Sesto San Giovanni si ribella all'area B di Beppe Sala
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Sesto San Giovanni si ribella all'area B di Beppe Sala

Il sindaco della principale città dell'hinterland di Milano fa una proposta provocatoria: «Farò l'Area S nella mia città, vietata ai milanesi»

«Io l'inquinamento dell'Area B di Milano a Sesto non lo voglio». È questa la netta posizione del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano, dopo che Beppe Sala primo cittadino di Milano ha deciso di confermare i nuovi divieti di ingresso introducendo la tanto discussa Area B. Da lunedì di fatto gran parte delle auto non possono più entrare; si parla delle auto a benzina euro 2 e i diesel euro 4 ed euro 5. Una soluzione drastica, fatta in nome dell'ambiente, che non tiene conto del netto rifiuto dei sindaci dei comuni della prima cintura. Infatti nei 10 comuni vicino Milano cresce la preoccupazione per l’invasione di auto dovuta al blocco dell’area B che sposterà l’inquinamento da loro e su cui Beppe Sala non ha alcuna intenzione di discutere.

Cosa sta succedendo tra lei e il sindaco di Milano?

«Sala ha deciso di mettere mano al portafoglio dei cittadini e dei pendolari milanesi obbligati a cambiare auto per potere entrare in città. Vuole fare l’ecologista scaricando l’inquinamento sui comuni limitrofi e intasando di traffico ed emissioni i comuni della prima cintura. Con il blocco dell’Area B oltre 1 milione e 200 mila veicoli non avranno più accesso a Milano. Non si affrontano i problemi ideologicamente inquinando gli altri».

Cosa avete proposto a Sala in alternativa?

«Abbiamo proposto un tavolo con i sindaci degli altri comuni chiedendo di ridurre almeno il costo della metropolitana da 2 euro a 1 euro per incentivare gli spostamenti, anche perché con la crisi economica in corso difficilmente i cittadini potranno permettersi di cambiare auto. Ma la risposta di Sala è stata che il biglietto della Metropolitana si usa per il salvadanaio della città e non può essere ridotto. Allora abbiano chiesto di poter creare parcheggi di interscambio con dei silos dove lasciare la macchina ma la risposta è stata di nuovo negativa».

Perché secondo lei Sala non viene incontro alle vostre richieste?

«Sala non si pone il problema perché non ha evidentemente la percezione della realtà. C’è una crisi e delle difficoltà oggettive che ricadono sui cittadini ma evidentemente è abituato a chi ha la Tesla elettrica visto che non tiene conto delle esigenze di chi non se la può permettere. O peggio ancora non capisce o non ha interesse nel venire incontro ai milanesi che vivono sul confine e non potranno circolare a Milano ne tantomeno cambiare auto».

Qual è stata la vostra risposta?

«Dato che non ci ha ascoltato abbiamo lanciato una provocazione per farlo ragionare o per far sì che il blocco venga rinviato almeno di un anno per permettere ai cittadini di adeguarsi. Vorremmo realizzare anche noi dei varchi di accesso, in maniera tale che il milanese che vuole entrare nei nostri comuni dovrà pagare e quelle risorse le utilizzeremo per compensare l'inquinamento che Sala sta scaricando sui comuni della prima cintura. Abbiamo anche messo nei pressi delle fermate della Metropolitana delle strisce blu a pagamento per i pendolari a 300 euro l’anno.Sala deve capire che non è solo il sindaco di Milano ma anche di città metropolitana e non può mostrare disinteresse verso gli altri comuni danneggiandoli perché sono vicini alle fermate della metropolitana. I pendolari sono 420 mila e invaderanno i nostri territori. Solo a Sesto abbiamo tre fermate di metropolitana più quattro in costruzione».

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Linda Di Benedetto