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Il rientro a scuola tra aspettative, ansie e nuovi scenari

La scuola riapre con alcune novità rispetto agli ultimi due anni e mezzo. I nuovi cambiamenti potrebbero avere un impatto dal punto di vista psicologico. La parola agli esperti

Dai documenti dell'Istituto superiore di sanità e dal vademecum del ministero vi sono nuove disposizioni per l’anno 2022/23. Tra le più importanti disposizioni vi è il ritorno del compagno di banco e spariscono (almeno per ora) le mascherine, le finestre resteranno aperte ma non ci sarà più la Dad o la Ddi per chi contrae il Covid, riapriranno le mense e non ci sarà più nessuno a misurare la temperatura all'ingresso. Cosa ti piace di più delle nuove regole scolastiche? “chiedo ad Anna 11 anni, alle soglie della prima media «mi piace molto pensare di poter respirare, e di poter vedere finalmente in faccia i miei nuovi compagni, inoltre potrò rimanere più vicino al mio compagno di banco è bello confrontare i compiti e la pagina del libro che si sta seguendo…. Queste sono le parole dei bambini- spiega la dottoressa Marina Balbo, psicoterapeuta e Vicepresidente Associazione EMDR Italia- e non hanno certo bisogno di commenti. Sappiamo quanto i piccoli hanno dovuto forzare le motivazioni innate che li spingono a stare insieme, a fare esperienza, socializzando tra loro non solo con le parole, ma anche con sguardi, con un non verbale che comunica spesso complicità e condivisione.I ragazzi, come sappiamo sono lontani dal pensare al pericolo, la loro spontaneità supera le barriere imposte, ed è proprio il bisogno di confronto e condivisione che li ha indotti, nel periodo di chiusura, all’ abuso dell’utilizzo dei social nel tentativo di superare “il furto”, loro imposto della spontaneità e del bisogno di stare insieme che la scuola da sempre soddisfa. Tutto questo non è stato indolore-prosegue la dottoressa Balbo - l’aumento dello stress provocato dall’isolamento sociale ha fatto rilevare un aumento significativo dei disturbi psicologici. Sono aumentati, per citarne alcuni, i disturbi del comportamento alimentare, la depressione, l’insonnia e i conseguenti comportamenti autolesivi. Le nuove disposizioni rivelano un tentativo di soluzione e di comprensione del disagio che i bambini e soprattutto i preadolescenti, hanno manifestato, peraltro, i casi (ad ora) di COVID stanno diminuendo, i ragazzi si sono vaccinati, si può pertanto correre il rischio di ridare loro quello gli appartiene: il rapporto tra i pari, un fattore molto importante per lo sviluppo sociale, per la crescita dell’autonomia e dell’autostima, che rappresentano le basi della salute mentale».

Quali aspetti però potrebbero ostacolare questo recupero, così importante , per i giovani?

«Il COVID, come sappiamo, per molti adulti, genitori e non, non è stato indolore.Alcune persone hanno contratto l’infezione e seppur, guariti, hanno portato con se’ la paura della morte o di conseguenze patologiche per la loro salute. Altri hanno avuto perdite significative in famiglia, tra gli amici più cari. Tutto questo ha lasciato per alcuni paura dell’ignoto, incertezza, ansia. Questi sintomi sono collegati al disturbo da stress post traumatico, che, se non trattato in psicoterapia, rischia di rimanere in memoria per tanto tempo, con le conseguenze psicologiche ad esso collegate. Un genitore spaventato, inconsapevolmente, rischia di trasferire la propria ansia al bambino, inducendolo ad avere paura del contatto ed a evitare pertanto , quel rapporto di socializzazione tanto importante per i ragazzi (oggi consentito a scuola). Certamente non possiamo controllare gli eventi, ci si può ancora infettare, ma insegnare al bambino ad evitare le relazioni sociali non serve cero a controllare la probabile infezione, ma sicuramente, serve a provocare ansia al proprio figlio. Le esperienze dei bambini dipendono da come l’adulto gliele organizza. Sono proprio i genitori infatti che organizzano la capacità del bambino di dare il senso adeguato alle esperienze che essi vivono quotidianamente. È quindi la mente del genitore che può influenzare il comportamento del bambino».

Un tema importante da considerare sarà proprio il ruolo dei genitori in questo cambiamento.I bambini assorbono completamente le emozioni, gli atteggiamenti anche non verbali dei genitori, pertanto se un genitore comunica paura , oppure manifesta un esagerato accudimento nei suoi confronti nel parlargli della scuola e degli eventuali pericoli del contagio, il bambino inizierà a considerare la scuola come pericolo. La probabile conseguenza?

