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(Ansa)
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Più fondi per risarcire anche l'ingiusta imputazione

Dal 2021, anche grazie a una campagna di Panorama, chi viene assolto con formula piena ha il diritto di vedersi rimborsata dallo Stato una parte delle spese per l’avvocato. La cifra, però, è irrisoria

Aumenterà da 516.000 a 1 milione di euro il «tetto» massimo oggi previsto per i risarcimenti a chi ha subito un’ingiusta detenzione. La commissione Giustizia della Camera ha appena approvato un emendamento di Enrico Costa alla Legge di bilancio che raddoppia il tetto previsto dal Codice di procedura penale per chi sia stato arrestato e poi in giudizio venga riconosciuto innocente. «È un segno fondamentale di sensibilità verso gli innocenti ingiustamente privati della libertà», dichiara Enrico Costa, vicesegretario di Azione e presidente della Giunta per le autorizzazioni alla Camera: «sappiamo bene che nessuna cifra cancella la cicatrice di un arresto immotivato, ma è giusto che lo Stato intervenga. E magari vada a vedere se ci sono responsabilità giudiziarie, e di chi sono…».

Ora il provvedimento passa all’aula. Il passaggio successivo, a rigor di logica, dovrebbe essere quello di aumentare anche la dotazione per il risarcimento dell’ingiusta imputazione. È dal gennaio 2021 che una norma ha finalmente introdotto nel nostro ordinamento il diritto di chi sia stato assolto definitivamente, e con formula piena, a vedersi risarcite almeno in parte le spese di assistenza legale. L’obbligo di far pagare l’avvocato per gli innocenti era già in vigore in altri 28 Stati europei, ed è stato un altro emendamento proposto da Costa a farlo passare anche in Italia. La battaglia era stata iniziata nel 2016 da Gabriele Albertini, all’epoca senatore del centrodestra, dopo che Panorama nel febbraio di quell’anno aveva dedicato una copertina al tema, con il titolo «Se lo Stato ti assolve, almeno deve pagarti l’avvocato».

In marzo Albertini aveva presentato un progetto di legge attorno al quale aveva ottenuto il consenso di 194 senatori di tutti i partiti, tranne il Movimento 5 stelle. Il problema è che i governi dell’epoca, tutti targati Pd, non volevano prendere posizione contro la magistratura sindacalizzata, né spendere troppo per una voce «imbarazzante»: Albertini aveva scoperto che ogni anno gli imputati assolti con formula piena – secondo stime ufficiose del ministero della Giustizia – sono almeno 150.000.

Alla fine, nel gennaio 2021, Costa era riuscito a ottenere l’approvazione della norma, sia pure con una dotazione di 8 milioni di euro l’anno e con un tetto al rimborso individuale di 10.500 euro. La cifra permette che il diritto al risarcimento parziale sia riconosciuto a 700-800 innocenti in tutto ogni anno. «Ora», dice Albertini, «speriamo che anche l'ingiusta imputazione trovi la strada di una dotazione adeguata». Pare che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sia più che sensibile al tema.

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Maurizio Tortorella

(Pisa, 1960). Dal 1981 vive e lavora a Milano, dove ha esordito come giornalista nella redazione del Sole 24 Ore. Oggi è vicedirettore del settimanale Panorama, di cui è stato inviato speciale tra il 1991 e il 2004. Ha scritto di scandali, mafia e politica, ma soprattutto di cronaca giudiziaria. Ha pubblicato tre libri: L'ultimo dei Gucci (Tropea); Rapita dalla giustizia (Rizzoli); La gogna. Come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli).

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