Chi è il nuovo leader dei talebani afghani
Il chierico Haibatullah Akhundzada è stato eletto all'unanimità per riportare ordine in un movimento sempre più spaccato al proprio interno
Haibatullah Akhundzada è il nuovo leader dei talebani dopo l'uccisione del suo predecessore, Akhtar Mansour, da parte di un drone americano avvenuta in Pakistan il 21 maggio 2016. Originario della provincia afghana di Kandahar, la stessa area da cui proveniva il Mullah Omar, Akhundzada era già uno dei due vice di Mansour insieme a Sirajuddin Haqqani, il figlio del potente signore della guerra Jalaluddin, ucciso nel 2014 durante un bombardamento americano.
Il nuovo capo dei talebani, prim'ancora che un comandante militare, è un chierico, già responsabile della emissioni delle fatwa che servono a giustificare islamicamente le azioni dei talebani. Ex capo della Giustizia dei talebani, Akhundzada viene dalle fila della potente tribù dei Noorzai ed è chiamato ora a riportare la pace in un movimento (leggi l'articolo sul New Yorker) che si era spaccato sull'elezione, nell'estate scorsa, di Mansour, da sempre considerato dal governo afghano come uno dei principali ostacoli a un processo di riconciliazione nazionale che coinvolga anche i talebani moderati.
Storia dei talebani (afghani e pakistani)
Dopo la recente recrudescenza degli attacchi suicidi voluta da Mansour, Akhundzada e il movimento talebano - è questa la speranza degli uomini del governo afghano - potrebbero cambiare tattica accettando di partecipare ai colloqui di pace auspicati anche dalla coalizione internazionale che sostiene la transizione politica nel Paese centrasiatico.
Dopo una serie di incontri tra i vertici del movimento avvenuti la scorsa settimana a Qetta, in Pakistan, la Shura, il consiglio dei saggi talebani, ha anche insediato Sirajuddin Haqqani - considerato un membro dell'ala oltranzista del movimento islamista - e il Mullah Mohammad Yaqoob, il figlio del Mullah Omar, all'interno del gruppo direttivo degli studenti coranici. Un modo per tenere unite tutte le variegate fazioni tribali del movimento, sempre più spaccato sulle strategie e diviso tra miliziani pakistani e afghani.