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(Ansa)
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Dalla Polizia consigli e richieste al prossimo Ministro dell'Interno, chiunque sia

Personale da aumentare, mezzi da rimodernare. Quali sfide attendono il prossimo leader del Viminale

Dopo l’esito delle elezioni e la vittoria del centrodestra, al Viminale si attende la nomina del nuovo ministro dell’interno. Una scelta che oltre ad avere creato divisioni nella coalizione tra Fratelli d’Italia e Lega è molto attesa dai sindacati di polizia, perché l’esperienza avuta negli ultimi anni con Luciana Lamorgese sembrerebbe aver disatteso le loro aspettative al punto che ancora oggi si trovano sotto organico (di oltre 20mila unità) e privi di mezzi adeguati per la pubblica sicurezza. Su questo punto i principali sindacati di polizia hanno fatto delle specifiche richieste di cui dovrà occuparsi il prossimo Ministro dell’interno ma soprattutto hanno evidenziato quali sono le priorità che non possono più essere ignorate.

«Noi siamo rimasti assolutamente insoddisfatti della gestione della Lamorgese, perché troppo distante dai problemi degli operatori delle Forze dell’Ordine e dalle questione relative alla Sicurezza del Paese»- commenta Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia)

Di cosa dovrà occuparsi il prossimo ministro dell’interno?

«Riteniamo che sia indispensabile che il prossimo Ministro sia politico, e non un tecnico, perché nel Ministero degli Interni vengono prese decisioni riguardo la Sicurezza Nazionale. Auspichiamo quindi che la scelta vada in questa direzione, con la preferenza verso un Ministro sensibile alle Forze dell’Ordine quali primi addetti alla gestione della sicurezza del Paese».

Per Domenico Pianese, segretario generale sindacato di Polizia Coisp il nuovo ministro dovrà risolvere il problema delle assunzioni.

«Tra le tante cose che il prossimo ministro dell’Interno dovrebbe considerare prioritario, ricordiamo il piano assunzioni straordinario per colmare i vuoti d’organico rispetto al 1989. Infatti siamo sotto di circa 20mila poliziotti facendo riferimento alla Legge Madia, che aveva già tagliato dalla Polizia circa 10.000 unità. Di conseguenza non possiamo che parlare dell’adeguamento, attraverso ingenti risorse per il rinnovo contrattuale che attendiamo ormai da anni. Chiediamo poi una previdenza e una copertura sanitaria dedicata al personale della Polizia di Stato insieme ad una tutela legale per tutti quei colleghi che si trovano a dover affrontare cause per atti commessi durante lo svolgimento del proprio dovere».

Sul fronte immigrazione quali azioni dovrà intraprendere il nuovo ministro?

«Auspichiamo che il futuro ministro dell’Interno si renda conto che il problema dei migranti non può più essere gestito in maniera emergenziale; la situazione si è talmente tanto cronicizzata, specialmente nei mesi estivi, che è necessario destinare più uomini e mezzi alla gestione di questo fenomeno. Basti pensare che la maggior parte dei colleghi che svolgono le attività con i migranti lavorano anche di 16-18 ore al giorno senza pause e cosa ancor più grave, vengono distolti dalla tutela del territorio, cosa che in alcune aree del Paese dà ampio spazio alla criminalità organizzata di proliferare. In più sono ancora troppe le strutture fatiscenti in cui il personale della Polizia di Stato si trova a operare ogni giorno: strutture vecchie, sporche, che cadono a pezzi».

Fabio Conestà Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia Mosap chiede dignità ed attenzione per le forze dell‘ordine come priorità del nuovo ministro.

«Dal nuovo esecutivo che andrà ad insediarsi e dal prossimo Ministro dell'Interno, sicuramente ci aspettiamo grande attenzione. Per noi del Mosap la sicurezza deve essere al centro dell'agenda di Governo. Per fare questo occorre impegnarsi su diversi fronti.Il primo è quello logistico, con maggiori dotazioni di mezzi ed equipaggiamenti idonei, nonché con l'incremento di personale che possa garantire il turnover. I pensionamenti in vista sono tanti, quindi occorre risanare una pianta organica che da anni, anche a causa di scellerati tagli applicati dalla politica (vedi la cosiddetta legge Madia) è sofferente e fa sentire il suo peso in negativo».

Cosa chiedete al nuovo ministro?

«Noi chiediamo dotazioni all'avanguardia al passo con i tempi. Il taser, dimostratosi strumento deterrente e di sicurezza efficace, dovrebbe essere dato in dotazione a tutti e non a macchia di leopardo. Un altro strumento utile, divenuto battaglia del Mosap, è anche la richiesta di un drone per i reparti di polizia giudiziaria e scientifica che può sicuramente essere di grande aiuto nelle indagini. Da non trascurare e ci auguriamo che il nuovo esecutivo e ministro dell'interno se ne occupino presto, sono la parte normativa ed economica. Per quanto riguarda la prima, ci aspettiamo maggiore dignità per il nostro lavoro con maggiori tutele per chi opera su strada e certezza della pena nei confronti di chi delinque o usa violenza contro uomini e donne in uniforme. Per quanto riguarda invece la parte economica, ricordiamo che il nostro contratto è scaduto. Serve maggiore attenzione e anche un adeguamento stipendiale a quello che è il nostro lavoro e i rischi che comporta».

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Linda Di Benedetto