse gli dispiacerà, perché il partito di plastica, il partito virtuale, il partito aziendale, questo partito che non c’è, indiscutibilmente, incontestabilmente c’è», dice il Cavaliere.

13 giugno 1999: Alle elezioni europee Forza Italia ottiene il 25,17%, risultando il primo partito italiano.

16 aprile 2000: La Lega torna  a correre con Forza Italia e il centro-destra. Nasce la Casa delle Libertà. I forzisti eletti governatori sono Roberto Formigoni in Lombardia, Giuseppe Chiaravalloti in Calabria, Sandro Biasotti in Liguria, Raffaele Fitto in Puglia, Enzo Ghigo in Piemonte e Giancarlo Galan in Veneto.

19 aprile 2000: A causa del risultato delle regionali, si dimette il governo D’Alema II, XIII Legislatura.

Maggio 2001: Forza Italia corre nella Casa delle Libertà insieme ad Alleanza Nazionale , Centro Cristiano Democratico , Cristiani Democratici Uniti , Partito Repubblicano Italiano e Nuovo PSI .  Berlusconi si ricandida alla Presidenza del Consiglio. La CdL vince le elezioni : si forma il Governo Berlusconi II . Vice presidenti Gianfranco Fini e Marco Follini, Renato Ruggiero agli Esteri, Claudio Scajola all’Interno,Giulio Tremonti all’Economia, Roberto Castelli alla Giustizia,Letizia Moratti all’Istruzione, Antonio Martino alla Difesa. Durante la campagna elettorale il premier sigla, nella trasmissione Porta a Porta, il famoso “Contratto con gli italiani ”: un accordo coi suoi elettori cui promette sgravi fiscali, dimezzamento della disoccupazione, aumento pensioni minime, infrastrutture. Questo governo è il  più longevo nella storia della Repubblica: 1.422 giorni in carica.

7 novembre 2001: La Corte di Cassazione assolve Berlusconi in via definitiva, per non aver commesso il fatto, dalle accuse legate all’avviso di garanzia del  21 novembre 1994 .

1 luglio 2003: Silvio Berlusconi è presidente del Consiglio europeo nel semestre italiano nella Ue. Resta in carica fino al 31 dicembre dello stesso anno.

3 e 4 aprile 2005: Alle regionali per il centro-destra è un bagno di sangue. L’Unione, la nuova coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi, vince in 12 delle 14 regioni in cui si vota. Forza Italia conserva solo due regioni (Lombardia e Veneto ) sulle otto precedentemente governate. Tira una brutta aria nella coalizione. Udc e Nuovo Psi ritirano i propri ministri e membri del governo.

20 aprile 2005: Berlusconi sale al Quirinale e si dimette.

23 aprile 2005: Berlusconi ricompone le fratture e ottiene la fiducia per un nuovo esecutivo . Nasce il governo Berlusconi III. Il presidente del Consiglio, ottenuto il reincarico, giura al Quirinale insieme ai ministri (vice presidenti Gianfranco Fini, anche agli Esteri, e Giulio Tremonti, Giuseppe Pisanu all’Interno, Domenico Siniscalco all’Economia, Roberto Castelli alla Giustizia, Letizia Moratti all’Istruzione, Antonio Martino alla Difesa).

10 aprile 2006. Alle nuove elezioni politiche vince la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi con un’esile maggioranza alla Camera e una minoranza al Senato. Alla Camera il centrosinistra ottiene, con 24.755 voti in più, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale varata nel 2005: il 49,73% dei consensi contro il 49,40% della CdL. Situazione opposta al Senato: 147.000 voti in più, il 49,57% contro il 49,16%. Per il sistema degli sbarramenti regionali previsti dalla legge elettorale, varata dal Governo Berlusconi III , e con l'apporto del voto della circoscrizione Estero, l'Unione ottiene due seggi in più. Berlusconi non riconosce la vittoria dell’avversario, denuncia “gravi irregolarità” e chiede una «attenta verifica» del risultato elettorale. Lancia un appello per una Grande coalizione, ma Prodi rifiuta.

2 maggio 2006: Si dimette il governo Berlusconi III (in carica fino al 17 maggio).

26 ottobre 2007: La sesta sezione penale della Cassazione rigetta il ricorso della Procura generale di Milano. Silvio Berlusconi è assolto nel processo Sme, dov’era accusato di corruzione in atti giudiziari per i 434 mila dollari transitati da un conto Fininvest al giudice Renato Squillante attraverso l’avvocato Cesare Previti.

