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(S.Laporta, Getty Images)
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La scuola italiana rischia il collasso

La necessità di un welfare scolastico per salvare la libertà educativa dei genitori

Si avvicina la fine dell'anno solare e per il Governo non significa solo dove fare i conti con l'emergenza coronavirus e la seconda ondata epidemiologica, ma anche e soprattutto – come ogni anno, a differenza dell'eccezionalità della pandemia – con la legge di bilancio, quella che spesso in passato è stata definita la finanziaria. Posti di lavoro, aiuti, agricoltura, industrie, terzo settore, famiglie, scuole e molto altro. Tutto ciò che riguarda la vita di uno Stato, e quindi l'economia, è contenuto in quella che è a tutto gli effetti la legge più importante per qualsiasi Governo.

Per questo motivo il mondo dell'associazionismo pro family e in favore della libertà educativa si è mosso nei giorni scorsi per lanciare un accorato appello all'Esecutivo e, a fronte della crisi dovuta alla pandemia, sono state in particolare tre le richieste avanzate sul fronte della scuola: diritto al lavoro, all'istruzione e alla salute; diritto per gli studenti di viaggiare sui mezzi in piena sicurezza per recarsi a scuola; mettere in campo, soprattutto, un patto educativo che permetta ai genitori di poter scegliere, senza vincoli e senza barriere, tra scuole statali e scuole paritarie.

Sono state, infatti, oltre 70 le associazioni che hanno sottoscritto un documento dove, oltre ai tre punti sopracitati, viene messa in luce la richiesta di avere una particolare attenzione anche e soprattutto per i molti studenti che in Italia soffrono una qualche forma di disabilità e per le famiglie che versano in situazioni di difficoltà economiche.

«Le responsabilità – si legge nel documento – a qualunque livello istituzionale diventano sempre più rilevanti ed esigono chiarezza e lungimiranza perché non si generi uno stato sociale inquieto, un diritto alla salute che rischia di dover scegliere chi garantire, un diritto all'istruzione che penalizza gli ultimi e i più disagiati. La realtà del nostro Paese – denunciano le associazioni - è ancora una volta poco chiara ma, come cittadini di uno Stato di diritto, esigiamo risposte certe, almeno su lavoro, istruzione e salute».
Ciò che, in particolare, viene denunciato nella lettera aperta è la chiusura di oltre 140 scuole paritarie nell'ultimo anno, il che significa circa 2mila posti di lavoro in meno e quasi 28mila iscritti coinvolti in queste chiusure. Uno scenario che, quindi, rischio di trasformare in reale «il diritto all'istruzione in un privilegio di classe», andando quindi ad incidere sulle classi più deboli e svantaggiate.

Non sembra quindi eccessivo considerare drammatica e pericolare l'intera situazione, che rischia di andare ancor di più alla deriva, con conseguenza catastrofiche non solo – come detto – per le famiglie più povere e disagiate, ma anche per l'intero sistema scolastico nazionale e quindi per lo stesso Stato, oggettivamente impossibilitato a far fronte alle esigenze scolastiche di un'intera Nazione senza il supporto delle scuole paritarie che, è bene ricordarlo, formano il sistema di scuola pubblica tanto quanto quelle statali. Allo stesso tempo una delle fondamentali strade da seguire sembra essere quella del cosiddetto "welfare scolastico", quindi con – in primis – la deducibilità delle rette scolastiche, al fine di garantire le risorse per la sicurezza in tutte le scuole e per far fronte alla penuria di insegnanti di sostegno.

Il tema dell'educazione, quindi, non può non essere messo al centro dell'intera politica, anche per far fronte nel modo migliore possibile alla situazione di emergenza sanitarie ed economica che stiamo vivendo e che, purtroppo, andrà avanti ancora per mesi. La ripartenza passa anche dall'educazione di milioni di studenti, nonché dall'economia che la scuola fa girare tra insegnanti, dipendenti e indotto.

Infine, un punto nevralgico di questa battaglia è la difesa del diritto universale all'educazione, affinché lo studente povero o disabile non sia lasciato indietro. Un diritto che può esistere ed essere garantito solo con un'educazione plurale e libera e quest'ultima non può esistere se le scuole paritarie vengono di fatto trasformare in scuole di élite per soli ricchi. Ecco perché le associazioni firmatarie dell'appello - rivolto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati – avanzano la proposta della deducibilità della retta annuale a già a partire dall'esercizio fiscale dell'anno 2021 e l'incremento del fondo destinato alla copertura dei docenti di sostegno per le paritarie e l'introduzione dei costi standard di sostenibilità da declinare in convenzioni, voucher, buoni.

info: provitaefamiglia.it

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Jacopo Coghe