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Mbappé in fuga dall'emiro e dal Psg

L'asso francese al centro di un braccio di ferro con Al-Khelaifi: il contratto scade nel 2022, vuole il Real Madrid e i paragini, protagonisti sul mercato, rischiano di perderlo a zero

Anche i ricchi piangono, pure se si sono abituati a guardare il mondo dall'alto della Tour Eiffel e sono reduci da un'estate choc in cui la loro squadra - al secolo il Paris Saint German - ha fatto collezione di talenti e figurine sino ad arrivare ad aggiungere l'ultima e più preziosa: Leo Messi. Piange anche l'emiro se si ferma a guardare avanti, a quanto potrà accadere tra un anno o, magari, entro un paio di settimane. Perché la corona ricchissima del Psg è fatta anche di spine e ce n'è una in particolare che preoccupa non poco i benestanti proprietari del club che sta sfidando buonsenso e regole per mettere le mani sulla Champions League giusto in tempo per i Mondiali del Qatar nell'inverno del 2022. Il vero obiettivo di tutta l'operazione parigina che in un decennio ha riversato sul calcio europeo una montagna di denaro.

Piange Al-Khelaifi, presidente del Psg, perché rischia di perdere il talento giovane ma già esploso di Kylian Mbappé, classe 1998, già campione del Mondo da protagonista con la maglia della Francia e destinato a prendere il posto di Ronaldo e Messi nell'elenco dei vincitori seriali del Pallone d'Oro. Una voglia di separarsi paradossalmente accelerata proprio dall'arrivo a Parigi dell'argentino ex simbolo del Barcellona che ha rimesso in movimento i delicati equilibri di uno spogliatoio ricco di personalità ed ego smisurati.

Non che i segnali mancassero, visto che Mbappé da mesi fa sapere al Psg di non essere intenzionato a rinnovare il contratto in scadenza nel prossimo mese di giugno. Gli emiri hanno sempre risposto che non sarà mai ceduto, ma ora il nodo è vicino a doversi sciogliere perché il paradosso è che, in assenza di un accordo, il francesino sarà libero di andarsene a zero euro tra un anno scarso potendo trattare liberamente il suo stipendio con un altro club già in inverno. Una botta da almeno 200 milioni di euro, se è vero che nel 2018 il Monaco ne ha incassati 180 per venderlo al Psg in un'asta con iscritti tutti i nomi più importanti del calcio europeo.

E' vero che paga il Qatar, ma uno smacco così è difficile immaginarlo anche nel mondo dorato del Psg dove da pochi mesi è stato rinnovato il contratto di Neymar a 36 milioni di euro netti, la stessa cifra che Leonardo (potente braccio operativo di Al-Khelaifi) offre a Mbappé per restare e completare il tridente delle meraviglie. Il francese si nega, non si espone, pare che voglia qualcosa in cui essere centrale senza rischiare di rimanere all'ombra dei due compagni. Qualcosa di simile a quanto accadde sempre nel 2018 a Neymar, fuggito dal Barcellona per 222 milioni di euro anche per liberarsi della vicinanza di Messi.

Il terzo incomodo della storia è il Real Madrid che da due anni praticamente non fa mercato, vive una situazione economica non florida ma da sempre ha messo gli occhi su Mbappé convinto che prima o poi vestirà in blanco. A Madrid sono convinti possa avvenire subito, una volta consumata definitivamente la rottura col Psg e facendo un'offerta non rinunciabile a chi rischia di restare col cerino in mano. Schema già visto un anno fa con esiti, però, differenti. A Parigi aspettano e sperano. I tifosi hanno fischiato il loro attaccante nella prima uscita, con pubblico, della stagione. La pressione è massima, il clima rovente per un'estate che rischia di portare in dote la storia più incredibile del mercato seppure in un calcio post pandemia in cui le multinazionali del pallone lamentano perdite miliardarie e sono inguaiate fino al collo e oltre.

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Giovanni Capuano