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Eurovision nel caos: Israele resta e quattro Paesi si ritirano dalla gara

Eurovision nel caos: Israele resta e quattro Paesi si ritirano dalla gara

Il boicottaggio arriva dopo la decisione dell’organizzazione del contest che ha confermato la partecipazione di Israele

No, non sono solo canzonette: dovrebbe essere un evento che unifica e unisce l’Eurovision Song Contest, ma i fatti delle ultime ore dicono che non sarà così per ragioni squisitamente politiche legate al conflitto di Gaza.

La Spagna, l’Irlanda, l’Olanda e la Slovenia hanno infatti annunciato che il prossimo maggio (dal 12 al 16) non prenderanno parte all’Eurovision Song Contest di Vienna in segno di protesta per la presenza di Israele alla competizione canora. Ancora in forse la partecipazione di Svezia, Finlandia, Belgio e Islanda.

La decisione del boicottaggio è arrivata dopo che l’Unione Europea Radiotelevisione (Uer), in una riunione che si è svolta a Ginevra, ha approvato la partecipazione di Israele all’evento nonostante le richieste di esclusione avanzate da alcuni Paesi.

«Israele merita di essere rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo», ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog. Gli ha fatto poi eco il ministro degli Esteri Gideon Saar: “Provo vergogna per quegli Stati che hanno scelto di boicottare una manifestazione musicale come l’Eurovision a causa della nostra presenza».

Gli eventi delle ultime ore hanno messo in evidenza la fragilità dello slogan della manifestazione: “United by music”. Non è pero la prima volta che questioni politiche si intersecano con lo svolgimentio dell’Eurovision: la Bielorussia è stata infatti esclusa dall’Eurovision nel 2021 a causa dei testi delle canzoni presentate, giudicati politicamente inappropriati. L’anno successivo, la Russia è stata esclusa dall’Eurovision Song Contest a causa del conflitto con l’Ucraina.

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