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Russiagate: in un libro, le rivelazioni di Bannon che inchiodano Trump

Le indiscrezioni dell'ex chief strategist del presidente che accusa il Tycoon, suo figlio e suo genero di incontri sovversivi con i russi

Il figlio e il genero che, insieme al resto della famiglia, dovevano supportare e consigliare Donald Trump hanno contribuito alla sua rovina. Steve Bannon, l’artefice del reale merito dell'elezione del magnate alla presidenza americana e che doveva stare dalla sua parte, adesso rivela, in un libro in uscita, quei retroscena che potrebbero costare al presidente degli Stati Uniti l’impeachment.

Questa è solo un’altra puntata dello scandalo Russiagate che vede coinvolto The Donald e una parte dei suoi cari. Ma non per questo fa meno scalpore.

Il libro Fire of Fury

Nel libro di Michael Wolff, "Fire and Fury: Inside the Trump White House" di cui il Guardian ha pubblicato le prime anticipazioni, l'ex chief strategist Steve Bannon definisce "sovversivo" e "antipatriottico" l'incontro tra il primogenito di Donald Trump e un gruppo di russi avvenuto alla Trump Tower durante la campagna elettorale.

Fondatore del sito conservatore Breitbart e consigliere più estremista di Washington, ormai sollevato dal suo incarico il 19 agosto scorso, Bannon ha sparato a zero sui Trump riportando i riflettori sul caso Russiagate passato in secondo piano dopo gli ultimi eventi segnati dalle dimostrazioni muscolari della Corea del Nord con i botta e risposta tra il presidente americano e il dittatore Kim Jong-un.

Le rivelazioni sul caso Russiagate

Poche pagine ma che pesano come un macigno sul futuro del Tycoon. Sono quelle in cui Bannon commenta l’incontro organizzato il 9 giugno del 2016 nella Trump Tower da Donald Jr con Natalia Veselnitskaya, l’ormai nota avvocatessa russa che aveva promesso “documenti compromettenti” sull’allora candidata Hillary Clinton.

A questo appuntamento, secondo le rivelazioni riportate dal libro di Wolff, parteciparono anche Jared Kushner, marito della figlia del presidente, e l’ex portavoce della sua campagna elettorale Paul Manafort.

"Anche se non pensavano che fosse tradimento, o un atto antipatriottico, o anche solo una grande sciocchezza - e, per me, era tutte queste cose insieme - avrebbero dovuto chiamare immediatamente l'Fbi" ha dichiarato Bannon nel libro. Inoltre anche Donald Trump sarebbe stato presente all’incontro con i russi.

Il meeting, per lo scrittore, sarebbe infatti avvenuto quasi sicuramente nell'ufficio del presidente all’interno della Trump Tower. "La possibilità che Don Jr non fosse con questi jumos (parola apparentemente inventata, ndr) su nell'ufficio del padre al 26simo piano è zero", afferma l’ex consigliere.

La furia di Trump

Circostanza, quella dell’incontro diretto, sempre smentita dallo stesso Trump che ha in ultimo deciso di rispondere a queste provocazioni con un comunicato in cui definisce lo stesso Bannon un “fuori di testa”.

Ma secondo quanto rivela il New York Times, il Tycoon non si sarebbe limitato a una semplice comunicazione pubblica. Per il quotidiano americano gli avvocati del magnate avrebbero inviato una diffida allo stesso Bannon per aver violato un accordo di non divulgazione rivelando all'autore del libro Michael Wolff "informazioni confidenziali" sul "presidente, i membri della sua famiglia e la società" e facendo "dichiarazioni denigratorie e in alcuni casi totalmente diffamatorie".

Altre indiscrezioni dal libro

Ma il libro di Wolff non si limita a trattare solo argomenti scottanti. Sulla vita del presidente (e della sua famiglia) ci sono anche parti un po' più amene che lo raccontano nel dettaglio. Secondo l'autore, la figlia di Trump "ha descritto spesso agli amici la meccanica che sta dietro alla sua capigliatura: una pelata completamente rasata - una isola contenuta dopo una operazione per ridurre il cuoio capelluto - circondata da un folto cerchio di capelli intorno ai lati e alla fronte, dal quale tutte le estremità sono tirate su per incontrarsi al centro e poi essere raccolti sulla nuca e fissati con uno spray solidificante".

Per quanto riguarda i gusti culinari del presidente invece, secondo quanto si legge, Trump "a lungo timoroso di essere avvelenato, direbbe che un motivo per cui gli piace mangiare da McDonald's: perché nessuno sa che ci stava andando e il cibo é preparato in modo sicuro".

Altre indiscrezioni? Il Tycoon speculerebbe sulle pecche dei suoi collaboratori: Bannon era "sleale", l'ex chief of staff Reince Priebus "debole" ma anche un "nano", il genero Jared Kushner un "leccapiedi", l'ex portavoce Sean Spicer uno "stupido", la consigliera Kellyanne Conway una "frignona".

E Wolff ne ha una anche per Ivanka e il marito Jared che, secondo quanto riportato in Fire of Fury avrebbero concordato che, se ci fosse stata un'occasione, sarebbe stata lei a correre per la Casa Bianca. La prima donna presidente, avrebbe detto divertita, non sarebbe stata Hillary, ma Ivanka Trump. Di questa affermazione la fonte sarebbe proprio lo stesso Bannon.

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Chiara Degl'Innocenti