18 novembre 2007: Silvio Berlusconi annuncia, dal predellino della sua auto,  lo scioglimento del partito, in una manifestazione contro il governo Prodi, in piazza San Babila a Milano. “Sarà il partito dei moderati”, dichiara. Nasce il Popolo della Libertà.

6 febbraio2008: Cade il Governo Prodi II al Senato, dopo che fallisce il  mandato "esplorativo" affidato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano , al Presidente del Senato, Franco Marini.Il presidente della Repubblica scioglie le Camera della XV Legislatura. Si va a nuove elezioni.

14 aprile 2008: Nuove elezioni politiche. Il Pdl di Berlusconi  (An, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia ) vince col 45,7% alla Camera e il 47,18 al Senato, contro il centro-sinistra (Pd più Italia dei Valori) guidato da Valter Veltroni (circa il 38 per cento di voti a Camera e Senato).

8 maggio 2008: Giuramento del IV Governo Berlusconi, davanti al presidente Giorgio Napolitano. Nuovo Presidente del Consiglio è ancora Silvio Berlusconi. Gianni Letta è Sottosegretario alla presidenza, Franco Frattini agli Esteri, Roberto Maroni Ministro dell’Interno, a Giulio Tremonti il dicastero dell’Economia, Ignazio La Russa alla Difesa, Angelino Alfano alla Giustizia, Mariastella Gelmini è il nuovo Ministro dell’Istruzione.

21 novembre2008: il Consiglio Nazionale di Forza Italia sancisce formalmente la confluenza nel PdL, conferendo a Berlusconi pieni poteri nella fase di transizione. Il congresso che costituisce il nuovo partito si tiene dal 27 al 29 marzo2009 .

13 dicembre 2009: In piazza del Duomo a Milano, dopo un comizio, Massimo Tartaglia, incensurato, colpisce al volto Silvio Berlusconi con una miniatura del Duomo di Milano. Setto nasale rotto e due denti fratturati. Il premier grida alla “Campagna d’odio della sinistra”.

22 aprile 2010: Tra Berlusconi e Fini è scontro aperto. Durante il direttivo nazionale del Pdl, all’Auditorium della Conciliazione di Roma, il Presidente della Camera critica apertamente il Cavaliere, che lo invita a dimettersi dal suo incarico istituzionale. Celebre la replica di Fini al premier: “Se no che fai? Mi cacci?”.

29 luglio 2010: Fini viene cacciato dal Pdl con 33 voti a favore e 3 contrari.

30 luglio 2010: Gianfranco Fini annuncia la nascita del suo nuovo partito, “Futuro e Libertà per l’Italia”. “Ovviamente non darò le dimissioni da presidente della Camera perché il presidente della Camera deve garantire il Parlamento e non la maggioranza che lo ha eletto», dichiara. Berlusconi risponde: «Il Pdl ha i numeri per andare avanti».

29 settembre 2010: Si vota per la fiducia alla Camera. Il governo ottiene un ampio margine (342 favorevoli e 275 contrari), ma è ostaggio dei finiani e dei siciliani di Lombardo (Mpa). I 304 voti di Pdl e Lega si distaccano dai 316 che garantirebbero loro la maggioranza assoluta. Per il PdL inizia la campagna acquisti di parlamentari tra i peones.

15 novembre 2010: I quattro finiani al governo (Ronchi, Urso, Bonfiglio, Menia) rassegnano le loro dimissioni.

14 dicembre 2010: Il Parlamento conferma la fiducia a Berlusconi (al Senato 162 a 135) e alla Camera  (314 a 311). Tre finiani - Catia Polidori, Maria Grazia Siliquini e Giampiero Catone – hanno tradito. I tre del Movimento di Responsabilità Nazionale – Calearo, Scilipoti e Cesario – hanno sostenuto il Cavaliere. Qualcuno non si è presentato.

15 gennaio 2011: Berlusconi è indagato per il caso “Ruby”. Un’altra minorenne (dopo Noemi Letizia) trascina nello scandalo il premier. La Procura di Milano ipotizza i reati di “concussione”, “seduzione di minorenne” e “istigazione alla prostituzione.” La ragazza marocchina - indicata come “nipote di Mubarak”, il presidente egiziano - avrebbe partecipato a festini nelle ville del Premier.

13 aprile 2011:  «Nel 2013 non mi ricandido. Il mio successore potrebbe essere Alfano», dichiara il premier, salvo poi smentire il giorno seguente.

