La città degli scomparsi
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La città degli scomparsi

Dal 1974 a oggi in Italia sono sparite 60.000 persone. Cosa c'è dietro le storie di chi non si trova più e perché le ricerche sono spesso difficili e infruttuose

I recenti casi di cronaca hanno portato alla luce il fenomeno in crescita delle persone scomparse. Dal 1974 ad oggi in Italia sono sparite nel nulla 60.000 persone. Di queste tre quarti sono minori di nazionalità straniera. Migliaia di individui di cui si è perso traccia negli ultimi 45 anni. Il dramma di questi allontanamenti è che quando riguardano donne e bambini sono spesso possibili vittime di reato. A dimostrazione di questo le numerose donne sparite ed uccise e a volte occultate dall'autore della denuncia. Drammatici i casi degli ultimi giorni che hanno portato al ritrovamento del corpo di Viviana Parisi e del figlio Gioele rubricato per il momento come omicidio-suicidio e il caso di Sabrina Beccalli di Crema scomparsa il 15 agosto.

«Dopo le prime 72 ore non cerchiamo più la persona ma un corpo>> ci confida un agente della polizia di stato. La criminologa Immacolata Giuliani coordinatrice del tavolo tecnico del Commissario Straordinario delle persone Scomparse chiarisce gli aspetti e le cause del fenomeno:

«Nella ricerca delle persone scomparse sono stati fatti tantissimi passi ma poi c'è sempre un momento di arresa. Per le persone scomparse le metodologie sono tantissime, ma i protocolli sono monchi. Non vengono utilizzate le immagini satellitari per localizzare i corpi, come nel caso della Parisi. le immagini del satellite visualizzate dal Prof. Pier Matteo Barone evidenziavano sotto il traliccio in data 4 agosto due corpi uno a 50 metri dall'altro. L'utilizzo di questo strumento non rientrava nel protocollo. Un'altra mancanza è l'incapacità di analizzare i singoli casi, fondamentale per le ricerche. I rapporti dinamico relazionali, possono darci indizi e dirci se la scomparsa è volontaria o coatta, chi era, se soffriva di patologie».

«Nel caso dei tossicodipendenti spesso si allontanano per il bisogno di assumere stupefacente. Molti scomparsi, sono corpi occultati, morti in seguito ad un omicidio. Gli assassini si sono fatti più scaltri. Si informano attraverso i vari talk show, evitando così di commettere errori. I bambini che spariscono invece vengono sottratti per altri fini. Spesso sono sequestri per il mercato pedofilia o per le adozioni. Quando un bambino viene ucciso è perché è stato difficile gestire il sequestro come il ritrovamento di Tommaso Onofri. Un altro caso particolare è quello del piccolo Mauro Romano, scomparso nel 77 a distanza di tanti anni è stato riaperto il caso ed hanno scoperto che questo bambino oggi è un manager di successo in Svizzera».

«I bambini sono spesso sequestrati da persone vicine alla famiglia. I testimoni non ricordano mai persona amiche vicino al bambino. Vederlo con una persona di famiglia accanto appiattisce il ricordo. Un caso a cui tengo e che ho fatto riaprire è quello del piccolo Pasquale Porfidia scomparso nel 1990 a Marcianise a 7 anni dal luogo dove giocava. Il caso ha avuto una svolta con un elemento importante, la lettera di un compagno che moltissimi anni dopo si è suicidato a Milano, perché era stato stuprato a Marcianise. Così con un team ci siamo recati sul posto ma nonostante avessimo trovato con i cani un muro di cinta con dei giornali pornografici dell'epoca, non ci è stato permesso di scavare oltre per non mettere a rischio la sicurezza di un'abitazione, ma c'era un loculo dove era presente qualcosa. Ci vorrebbe una collaborazione più ampia fatta di varie esperienze provenienti da diversi settori e realtà, occorre implementare i team di ricerca per avere più elementi su cui lavorare ma c'è la resistenza da parte delle istituzioni a fidarsi».

Nella ricerca dei minori c'è differenza tra gli italiani e gli stranieri?

«Si c'è una differenza, tra la ricerca dei bambini italiani ed un trattamento discriminante nei confronti degli stranieri, che purtroppo dipende dalla cultura delle persone che inevitabilmente devia il percorso della giustizia».

I DATI

Nella XXIII Relazione del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse di luglio sono 61.826 le persone ancora da ritrovare in Italia. La maggior parte di loro, 45.028, sono minorenni, 1.627 hanno più di 65 anni. In base ai dati sul totale delle denunce dal 1974 ad oggi, prevalgono quelle relative alla scomparsa di minorenni, 131.802 (52,72%), mentre 104.342 (41,74%) riguardano maggiorenni entro i 65 anni e 13.864 (5,5%) le persone over 65.

A sparire, stando alla maggioranza delle denunce, sono stati soprattutto uomini - 157.027 (62,81%) a fronte di 92.981 donne (37,19%). Sotto il profilo della cittadinanza, prevale di poco quella italiana (129.280, il 51,71%) su quella straniera (120.728, il 48,29%).

LA FASCIA D'ETA' CON I NUMERI PIU' ALTI VA DA 15 A 17 ANNI

Rispetto al numero di denunce di scomparsa di minorenni nel periodo considerato, sono 45.028 quelli ancora da ritrovare. Sempre sul numero totale di denunce, quanto al genere prevalgono quelle relative a maschi (82.953, il 62,94%), mentre quanto alla cittadinanza prevalgono quelle relative a minorenni stranieri (89.332, il 67,76%). I minori italiani scomparsi ancora da ritrovare sono, infatti, solo il 4,2 %

LE REGIONI

Le Regioni con più casi sono la Lombardia, la Sicilia, e il Lazio. La Lombardia: ha 38.964 denunce di scomparsa, 32.594 persone ritrovate 32.594, e 6.370 da ritrovare (dati dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2020).In Sicilia: 35.612, denunce di scomparsa ritrovati 17.733, da ritrovare 17.879 (dati dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2020). Nel Lazio: 33.099 denunce di scomparsa , ritrovati 24.971, da ritrovare 8.128 (dati dal 1° gennaio 1974 al 30 giugno 2020).

COLD CASE

Dal 1974 ad oggi sono stati censiti 918 casi di cadaveri non identificati. Ad aver il maggior numero di casi di ritrovamenti di corpi senza identità è la regione Lazio con 244 corpi, tra cui 6 casi recuperati in mare e 48 in fiumi o laghi. A seguire c'è la Lombardia con 129 corpi senza nome e la Campania con 80.

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Linda Di Benedetto