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L'Italia espelle 30 spie russe in una guerra di intelligence cominciata anni fa

La decisione di oggi è di sicuro legata alla guerra in Ucraina ma ha radici ancora più lontane, compreso il famoso viaggio per Covid dei presunti medici russi

Questa mattina il Governo italiano ha espulso 30 diplomatici russi in quanto «persone non gradite in quanto rappresentavano un rischio per la sicurezza nazionale». Questa la motivazione che il Segretario generale del ministero degli Affari esteri, l’Ambasciatore Ettore Sequi, ha dato all’Ambasciatore russo a Roma Sergey Razov ( lui non espulso) convocato alla Farnesina per notificargli la decisione dell’Esecutivo sui diplomatici in servizio presso l’Ambasciata russa. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha successivamente spiegato che l’espulsione dei diplomatici russi è stata «assunta in accordo con altri partner europei ed atlantici e si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa», che tradotto vuol dire: «Abbiamo espulso 30 spie».

Dietro la decisione italiana c’è un lavoro iniziato da tempo dagli apparati di sicurezza (e il ministero degli Esteri), sulle attività dei diplomatici russi in Italia. A tal proposito basta tornare alla vicenda del 30 marzo 2021 quando venne arrestato in flagranza di reato il Capitano di fregata della marina militare italiana Walter Biot fermato dai Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale in un parcheggio di Roma insieme all’ufficiale Dmitry Ostroukhov in servizio presso l'Ambasciata russa in Italia. Secondo l’accusa (il processo si è aperto qualche giorno fa), l’ufficiale della Marina, che è tuttora detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere (CE), «si sarebbe procurato, a scopo di spionaggio, notizie che erano nell'interesse della sicurezza dello Stato, o comunque nell'interesse politico, interno o internazionale dello Stato».

Secondo quanto scoperto dagli inquirenti Walter Biot fotografava i documenti sensibili e poi consegnava la scheda a Ostroukhov in cambio di 5.000 euro.

L’Italia non è certo il solo Paese europeo che espelle i “Diplomatici” russi; tedeschi e francesi nella giornata di ieri hanno espulso rispettivamente 35 e 40 Diplomatici della Federazione russa con le stesse motivazioni occorre ricordare che i paesi occidentali hanno espulso ad oggi 315 diplomatici russi, come scrive l'agenzia russa Tass: «Un numero 2,5 volte più elevato rispetto alla precedente importante ondata di espulsioni avvenuta nel 2018 in occasione del caso Skripal«


Per l’Italia la decisione di oggi è un robusto cambio di rotta voluto espressamente dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che sulle espulsioni odierne ha agito con il supporto di Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. In pochi mesi per Vladimir Putin è cambiato tutto in Italia; nel marzo 2020 inviò, in accordo il Presidente del Consiglio di allora Giuseppe Conte, 13 quadrireattori che partirono da Mosca verso Pratica di Mare che trasportavano «aiuti sanitari all’Italia». Una vera beffa visto che la Russia nella lotta alla Sars-Cov 2 ha fallito su tutta la linea così come il suo vaccino Sputnik non ha mai superato i test previsti per l’omologazione. Ma allora Putin era la superstar alla quale non si poteva di no, con il quale fotografarsi e così nessuno fece la semplice domanda: come mai nella lista dei 104 componenti della delegazione russa ci sono solo 28 medici e 4 infermieri? E gli altri 72? Erano militari. Ma ad oggi nessuno ci ha spiegato cosa ci facessero in quella delegazione, dove sono andati, soprattutto cosa hanno portato via dal nostro Paese? Ora di quella massiccia operazione di intelligence e di ingerenza nell’interesse nazionale italiano denominata Dalla Russia con amore non restano che le molte domande alle quali lo stesso Giuseppe Conte ha provato a rispondere senza peraltro convincere nessuno e non è solo perché quando parla si mangia le parole.

Per questo il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) vuole audire Agostino Miozzo, allora membro del Comitato tecnico scientifico e i Generali Vecciarelli e Portolano. Agostino Miozzo, allora membro del Comitato tecnico scientifico ha raccontato al quotidiano la Repubblica: «Ci dissero che avevano carta bianca e intendevano sanificare tutti gli edifici, compresi quelli pubblici. Sicuramente portarono nei territorio personale medico e attrezzature per la logistica. Ma provarono a fare anche altro e noi glielo impedimmo».

A lui ha fatto eco il Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, all’epoca alla testa del Comitato operativo di vertice interforze, che sulla vicenda avrebbe dichiarato (come riportato da alcune testate anche se il diretto interessato non conferma): «Quella missione era anomala da ogni punto di vista, ma quando lo segnalai venni preso per paranoico. Io l'avevo detto che era una cosa che non bisognava fare». Perché un uomo dell’esperienza del Gen. Luciano Portolano che ha servito l’Italia nelle guerre balcaniche, in Iraq e in Afghanistan non è stato ascoltato? Vedremo se il Copasir riuscirà a far luce sulla vicenda. Infine è un bene che le spie che operano in Italia sotto le mentite spoglie di “diplomatici” vengano cacciate, ma non ci si fermi solo ai russi perché ci sono altri Paesi che usano gli stessi sistemi. A tal proposito non si contano più le espulsioni dalla Germania, Francia, Inghilterra (solo per citarne alcuni), di diplomatici turchi e iraniani che spiavano (e spiano ancora) per conto dei loro Governi. Mentre scriviamo la Danimarca ha comunicato che ha preso la medesima decisione dell’Italia e si prepara ad espellere 15 diplomatici russi per spionaggio, mentre la Spagna attraverso il suo ministro degli Esteri José Manuel Albares, ha annunciato che farà lo stesso con 25 diplomatici russi in quanto <<rappresentano una minaccia per gli interessi di sicurezza del nostro Paese>>. A proposito della decisione assunta dal Governo Draghi il ministero degli Esteri russo attraverso la sua portavoce Maria Zakharova, ha reso noto che la Russia «risponderà» all’espulsione dei 30 diplomatici da parte dell’Italia: «La Russia darà una risposta appropriata». Grazie, ce ne faremo una ragione.

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Stefano Piazza