16 maggio 2011: Elezioni comunali. Si vota per rinnovare 1.315 consigli comunali e 11 consigli provinciali. Ai ballottaggi del 30 maggio il centro-destra ne esce con le ossa rotte. A Milano, il sindaco uscente Letizia Moratti perde con il 45% dei voti, contro il 55% di Giuliano Pisapia. A Napoli l’ex magistrato Luigi De Magistris sconfigge il candidato Pdl Gianni Lettieri, con il 65% dei consensi. Anche a Trieste e Cagliari il centrodestra è battuto. La Lega protesta e inizia a smarcarsi. Il premier, da Bucarest, dichiara: «Sono un combattente, quando perdo le forze mi si triplicano».

13 giugno 2011: I referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento raggiungono il quorum. La vittoria è pressoché unanime  (circa 95%). Un duro colpo per Bossi e Berlusconi, che avevano apertamente invitato gli italiani a disertare le urne. Fini, Casini e Rutelli, riuniti nel Terzo Polo, chiedono le dimissioni del premier.  

19 giugno 2011: A Pontida Umberto Bossi avverte Berlusconi. “Potrebbe non essere più il candidato premier per le prossime politiche”. Lancia un ultimatum su alcuni punti da realizzare entro la fine dell’anno (Ministeri al Nord, taglio delle tasse, etc). Diversamente, toglierà l’appoggio al governo.

20 settembre 2011: Standard and Poor’s declassa l’Italia e ne taglia il rating da A+ ad A. Un brutto atto di sfiducia verso una  “fragile coalizione di governo” che con “le differenze politiche all’interno del Parlamento continueranno probabilmente a limitare l’abilità dell’esecutivo a rispondere con decisione a un contesto macro-economico interno ed esterno difficile”. Giudizio duro, emesso dopo la manovra varata dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.  

26 settembre 2011: Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, pronuncia un duro discorso contro Berlusconi, pur non nominandolo personalmente: «I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune. Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui».

4 ottobre 2011: Anche Moody’s, l’altra agenzia di rating, declassa l’Italia. Il Paese è sotto Spagna, Slovacchia ed Estonia. C’è il rischio di default.

3 novembre 2011: Duro colpo alla maggioranza di governo. I deputati Pdl Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito passano all’Udc. A questo punto il governo sarebbe a 314 voti di sostegno, che comprendono, però, i pidiellini scontenti che chiedono al premier “un passo indietro”. La maggioranza scricchiola pericolosamente.

8 novembre 2011: Alla Camera si vota per l’approvazione del Rendiconto generale dello Stato (già bocciato nell’ottobre precedente). 308 i sì, un astenuto e 321 assenti. Il governo non ha più i numeri per proseguire.  Berlusconi s’appunta i nomi di chi “ha tradito”. Nel pomeriggio sale al Quirinale che dirama, un’ora dopo, una nota in cui annuncia le prossime dimissioni del premier: «Il presidente del Consiglio ha manifestato al capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l’urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea. Una volta compiuto tale adempimento il presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione».

12 novembre 2011: alle 20.45 Silvio Berlusconi rassegna le sue dimissioni e rimette il mandato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dalle sei del pomeriggio, la piazza del Quirinale si riempie di detrattori che fischiano, urlano e lanciano monetine. Mario Monti, eletto nel frattempo senatore a vita, guiderà il nuovo governo tecnico.

13 novembre 2011: Mentre a Monti è conferito l’incarico di formare un nuovo governo, Berlusconi invia alle tv un videomessaggio di otto minuti, in cui annuncia di non voler lasciare la politica: «A quanti hanno esultato per quella che definiscono la mia uscita di scena voglio dire con grande chiarezza che da domani raddoppierò il mio impegno per migliorare l’Italia. Non mi arrenderò fino a quando non avremo modernizzato il Paese». Rivendica di aver lasciato Palazzo Chigi senza essere stato espressamente sfiduciato in Parlamento e annuncia l’appoggio del Pdl al governo Monti.

11 luglio 2012: Dopo neppure un anno di governo tecnico e varie smentite che davano per candidato alle politiche della prossima primavera Angelino Alfano, Silvio Berlusconi, a sorpresa, annuncia di volersi di nuovo candidare: “Una scelta che non avrei voluto fare ma a cui mi stanno spingendo i sondaggi, centinaia di lettere e di messaggi del popolo dei moderati». L’ipotesi è un ticket con Alfano e una squadra di giovani dirigenti, che arriverebbe, secondo i sondaggi citati, al 30% di consensi alle prossime politiche. Il partito cambierà nome  e restituirà “ottimismo a un Paese in preda a una crisi di sfiducia”. Berlusconi rinuncerà alle sue vacanze in Sardegna per lavorare ad Arcore al nuovo progetto politico.

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Paola Bacchiddu