«isolamento e talvolta, difficoltà nel rendimento scolastico. Quello di cui il bambino ha bisogno in questo periodo è un atteggiamento di sostegno da parte dell’adulto che possa far loro pensare di potersi fidare della scuola e dei compagni. È importante pertanto che i ragazzi riescano a vivere questa nuova modalità , tanto attesa, per molti , di stare insieme senza una mascherina e con una maggiore vicinanza in sintonia emotiva con i genitori, non dobbiamo dimenticare che il bambino assorbe spesso in modo implicito il vissuto emotivo dei genitori compresa l’espressione facciale, quindi è importante che ci sia una un accompagnamento positivo, da parte dei genitori per aiutare i loro figli alla scoperta di nuove modalità di socializzazione. Inoltre le ricerche scientifiche mettono in evidenza che le strutture cerebrali si vanno integrando man mano che il bambino e l’adolescente fanno nuove esperienze e sono proprio le esperienze positive che organizzano il cervello. Se però il genitore sta ancora vivendo le esperienze traumatiche legate alla proprie esperienze, le emozioni negative di paura e di eccessivo controllo possono interrompere questo processo nei ragazzi. Pertanto, come genitori, per aiutare i ragazzi a sviluppare e mantenere una buona salute mentale, accettiamo questo cambiamento e sosteniamo i bambini e i ragazzi a riprendersi con i loro compagni, la voglia di comunicare , di fare esperienza per crescere con un’adeguata autostima. Tutto questo per alcuni genitori - conclude la dottoressa Balbo- potrebbe rappresentare un’occasione per rivedere all’interno di se stessi alcune situazioni critiche che si sono mantenute durante questo periodo di post lockdown facendosi aiutare da uno specialista della salute mentale».

Sul tema interviene anche la dottoressa Beatrice Casoni psichiatra e direttore sanitario della clinica Neurocare di Bologna.

«Sicuramente, come in ogni situazione, una giusta via di mezzo è la scelta migliore. Aiutare i ragazzi più "spaventati" a comprendere che l'attuale virus non è più quello che nel 2020 ha causato tanti morti e che dopo 3 anni è possibile iniziare una graduale convivenza. Aiutare questi ragazzi a riappropriarsi della propria quotidianità riassaporando il piacere di condividere con i propri compagni la giornata a scuola, potendo parlare, giocare, sorridere, abbracciarsi. Aiutarli a concentrarsi sugli aspetti positivi aiuterà un graduale ritorno alla normalità. Sarà opportuno anche mettere in atto alcune cautele per i ragazzi, invece, che affrontano la situazione senza paura. Devono essere consapevoli- precisa la dottoressa Casoni-che il rischio non è azzerato e quindi dovranno continuare a mantenere certe precauzioni per limitare le possibilità di contagio. Questo lo si può fare aiutandoli a vedere oltre se stessi, aiutandoli a pensare agli altri, ai fragili, agli anziani, avendo rispetto della loro necessità di protezione. Tale modo di vivere questa situazione può essere di aiuto anche per imparare il rispetto e la comprensione dell'altro in tutti gli ambiti di vita. Una menzione, particolare, la merita infine la regola per cui la mascherina dovrà essere indossata da soggetti fragili o dai sintomatici. Molta attenzione dovrà essere posta dagli insegnanti in questa circostanza, al fine di non "ghettizzare" chi ha problemi di salute che verranno inevitabilmente, in questo modo, ad essere conosciuti da tutti così come coloro che avranno qualche sintomo sospetto che non dovranno essere visti come quelli da isolare perché mettono a rischio la classe. La mascherina deve diventare un semplice strumento di sicurezza e rispetto del prossimo quando non si può fare diversamente. Con questi piccoli accorgimenti bambini e ragazzi potranno riprendere l'attività scolastica senza ansia e in piena armonia. Qualora qualcuno dovesse presentare sintomi di origine psicologica di difficile gestione in famiglia- conclude la dottoressa Casoni- come ansia importante, attacchi di panico, alterazioni dell'umore, disturbi del sonno, sarà opportuno rivolgersi ad uno specialista che possa essere di sostegno per l'alunno e la sua famiglia. Agire ai primi segnali di disagio senza rimandare è importante per un recupero veloce e completo».

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