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Via madre e padre, si torna a "Genitore 1" e "Genitore 2". Così si regredisce

Sulle carte di identità degli under 14 scompaio le parole padre e madre...

Tornerà in Italia la dicitura "Genitore 1" e "Genitore 2" all'interno delle carte di identità di ragazzi e ragazze minori di 14 anni. Ebbene sì, il decreto del 2019 promosso dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini verrà modificato proprio nella direzione opposta in cui andava la decisione del leader della Lega.

Ad annunciarlo è stata Luciana Lamorgese, che ha preso il posto di Salvini come ministro dell'Interno dopo il rimpasto che portò alla nascita del governo Conte II e quindi dell'alleanza giallo-rossa tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Secondo il ministro Lamorgese, che ha annunciato questa decisione durante un Question Time alla Camera dei Deputati, in questo modo sarebbe garantita la "conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento dell'Unione Europea e si superano le problematiche applicative segnalate dal Garante della privacy". Il nuovo testo, inoltre, ha già avuto il placet di Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia e delle Finanze, e di Fabiana Dadone, ministro per la Pubblica Amministrazione.

Già questo primo passaggio sottolineato dalla Lamorgese solleva dubbi e perplessità di non poco conto. Come ha spiegato il ministro dell'Interno, infatti, il Garante per la protezione dei dati personali avrebbe "rilevato che l'applicazione delle nuove disposizioni ha comportato notevoli criticità, in termini di protezione dei dati e di tutela dei minori, nei casi nei quali i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale non siano riconducibili alla figura materna o paterna, ora espressamente previste".

Viene da chiedersi, dunque, come può – per un minore – essere lesivo della Privacy avere sulla propria carta di identità il nome dei genitori e in più, questione assai problematica, viene da chiedersi se queste "criticità" non siano in realtà un vero e proprio cavallo di Troia per avallare sempre di più la possibilità della famiglia omogenitoriale, sottolineata dal fatto che la Lamorgese ha parlato espressamente di soggetti "non riconducibili alla figura materna o paterna".

Il Garante inoltre spiega che occorre reintrodurre "genitore 1" e "genitore 2" per adeguarsi alla normativa europea sulla questione formale del trattamento dati. Ma la forma non cambia la sostanza, perché ogni bambino nasce da una mamma e da un papà e non sarà una nuova nomenclatura a cambiare la realtà. È un atto molto grave perché oramai abbiamo imparato, in questi ultimi dieci anni, che a suon di "ce lo chiede l'Europa" è stata smantellata la nostra cultura, la nostra identità, le nostre radici per obbedire ai più ciechi e ideologicamente insensati ordini dell'Unione Europea

Per questi motivi, dunque, appare chiara e palese la volontà puramente ideologica e menzognera di tale provvedimento. La sostituzione della dicitura "madre" e "padre" con "Genitore 1" e "Genitore 2" - con la sola e traballante scusa di risolvere le "criticità" sollevate dal Garante per la Privacy – sembra infatti essere a tutti gli effetti un attacco verso la famiglia naturale, composta genitori eterosessuali e cardine della società.

Un provvedimento, quello del ministro dell'Interno, che appare inoltre assolutamente inopportuno e fuori contesto, vista la situazione emergenziale proprio delle famiglie e in generale del Paese.

Era questo quindi il momento di rispolverare una dicitura che sembra tanto l'ennesima forma di indottrinamento?

Con il futuro del Paese (e del governo) quanto mai incerto e nebuloso, si spesa che questa ennesima norma insensata e ideologica possa presto essere messa da parte per far posto a misure più urgenti e veramente utili.

Utili per il Paese, per i minori, per le famiglie e per i genitori, ovvero per le madri e i padri, che non sono di certo un numero.

info: provitaefamiglia.it

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Jacopo Coghe